destra di popolo

FESTA NEL VILLAGGIO INDIANO DEL NONNO DI KAMALA HARRIS PER L’INSEDIAMENTO: “SIAMO ORGOGLIOSI DI LEI”

Gennaio 21st, 2021 admin

A THULASENDRAPURAM PERSONE FESTANTI, TRA FIORI, DOLCI E PREGHIERE

Festeggiamenti nel villaggio indiano di Thulasendrapuram nel giorno del giuramento della vicepresidente Usa, Kamala Harris, discendente del villaggio, che entrerà nella storia come la prima donna, di colore e di discendenza dell’Asia meridionale, a ricoprire il ruolo.
Nella cittadina natale di suo nonno materno, Thulasendrapuram, a circa 350 chilometri da Chennai, persone festanti si sono preparate alle celebrazioni. “Ci sentiamo molto orgogliosi che un indiano sia stato eletto vice presidente d’America”, ha detto Anukampa Madhavasimhan, che fa l’ insegnante.
Il nonno di Harris si è trasferito a Chennai, la capitale dello stato del Tamil Nadu, decenni fa. Anche la madre della vice di Biden, scomparsa nel 2009, è nata in India, prima di trasferirsi negli Stati Uniti per studiare all’Università della California, ha sposato un uomo di origine giamaicana e hanno chiamato la loro figlia Kamala, parola in sanscrito che significa fiore di loto.
Prima dell’inaugurazione, si sono tenute preghiere speciali per il suo successo nel tempio della città durante le quali la divinità indù Ayyanar, una forma di Shiva, è stato lavato con latte e adornato di fiori dal sacerdote.
In vista delle elezioni statunitensi di novembre, anche gli abitanti dei villaggi di Thulasendrapuram avevano organizzato una cerimonia al tempio per augurare buona fortuna a Harris. Dopo la sua vittoria, hanno acceso fuochi e distribuito dolci e fiori come offerta religiosa
I poster di Harris delle celebrazioni di novembre adornano ancora i muri del villaggio e molti sperano che arrivi alla presidenza nel 2024. Il presidente eletto, Joe Biden, ha eluso le domande sul fatto che cercherà la rielezione o si ritirerà. “Per i prossimi quattro anni, se sostiene l’India, diventerà presidente”, ha detto G Manikandan, che ha seguito il percorso politico di Harris e nel suo negozio espone con orgoglio un calendario da parete con le foto dei componenti del tandem democratico.
Martedì, un’organizzazione che promuove il vegetarismo ha inviato pacchetti di cibo per i bambini del villaggio come regali per celebrare il successo di Harris.

(da Open)

argomento: Esteri | Commenta »

LADY GAGA DA BRIVIDI CANTA L’INNO NAZIONALE PER BIDEN E HARRIS

Gennaio 20th, 2021 admin

LA GRANDE INTERPRETAZIONE DELLA POPSTAR

Tutti in piedi con la mano sul petto durante l’inno nazionale americano cantato da Lady Gaga alla cerimonia di insediamento di Joe Biden.
La popstar è stata accompagnata nella sua esibizione dalla banda dei Marine. Lady Gaga - nella sua interpretazione intensissima dell’inno - ha sfoggiato una mise rossa e nera, dall’ampia gonna a campana.
Sulla giacca un enorme colomba dorata e una pettinatura con treccia che ricorda quella della principessa Leia di Star Wars. Prima di lasciare il podio, ha salutato Joe Biden, Kamala Harris e l’ex presidente Barack Obama.
Ieri, in un tweet, la celebre cantante aveva espresso la speranza che l’insediamento fosse “un giorno di pace per tutti gli americani. Un giorno di amore, non di odio. Un giorno per l’accettazione, senza paura”. E durante le prove dell’esibizione aveva visitato il Congresso e incontrato i soldati della Guardia nazionale chiamati a vigilare che non si ripetessero i disordini del 6 gennaio

(da agenzie)

argomento: Esteri | Commenta »

BIDEN GIURAMENTO DA BRIVIDI: “AIUTATEMI A UNIRE L’AMERICA, OGGI E’ IL GIORNO DELLA DEMOCRAZIA”

Gennaio 20th, 2021 admin

“C’E’ MOLTO DA RISANARE IN QUESTO INVERNO DI PERICOLO”

“È un nuovo giorno in America”. In una cerimonia di inaugurazione blindata, Joe Biden ha giurato come 46esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Pochi minuti prima ha prestato giuramento la sua vice, Kamala Harris, prima donna e prima afroamericana a ricoprire l’incarico. Ad aprire la cerimonia Lady Gaga con l’inno nazionale americano, seguita da una performance di Jennifer Lopez.
“Questa è la giornata dell’America, della democrazia, della storia, della speranza”, ha detto Biden nel suo primo discorso da presidente in carica.
“La nostra democrazia è forte […] dobbiamo essere uniti contro l’astio, l’estremismo, la violenza”, ha dichiarato il presidente, lanciando un appello all’unità. “Chiedo a tutti gli americani di aiutarmi a unire il Paese. Metterò tutta la mia anima per riunire la nazione”.
“Sarò il presidente di tutti gli americani, mi batterò anche per coloro che non mi hanno sostenuto”, ha proseguito.
“Per superare le sfide future serve unità”, ha ribadito Biden. “Voltiamo pagina, tutti insieme. Torniamo ad ascoltarci con rispetto, dobbiamo respingere la cultura della faziosità. Dobbiamo essere diversi rispetto al passato, siamo molto meglio di quello che abbiamo visto”. È ora di mettere fine a questa “guerra incivile”.

(da agenzie)

argomento: Esteri | Commenta »

BIDEN VUOLE CANCELLARE L’EREDITA’ DI TRUMP

Gennaio 17th, 2021 admin

RAFFICA DI DECRETI PREVISTI PER IL GIORNO DELL’INSEDIAMENTO: TRA LE PRIORITA’ CONTENERE EPIDEMIA COVID E LOTTA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Cancellare l’eredità di Trump, proprio come lui aveva fatto a suo tempo con Barack Obama. Anche se Biden dovrà affrontare i primi giorni senza la gran parte del suo gabinetto, visto che il processo di approvazione delle nomine al Senato non è ancora partito e forse slitterà anche a causa dell’impeachment, vuole voltare subito pagina.
Lo farà firmando una serie di decreti – sono una decina in tutto – il giorno stesso del suo insediamento, il 20 gennaio, con l’obiettivo di annullare sin da subito alcuni dei provvedimento più controversi dell’era Trump, ma anche per cercare di arginare la pandemia di Coronavirus che questa settimana ha messo a segno un altro record in negativo, facendo registrare 4.197 decessi in un solo giorno.
Dal muslim ban all’Accordo di Parigi sul clima
Nei primi due giorni alla Casa Bianca Barack Obama aveva vietato la tortura di Stato e chiuso il centro di detenzione per terroristi a Guantánamo. Trump invece ha usato le prime ore all’ufficio ovale per smantellare la riforma del sistema sanitario varata da Obama e da Biden. La settimana successiva invece aveva introdotto una serie di restrizioni sull’immigrazione, a partire dal famigerato muslim ban che in nome della lotta al terrorismo sospendeva l’ingresso negli Stati Uniti per cittadini e profughi provenienti prevalentemente da Paesi a maggioranza musulmana.
Per gli immigrati è prevista una sorta di sanatoria che dovrebbe aprire le porte della cittadinanza a ben 11 milioni di persone che sono entrate negli Stati Uniti illegalmente. Biden ha promesso anche che nei suoi primi giorni da presidente ripristinerà il diritto dei lavoratori di formare un sindacato e avvierà il processo per riportare gli Stati Uniti negli Accordo di Parigi sul clima, pietra fondante della lotta mondiale al cambiamento climatico. In questo modo verranno ripristinate anche molte delle tutele e regolamentazioni ambientali introdotte da Obama e poi rimosse da Trump, anche se per raggiungere alcuni dei suoi obiettivi più ambiziosi dovrà per forza passare dal Congresso.
Gran parte dell’attenzione del nuovo Presidente si concentrerà sul contrasto alla pandemia di Covid. Siccome nemmeno Biden potrà introdurre l’obbligo di indossare le mascherine in tutti gli Stati Uniti, lo farà solo per i terreni di proprietà federale e per il trasporto inter-statale.
Biden ha già promesso che il suo primo giorno nominerà un «comandante della catena di approvvigionamento nazionale», una sorta di super-commissario. Entro i primi 100 giorni del suo mandato conta di far vaccinare 100 milioni di americani (attualmente sono state somministrate circa 11 milioni di dosi). Queste misure si vanno a sommare al pacchetto di aiuti, annunciato nei giorni scorsi, per un totale di 1,9 mila miliardi di dollari, di cui circa 400 miliardi verranno utilizzati anche per velocizzare la distribuzione dei vaccini.
Nel frattempo continuano i preparativi per l’insediamento in una Washington sempre più blindata. Il 16 gennaio un uomo di 31 anni è stato arrestato a un checkpoint nei pressi del Campidoglio con un passa non-autorizzato per la cerimonia di insediamento, un fucile e più di 500 colpi. L’Fbi avrebbe già ricevuto segnalazioni di potenziali “proteste armate” nei pressi dei Campidogli di tutti e 50 gli Stati americani, oltre che a Washington

(da agenzie)

argomento: Esteri | Commenta »

UNA LEZIONE DALLA GERMANIA: I PARTITI CONTANO ANCORA

Dicembre 1st, 2020 admin

VERDI E AFD HANNO SVOLTO I LORO CONGRESSI, NELLA CDU APERTA LA SFIDA ALLA PRESIDENZA TRA PASSIONE E PARTECIPAZIONE

Siamo proprio sicuri che oggi i partiti politici abbiano esaurito la loro funzione? Sono davvero soggetti del passato,  superati da nuove forme di partecipazione e rappresentanza? Se mettiamo da parte l’Italia con il suo peculiare laboratorio e diamo uno sguardo intorno a noi, la risposta non è così certa.
In Germania, nel giro di una settimana, si sono tenuti i congressi di due partiti molto diversi tra loro, i Verdi e l’AfD. Diverse le ideologie, diverse le modalità degli incontri - uno virtuale, l’altro in presenza fisica - diversi i risultati; analoga invece la forza della discussione, la passione per il confronto di idee e tesi, la voglia di trovarsi e di alimentare una dialettica anche vigorosa sulle cose da fare.
Dagli schermi dei video i Verdi hanno discusso a fondo del loro posizionamento nello scenario politico tedesco a meno di un anno dalle prossime elezioni federali. Quaranta anni fa, quando nacquero e poi  entrarono con clamore nel Bundestag (1983) presidiato sino ad allora per decenni da tre soli gruppi parlamentari (democristiani, socialdemocratici e liberali), molti temettero il peggio per la gestione del Parlamento e l’equilibrio del sistema. Da forza di contestazione frontale, con gli anni i Verdi sono diventati partito di riferimento per un’ampia platea di sostenitori – nei sondaggi quasi al 20% - e hanno governato a livello comunale, regionale e nazionale, smussando gli angoli più ideologici e premiando il pragmatismo della responsabilità. I realisti (Realos) hanno la meglio sui fondamentalisti (Fundis).
Oggi, presieduti in tandem da Annalena Baerbock e Robert Habeck, entrambi attratti dalle sfide di governo più che dalla mera testimonianza, si concentrano sulla prossima tornata elettorale. Tra le opzioni, è più verosimile una coalizione con la Cdu che non con Spd e Linke. Dopo un dibattito intenso, l’ala minoritaria si adegua alle scelte della maggioranza su temi qualificanti (ogm, referendum) e il partito ne esce rafforzato, anche con qualche punto a favore dei più intransigenti (riscaldamento globale).
Tutt’altra musica in casa Afd. Al congresso, il presidente Jörg Meuthen attacca a testa bassa la corrente più radicale del partito, che chiude volentieri un occhio sulla contiguità con gruppi razzisti o di ispirazione neo-nazista. Un incontro originariamente dedicato al tema delle pensioni si trasforma in un durissimo scontro tra le due fazioni, con un forte contrasto tra dirigenti dell’Est movimentisti estremisti anti-sistema e quelli dell’Ovest più inclini all’opposizione parlamentare. Alla fine si impone Meuthen. Ma si rischia la spaccatura, pesano tra l’altro l’inconcludenza programmatica, il nervosismo per il calo di consensi del partito (al 7%) e i controlli discreti dei servizi di sicurezza. Eppure anche qui il partito si ritrova, discute con forza, si lacera e resta la sede principale dello scambio e della ricerca, pur se quasi disperata, di una sintesi e di un’offerta politica.
Non fa eccezione neanche la Cdu, sospinta in alto dalla nuova popolarità di Angela Merkel e impegnata in una difficile selezione del prossimo presidente del partito. La scelta prevista ora per gennaio è doppiamente rilevante, dato che chi conquisterà la guida della Cdu sarà probabilmente, non necessariamente, il candidato alla Cancelleria e dato che il candidato democristiano a capo del governo ha la quasi certezza di ritrovarsi alla Cancelleria dopo le elezioni politiche dell’autunno 2021.
I candidati alla presidenza della Cdu sono tre, Laschet, Merz e Röttgen, da mesi in aperta competizione tra loro. Per alcuni cultori di soluzioni di compromesso, la vivace lotta tra i tre ha già superato i livelli di guardia. Per molti altri, invece, sarà ancora il partito il campo migliore per ospitare e regolamentare la gara, e per assegnare la vittoria con modalità democratiche e trasparenti. Forse in Germania i partiti stancano meno che altrove.

(da “Huffingtonpost”)

argomento: Esteri | Commenta »

LA PIU’ VIOLENTA CAMPAGNA CONTRO TRUMP E’ FIRMATA DAI REPUBBLICANI

Luglio 25th, 2020 admin

COS’E’ IL LINCOLN PROJECT E LO SLOGAN “O TRUMP O L’AMERICA”

O Trump o l’America. Questo è il motto di una delle più violente e dirette campagne di comunicazione che sia mai stata mossa contro un presidente degli Stati Uniti.
Ed è sorprendente il fatto che quelle parole non provengano dagli avversari che tutti ci aspetteremmo, cioè il Partito Democratico e il suo candidato alle presidenziali, Joe Biden. In questa campagna, resa molto animata dalle proteste del movimento Black Lives Matters e dal Coronavirus, il vero nemico di Trump sono gli stessi repubblicani. O almeno quelli riuniti nel Lincoln Project, la cui missione apertamente dichiarata è liberarsi del trumpismo.
Politici, strateghi, esperti di comunicazione politica, giornalisti, ricercatori, esponenti del mondo accademico accomunati da due caratteristiche: sono repubblicani e giudicano il loro attuale presidente un pericolo. Si tratta di una vera e propria azione persecutoria, più che una contro-campagna elettorale sembra di assistere al tentativo di minare la stabilità psicologica di Trump spingendolo a qualche passo falso sul piano politico e comunicativo. Una continua e costante provocazione che passa per YouTube, i social network e la televisione.
Una strategia di comunicazione diretta, forte, incentrata su un unico obiettivo: indicare come il modus operandi dell’attuale inquilino della Casa Bianca non abbia nulla a che vedere con il mondo e i valori del partito e dimostrare come sia il peggior presidente di sempre per gli Stati Uniti. L’approccio conferma l’intento quasi persecutorio: i video, che hanno la stessa durata media degli spot elettorali, vengono trasmessi esclusivamente nelle città in cui si trova Trump, nel momento in cui è presente sul posto (in genere Washington nei giorni feriali, Virginia o Florida nei festivi), sui canali televisivi che il presidente segue con maggiore assiduità e nelle fasce orarie in cui sono in onda le sue trasmissioni preferite.
Sono video su Trump, pensati per Trump. E sono costruiti come attacchi diretti al presidente richiamando quei valori repubblicani di cui non sarebbe più portavoce e infuocando il dibattito intorno a più macroaree, a cominciare dall’emergenza Covid. Pensiamo alle ormai celebri dichiarazioni del presidente sul numero di tamponi: più ne faremo, più casi troveremo. Quelle parole sono state oggetto di uno spot molto crudo del Lincoln Project, in cui Trump è accusato di essere un incosciente.
Viene così lanciato un hashtag diventato poi virale, #AmericaOrTrump. Nulla è lasciato al caso, tutto è studiato nei minimi dettagli. Trump ripete le parole “slow the testing down, please!”, creando una contrapposizione, sul piano sia visivo sia descrittivo, con le immagini che scorrono. La voce narrante racconta le conseguenze del negazionismo trumpiano sulle vite di migliaia di cittadini americani.
Dalla presenza di un nuovo hashtag alla durata da trailer (solo ventiquattro secondi), lo spot successivo comincia con una ripresa su sette sacchi per cadaveri di colore bianco. In sottofondo la voce del presidente Trump mentre, in una conferenza stampa di febbraio, dichiara che i casi di Coronavirus presto sarebbero stati vicini allo zero. Le parole “close to zero” rimbombano diverse volte con la voce che diviene sempre più distorta, mentre l’inquadratura si allarga al punto da rivelare una bandiera americana composta da un numero elevatissimo di sacchi. Le ultime parole sono una sentenza, “100.000 dead Americans. One wrong president”. Lo spot si chiude con il fischio del vento in un sottofondo, quasi a ricordarci un cimitero.
Il medesimo concetto viene ribadito con toni e immagini ancor più forti in un altro spot: il presidente ha ormai costruito il proprio muro, fatto non di mattoni, ma di bare. Anche in questo caso l’atmosfera è spettrale. Non si sentono voci, solo il silenzio tanto assordante quanto eloquente di una strada deserta. Le immagini e il testo che scorrono rendono il video una vera e propria spada di Damocle sulla testa di Trump, un’accusa esplicita di aver lasciato morire 140.000 connazionali.
E ancora, conoscendo quanto Trump sia ossessionato dalla fedeltà del proprio staff e dei propri familiari, e quanto sia terrorizzato dalle fughe di notizie, uno degli ultimi spot è stato interamente costruito per una sola persona: Trump, appunto. L’obiettivo è chiaro, costruire un pavimento fatto di cristallo pronto a crollare.
E non è da escludere che il rimpiazzo del campaign manager, Brad Pascale, non sia che una prima crepa ben visibile sotto i piedi del presidente. Negli ultimi giorni la quantità di video e spot ormai virali del Lincoln Project è aumentata notevolmente. Gli attacchi a Trump, così come i toni, sono sempre più feroci, segno di come la partita sia diventata davvero infuocata. I contenuti variano, attingono alla stretta attualità (si pensi allo spot che rende onore a John Lewis) e ampliano il bacino delle persone prese di mira, attaccando pedine per arrivare, in maniera trasversale, al re.*È difficile prevedere quanto le azioni del Lincoln Project stiano influendo e influiranno sull’esito della campagna elettorale. Una cosa è certa: la risposta dell’inquilino dello Studio Ovale non si è fatta attendere. Ha definito i fondatori del movimento “rinos”, dipingendoli come elitari che pensano ai suoi sostenitori come a esseri deplorevoli. Il punto però è un altro: l’unico a essere definito deplorevole dal Lincoln Project è lo stesso Trump. Nessuna parola contro i suoi sostenitori che restano pur sempre dei repubblicani. Insomma ancora una volta Trump esagera, ed esagerando sembra sbagliare bersaglio.

(da TPI)

argomento: Esteri | Commenta »

GLI AMERICANI STANNO DALLA PARTE DI CHI PROTESTA E CONTRO TRUMP

Giugno 12th, 2020 admin

IL 74% SOSTIENE LE PROTESTE E IL 61% DISAPPROVA LA GESTIONE DI TRUMP (PERSINO IL 53% DI CHI VOTA REPUBBLICANO)

La stragrande maggioranza degli americani sta dalla parte di chi protesta per l’uccisione di George Floyd, l’afroamericano ucciso durante un fermo di polizia a Minneapolis, e ritiene che nel Paese vi sia ancora un grosso problema razziale visto le forze di polizia non hanno fatto abbastanza per garantire che i neri siano trattati allo stesso modo dei bianchi.
È quanto emerge da un sondaggio realizzato dalla Schar School per conto del  Washington Post da cui emerge anche la netta contrarietà degli americani alla gestione di questa vicenda da parte dell’amministrazione di Trump.
Secondo il sondaggio condotto su un campione statistico di circa mille persone raggiunte nel periodo tra il 2 e il 7 giugno, più di 2 americani su 3 (il 69 percento) affermano che l’uccisione di Floyd rappresenta un problema più ampio all’interno delle forze dell’ordine e che vede al centro la questione razziale.
Complessivamente, il 74% degli americani afferma di sostenere le proteste che sono state condotte per la morte di Floyd ma il dato percentuale schizza all’87% tra i democratici e cala al 53% tra i Repubblicani.
Come sottolinea lo stesso quotidiano statunitense, si tratta di un dato in ogni modo nettamente diverso da quello registrato nel 2014 a seguito delle uccisioni da parte della polizia di uomini neri disarmati a Ferguson e New York visto che all’epoca la maggioranza riteneva quegli episodi incidenti isolati.
Rispetto al diffuso sostegno alle proteste, il campione invece si divide e ha opinioni contrastanti alla domanda se le manifestazioni siano state per lo più pacifiche o per lo più violente ma tutti pensano che gli episodi più violenti siano colpa di singoli individui.
La metà inoltre afferma che la polizia ha gestito la situazione ragionevolmente mentre il 44 per cento afferma che il personale delle forze dell’ordine ha usato troppa forza.
Anche se il sondaggio non ha analizzato le preferenze per le prossime presidenziali, dalle risposte è emerso che il 61% disapprova fortemente il modo in cui il presidente Donald Trump ha gestito le proteste.

(da Fanpage)

argomento: Esteri | Commenta »

PERCHE’ I MANIFESTANTI USA ABBATTONO ANCHE LA STATUA DI CRISTOFORO COLOMBO

Giugno 11th, 2020 admin

“BASTA COLONIZZATORI, SCHIAVISTI E ASSASSINI”… NON DIMENTICHIAMO CHE 13 STATI USA HANNO ELIMINATO IL COLUMBUS DAY DAL CALENDARIO, IL TEMA E’ CONTROVERSO E NON SI PUO’ LIQUIDARE COME ATTO DI TEPPISMO

L’omicidio di George Floyd ha riacceso le battaglie di Black lives matter, il movimento nato negli Stati Uniti per la tutela dei diritti degli afroamericani. Nel corso delle proteste, i manifestanti di tutto il mondo hanno iniziato a prendere di mira le statue che rappresenterebbero personaggi legati alla colonizzazione e alla supremazia della razza bianca.
L’esordio di questa iconoclastia del terzo millennio è avvenuto a Bristol: durante una manifestazione in ricordo di Floyd, alcune persone hanno abbattuto la statua di Edward Colston, un mercante di schiavi del XVII secolo.
L’ultima rimozione di una statua, invece, è avvenuto a Minneapolis, la città del Minnesota dove il 46enne afroamericano è stato ucciso lo scorso 25 maggio. A essere buttata giù, la statua di Cristoforo Colombo.
Se a Colston la storia riconosce il ruolo di schiavista, non è così immediato il collegamento tra l’esploratore italiano che scoprì l’America e il razzismo dilagante oggigiorno.
Prima di Minneapolis era già successo a Richmond, in Virginia: il monumento al navigatore genovese è stato vandalizzato.
Poi i manifestanti di Black lives matter vi hanno affisso un cartello: «Colombo rappresenta il genocidio». Alla fine delle protesta, la statua è stata gettata in un lago nei pressi del parco.
«Basta colonizzatori, schiavisti e assassini», si legge sulla locandina della manifestazioni di Richmond. Per gli organizzatori della protesta, Colombo è stato «un assassino degli indigeni, responsabile di aver reso mainstream la cultura del genocidio dei nativi».
Le argomentazioni che vedrebbero l’esploratore come un precursore del suprematismo bianco sono, tuttavia, controverse.
Non è recente l’attacco alla figura di Colombo negli States, benché in molti Stati americani, il 12 ottobre, sia un giorno di festa nazionale, in memoria dello sbarco della sua caravella nell’odierna San Salvador il 1942. Negli scorsi anni, 13 Stati hanno eliminato il Columbus Day dal calendario, sostituendolo una giornata in memoria dei soprusi sofferti dai nativi americani.
Mentre la discussione sulla reinterpretazione moderna dell’uomo che scoprì l’America prosegue a suon di devastazione dei monumenti, la speaker democratica della Camera, Nancy Pelosi, ha chiesto di rimuovere tutte le statue dei confederati che si trovano al Congresso.

(da agenzie)

argomento: Esteri | Commenta »

SALVINI INTERVISTATO DAL NEW YORK TIMES SUL CASO GREGORETTI, IL QUOTIDIANO LO DEFINISCE “ESPERTO DI VITTIMISMO POLITICO”

Febbraio 8th, 2020 admin

“SALVINI HA RIPRESO DA DOVE BERLUSCONI AVEVA INTERROTTO”

Smessi i panni dell’intellettuale ex di sinistra emiliano con giacca e dolce vita, ora è la volta del travestimento da Trump padano.
E che ha detto? “Vedo le somiglianze di una sinistra che prova a vincere con mezzi giudiziari quello che non può ottenere con mezzi democratici”. Lo ha affermato il leader della Lega, Matteo Salvini, a proposito del caso Gregoretti in un’intervista rilasciata al ‘New York Times’ il giorno dell’assoluzione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per l’articolo 1 dell’impeachment, quello sull’abuso di potere.
Il giornale statunitense evidenzia in un lungo articolo come il prossimo 12 febbraio il Senato si esprimerà sulla richiesta di autorizzazione a procedere contro Salvini che rischia il processo con l’accusa di sequestro di persona in relazione alla vicenda dei migranti a bordo della nave militare.
“In un altro paese, ciò potrebbe comportare problemi per un politico”, rimarca il Nyt, notando che a poche settimane dalla sconfitta in Emilia Romagna che ha “mandato all’aria il suo tentativo di tornare al potere”, questo voto è per il segretario una “zattera di salvataggio politico” e “non è difficile capire perché. Il potenziale procedimento giudiziario ha involontariamente riproposto la migrazione come un problema, nonostante solo una manciata di arrivi in Italia”.
“L’immigrazione sicuramente non è un tema che mi preoccupa”, ha sottolineato Salvini durante l’intervista al giornale che lo definisce un “esperto di vittimismo politico”.
Nella denuncia della “persecuzione” dei giudici nei suoi confronti, rimarca il Nyt, “Salvini ha pochi pari” e ha “ripreso da dove Silvio Berlusconi aveva interrotto”.
Ricordando la debacle in Emilia Romagna, il Nyt sostiene che “l’uomo che poche settimane fa aveva tanta fretta di far cadere il governo ora sembra rassegnato al fatto di dover giocare una lunga partita”. Nel parlare del suo possibile ritorno al governo, infatti, Salvini ha esclamato: “Non c’è fretta!”.
Nell’intervista, Salvini ha infine affermato che “probabilmente è stata una visione riduttiva” accomunarlo ad altri leader nazionalisti come Orban e Marine Le Pen, basandosi esclusivamente sulla loro condivisa opposizione all’immigrazione.

(da Globalist)

argomento: Esteri | Commenta »

« Previous Entries
  • Destra di Popolo .net
    Circolo Genovese di Cultura e Politica
    Diretto da Riccardo Fucile
    Scrivici



  • Categorie

    • 100 giorni (5)
    • Aborto (20)
    • Acca Larentia (2)
    • Alcool (3)
    • Alemanno (150)
    • Alfano (315)
    • Alitalia (123)
    • Ambiente (333)
    • AN (210)
    • Animali (74)
    • Arancioni (2)
    • arte (165)
    • Attentato (324)
    • Auguri (13)
    • Batini (3)
    • Berlusconi (4291)
    • Bersani (235)
    • Biasotti (12)
    • Boldrini (4)
    • Bossi (1223)
    • Brambilla (38)
    • Brunetta (82)
    • Burlando (26)
    • Camogli (2)
    • canile (4)
    • Cappello (8)
    • Caprotti (2)
    • Caritas (6)
    • carovita (170)
    • casa (247)
    • Casini (121)
    • Centrodestra in Liguria (35)
    • Chiesa (274)
    • Cina (10)
    • Comune (343)
    • Coop (7)
    • Cossiga (7)
    • Costume (5572)
    • criminalità (1353)
    • democratici e progressisti (19)
    • denuncia (13659)
    • destra (573)
    • destradipopolo (99)
    • Di Pietro (101)
    • Diritti civili (251)
    • don Gallo (9)
    • economia (2325)
    • elezioni (3203)
    • emergenza (2798)
    • Energia (46)
    • Esselunga (2)
    • Esteri (775)
    • Eugenetica (3)
    • Europa (1290)
    • Fassino (13)
    • federalismo (167)
    • Ferrara (21)
    • Ferretti (6)
    • ferrovie (133)
    • finanziaria (325)
    • Fini (824)
    • fioriere (5)
    • Fitto (28)
    • Fontana di Trevi (1)
    • Formigoni (90)
    • Forza Italia (577)
    • frana (9)
    • Fratelli d'Italia (287)
    • Futuro e Liberta' (518)
    • g8 (25)
    • Gelmini (67)
    • Genova (547)
    • Giannino (10)
    • Giustizia (5798)
    • governo (5531)
    • Grasso (22)
    • Green Italia (1)
    • Grillo (2910)
    • Idv (4)
    • Immigrazione (733)
    • indulto (14)
    • inflazione (26)
    • Ingroia (15)
    • Interviste (16)
    • la casta (1396)
    • La Destra (45)
    • La Sapienza (5)
    • Lavoro (1305)
    • LegaNord (2415)
    • Letta Enrico (132)
    • Liberi e Uguali (10)
    • Libia (69)
    • Libri (33)
    • Liguria Futurista (25)
    • mafia (545)
    • manifesto (7)
    • Margherita (16)
    • Maroni (171)
    • Mastella (16)
    • Mattarella (53)
    • Meloni (14)
    • Milano (300)
    • Montezemolo (7)
    • Monti (358)
    • moschea (11)
    • Musso (10)
    • Muti (10)
    • Napoli (315)
    • Napolitano (220)
    • no global (5)
    • notte bianca (3)
    • Nuovo Centrodestra (2)
    • Obama (11)
    • olimpiadi (39)
    • Oliveri (4)
    • Pannella (29)
    • Papa (30)
    • Parlamento (1420)
    • partito del popolo della libertà (30)
    • Partito Democratico (1007)
    • PD (1191)
    • PdL (2784)
    • pedofilia (25)
    • Pensioni (129)
    • Politica (6166)
    • polizia (253)
    • Porto (12)
    • povertà (494)
    • Presepe (14)
    • Primarie (149)
    • Prodi (51)
    • Provincia (139)
    • radici e valori (3651)
    • RAI (359)
    • rapine (37)
    • Razzismo (1375)
    • Referendum (200)
    • Regione (346)
    • Renzi (1482)
    • Repetto (46)
    • Rifiuti (84)
    • rom (13)
    • Roma (1124)
    • Rutelli (9)
    • san gottardo (4)
    • San Martino (3)
    • San Miniato (2)
    • sanità (306)
    • Sarkozy (43)
    • scuola (351)
    • Sestri Levante (2)
    • Sicurezza (454)
    • sindacati (162)
    • Sinistra arcobaleno (11)
    • Soru (4)
    • sprechi (319)
    • Stampa (366)
    • Storace (46)
    • subappalti (31)
    • televisione (243)
    • terremoto (402)
    • thyssenkrupp (3)
    • Tibet (2)
    • tredicesima (3)
    • Turismo (62)
    • Udc (64)
    • Università (128)
    • V-Day (2)
    • Veltroni (30)
    • Vendola (41)
    • Verdi (13)
    • Vincenzi (30)
    • violenza sulle donne (326)
    • Web (1)
    • Zingaretti (9)
    • zingari (14)
  • Archivi

    • Gennaio 2021 (473)
    • Dicembre 2020 (640)
    • Novembre 2020 (579)
    • Ottobre 2020 (639)
    • Settembre 2020 (465)
    • Agosto 2020 (589)
    • Luglio 2020 (607)
    • Giugno 2020 (597)
    • Maggio 2020 (622)
    • Aprile 2020 (643)
    • Marzo 2020 (437)
    • Febbraio 2020 (610)
    • Gennaio 2020 (597)
    • Dicembre 2019 (543)
    • Novembre 2019 (317)
    • Ottobre 2019 (636)
    • Settembre 2019 (620)
    • Agosto 2019 (640)
    • Luglio 2019 (655)
    • Giugno 2019 (603)
    • Maggio 2019 (527)
    • Aprile 2019 (385)
    • Marzo 2019 (563)
    • Febbraio 2019 (598)
    • Gennaio 2019 (643)
    • Dicembre 2018 (625)
    • Novembre 2018 (609)
    • Ottobre 2018 (632)
    • Settembre 2018 (588)
    • Agosto 2018 (364)
    • Luglio 2018 (563)
    • Giugno 2018 (567)
    • Maggio 2018 (636)
    • Aprile 2018 (550)
    • Marzo 2018 (600)
    • Febbraio 2018 (573)
    • Gennaio 2018 (610)
    • Dicembre 2017 (582)
    • Novembre 2017 (635)
    • Ottobre 2017 (581)
    • Settembre 2017 (462)
    • Agosto 2017 (383)
    • Luglio 2017 (452)
    • Giugno 2017 (471)
    • Maggio 2017 (461)
    • Aprile 2017 (442)
    • Marzo 2017 (481)
    • Febbraio 2017 (421)
    • Gennaio 2017 (459)
    • Dicembre 2016 (445)
    • Novembre 2016 (440)
    • Ottobre 2016 (429)
    • Settembre 2016 (371)
    • Agosto 2016 (335)
    • Luglio 2016 (339)
    • Giugno 2016 (366)
    • Maggio 2016 (387)
    • Aprile 2016 (369)
    • Marzo 2016 (397)
    • Febbraio 2016 (391)
    • Gennaio 2016 (404)
    • Dicembre 2015 (412)
    • Novembre 2015 (401)
    • Ottobre 2015 (424)
    • Settembre 2015 (419)
    • Agosto 2015 (417)
    • Luglio 2015 (388)
    • Giugno 2015 (397)
    • Maggio 2015 (403)
    • Aprile 2015 (408)
    • Marzo 2015 (430)
    • Febbraio 2015 (417)
    • Gennaio 2015 (434)
    • Dicembre 2014 (454)
    • Novembre 2014 (437)
    • Ottobre 2014 (440)
    • Settembre 2014 (450)
    • Agosto 2014 (433)
    • Luglio 2014 (437)
    • Giugno 2014 (395)
    • Maggio 2014 (396)
    • Aprile 2014 (389)
    • Marzo 2014 (436)
    • Febbraio 2014 (386)
    • Gennaio 2014 (419)
    • Dicembre 2013 (367)
    • Novembre 2013 (395)
    • Ottobre 2013 (448)
    • Settembre 2013 (433)
    • Agosto 2013 (389)
    • Luglio 2013 (390)
    • Giugno 2013 (425)
    • Maggio 2013 (413)
    • Aprile 2013 (345)
    • Marzo 2013 (372)
    • Febbraio 2013 (295)
    • Gennaio 2013 (361)
    • Dicembre 2012 (364)
    • Novembre 2012 (336)
    • Ottobre 2012 (365)
    • Settembre 2012 (342)
    • Agosto 2012 (239)
    • Luglio 2012 (328)
    • Giugno 2012 (288)
    • Maggio 2012 (258)
    • Aprile 2012 (219)
    • Marzo 2012 (255)
    • Febbraio 2012 (248)
    • Gennaio 2012 (261)
    • Dicembre 2011 (228)
    • Novembre 2011 (270)
    • Ottobre 2011 (284)
    • Settembre 2011 (268)
    • Agosto 2011 (157)
    • Luglio 2011 (214)
    • Giugno 2011 (264)
    • Maggio 2011 (274)
    • Aprile 2011 (248)
    • Marzo 2011 (255)
    • Febbraio 2011 (235)
    • Gennaio 2011 (253)
    • Dicembre 2010 (237)
    • Novembre 2010 (187)
    • Ottobre 2010 (159)
    • Settembre 2010 (148)
    • Agosto 2010 (75)
    • Luglio 2010 (86)
    • Giugno 2010 (76)
    • Maggio 2010 (75)
    • Aprile 2010 (66)
    • Marzo 2010 (79)
    • Febbraio 2010 (73)
    • Gennaio 2010 (74)
    • Dicembre 2009 (74)
    • Novembre 2009 (83)
    • Ottobre 2009 (90)
    • Settembre 2009 (83)
    • Agosto 2009 (56)
    • Luglio 2009 (83)
    • Giugno 2009 (76)
    • Maggio 2009 (72)
    • Aprile 2009 (74)
    • Marzo 2009 (50)
    • Febbraio 2009 (69)
    • Gennaio 2009 (70)
    • Dicembre 2008 (75)
    • Novembre 2008 (77)
    • Ottobre 2008 (67)
    • Settembre 2008 (56)
    • Agosto 2008 (39)
    • Luglio 2008 (50)
    • Giugno 2008 (55)
    • Maggio 2008 (63)
    • Aprile 2008 (50)
    • Marzo 2008 (39)
    • Febbraio 2008 (35)
    • Gennaio 2008 (36)
    • Dicembre 2007 (25)
    • Novembre 2007 (22)
    • Ottobre 2007 (27)
    • Settembre 2007 (23)
  •  

    Gennaio 2021
    L M M G V S D
    « Dic    
     123
    45678910
    11121314151617
    18192021222324
    25262728293031
  • Note Legali


    Il presente sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità e non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della Legge n.62 del 07/03/01.
    Le foto sono prese in gran parte da Internet e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, basterà segnalarlo alla redazione che provvederà prontamente alla rimozione delle immagini utilizzate.
  • Leggi gli ultimi articoli inseriti

    • FONTANA E MORATTI HANNO MENTITO, ESCE LA MAIL DELLA REGIONE CHE CON 12 GIORNI DI RITARDO RETTIFICA IL PROPRIO ERRORE SU SOLLECITAZIONE DEL MINISTERO DELLA SANITA’
    • IL CONTE 2 E’ FINITO, ORMAI GLIELO DICONO TUTTI
    • DI MAIO: “IL VOTO SU BONAFEDE E’ UN VOTO PER IL GOVERNO”
    • LA CRONOLOGIA DELL’ERRORE DELLA REGIONE LOMBARDIA SULLA “ZONA ROSSA”, CON BUONA PACE DI FONTANA E MORATTI
    • POSITIVO AL COVID INCONTRA CLIENTI E FA LA SPESA: ARRESTATO E MESSO AI DOMICILIARI
    • PFIZER: “DALLA PROSSIMA SETTIMANA LA FORNITURA DI VACCINI TORNERA’ A REGIME”
  • Commenti recenti

    • Log In

      • Login
      • Voce RSS
      • RSS dei commenti
      • WordPress.org