destra di popolo

LA REGIONE CHE NON SA FARE I CALCOLI E IL GOVERNATORE CHE NON HA LA DIGNITA’ DI ANDARE A CASA

Gennaio 23rd, 2021 admin

NONOSTANTE I DOCUMENTI LI INCHIODINO, FONTANA E LA MORATTI NON AMMETTONO DI AVER CAUSATO UN DANNO DI 600 MILIONI AI LOMBARDI… E LA RETTIFICA LA CHIAMANO “INTEGRAZIONE”

La mesta storia della Lombardia alle prese con la pandemia è “finita” con l’unico epilogo possibile: la Lombardia ha fatto ricorso contro se stessa.
Sì, perché pare ormai certo che se la regione governata da Attilio Fontana è stata zona rossa dal 17 gennaio non perché l’indice rt fosse quello di Manaus, ma perché in Lombardia hanno fatto male i calcoli.
Insomma, si sono sbagliati. Avrebbero, in pratica, continuato a conteggiare come positivi quelli che dopo tre settimane potevano ritenersi guariti anche senza tampone di controllo.
Ovviamente, la vicenda ha risvolti meravigliosi, perché preceduta dal ricorso al Tar di Fontana con tanto di dichiarazioni vittimistiche quali “Questa è una punizione, i lombardi sono stati bravi!”.
I lombardi sono stati bravi scolaretti, certo, mentre la Regione non sapeva neppure fare i conti giusti. Quando arriva la risposta del ministero della Salute che fa notare gentilmente a Fontana “avete sbagliato i numeri”, Fontana e la Moratti saltano sulla sedia. “Ma come vi permettete, sappiamo tutte le tabelline fino a quella del sette!”.
Insomma, dicono che non hanno sbagliato proprio un bel niente. A quel punto, Roberto Speranza, uno che ha la faccia di quello che s’è incazzato l’ultima volta quando gli si è macchiato con la Coca Cola il vestito della prima comunione, si incazza.
«La relazione dell’Istituto superiore di Sanità è chiarissima. La Regione Lombardia, avendo trasmesso dati errati, ha successivamente rettificato i dati propedeutici al calcolo del Rt e questo ha consentito una nuova classificazione» ha detto. «Senza l’ammissione di questo sbaglio non sarebbe stato possibile riportare la Lombardia in zona arancione» ha continuato Speranza, «questa è la semplice verità. Il resto sono polemiche senza senso che non fanno bene a nessuno. Soprattutto a chi le fa».
Allora Fontana, non potendo più scaricare gli errori su Gallera e se prova a farlo con la Moratti si ritrova a fare l’oss in una rsa, dice che non si tratta di rettifiche, ma di “aggiornamenti”.
In pratica hanno aggiornato il ministero sul fatto che avevano mandato i numeri sbagliati.
Dunque, quelli che pensavano di dare la precedenza dei vaccini alle regioni più produttive, probabilmente avrebbero sbagliato i conti del pil e l’Abruzzo sarebbe stato vaccinato prima della Lombardia.
Li avevamo criticati senza valutarlo. Fatto sta che se questa ricostruzione sarà confermata definitivamente, il problema per la Lega è serio: il partito sostenitore dell’#ioapro grazie soprattutto all’endorsement di Matteo Salvini, il partito dalla parte degli imprenditori vittime dei dpcm del governo, ha danneggiato gli imprenditori per via di un errore gravissimo e grossolano.
Un errore dovuto proprio all’incapacità in Lombardia di monitorare i contagi e i cittadini che sono rimasti (contagiati) a casa per le quarantene. Le conseguenze dell’incapacità ormai endemica della regione e di Ats nel vigilare sui singoli, ha portato non solo ai disastri della prima ondata che sono costati morti e contagi, ma anche a un danno economico difficilmente quantificabile in questa seconda ondata.
Una settimana di zona rossa in più nel periodo dei saldi sarebbe infatti costata 600 milioni di euro ai negozianti. Che ora dovrebbero prendersela proprio con chi chiedeva al governo di aprire, mentre era colpevole della chiusura. Con chi voleva tutelarli mentre li danneggiava. Con chi faceva ricorso al Tar mentre in realtà faceva ricorso a se stesso.

(da TPI)

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POLVERINI HA RICEVUTO MINACCE DI MORTE E INSULTI SUL WEB: PRESENTA DENUNCIA ALLA POLIZIA POSTALE PER IDENTIFICAZIONE RESPONSABILI

Gennaio 23rd, 2021 admin

CHI SI SMARCA DAI SOVRANISTI DIVENTA BERSAGLIO DELL’ODIO

Vittima di pesanti insulti sui social Renata Polverini ha detto basta. E ha deciso di sporgere denuncia.
Lo annuncia lei stessa sul suo profilo Facebook : “Stamattina dopo la mia corsa mattutina e preso il caffè vi auguro una buona giornata. Vorrei anche comunicarvi che, dopo una settimana in cui ho letto solo alcuni degli insulti che ho ricevuto, ho deciso di recarmi presso il posto di polizia della Camera dei deputati per sporgere denuncia rispetto ai contenuti che nulla hanno a che fare con la critica politica. Tra i commenti oltre a minacce di morte o percosse fisiche sono stata appellata con parole inaccettabili come Puttana, Troia, Zoccola, Prostituta, Ladra ecc… E chi più ne ha più ne metta”.
“Molti- continua - li ho cancellati perché erano talmente violenti che ho ritenuto di non farli leggere alle persone che accedevano ai miei profili. Come avete avuto modo di verificare, i miei profili sono tutti aperti mentre ho constatato che molti di coloro che infangano o non hanno la foto e quindi si nascondono o hanno i profili privati e quindi non si può accedere. Ma del resto che cosa ti puoi aspettare?”, conclude la deputata.
Polverini la scorsa settimana a Montecitorio ha votato a sorpresa la fiducia al governo Conte. Per questo è stata espulsa da Forza Italia e proprio ieri ha formalizzato il suo passaggio a Centro democratico, la formazione di Bruno Tabacci.

(da agenzie)

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TRUMP HA TENTATO DI USARE IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA PER TRUFFARE LE ELEZIONI

Gennaio 23rd, 2021 admin

HA CERCATO DI SOSTITUIRE IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA NEL TENTATIVO DI COSTRINGERE LE AUTORITA’ DELLA GEORGIA A RIBALTARE IL VOTO POPOLARE

Ha gridato ai più svariati scandali quando ha cercato lui per primo di organizzare il più grosso. Negli ultimi giorni della sua Presidenza, Donald Trump avrebbe tentato di sostituire il ministro della Giustizia ad interim Jeffrey A. Rosen (subentrato dopo le dimissioni di William Barr) per poter manovrare liberamente il ministero nel tentativo di costringere le autorità della Georgia a ribaltare a suo favore il risultato elettorale.
La lunga ricostruzione che si basa sulle testimonianze di quattro ex funzionari dell’Amministrazione Trump.
Nel suo piano, il presidente Usa uscente poteva contare sull’aiuto di un funzionario del dipartimento, Jeffrey Clark, che si era schierato al fianco di Trump nel sostenere le accuse di brogli elettorali lanciate dal presidente, al contrario di quanto fatto da Rosen.
Il piano di Trump, secondo la ricostruzione del Nyt, consisteva proprio nel sostituire Rosen con Clark. Il piano sarebbe fallito di fronte alla minaccia di dimissioni di massa dei vertici del ministero.
Le pressioni esercitate senza successo da Trump su Rosen, riporta il Nyt, avrebbero riguardato anche la nomina di una serie di procuratori speciali per indagare sui presunti brogli elettorali.

(da Globalist)

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“LA ZONA ROSSA CI E’ COSTATA 600 MILIONI DI EURO”: COMMERCIANTI E SINDACI VOGLIONO LA CLASS ACTION CONTRO FONTANA DOPO IL PASTICCIO DELLA REGIONE SUI DATI

Gennaio 23rd, 2021 admin

CONFCOMMERCIO LOMBARDIA: “SIAMO SENZA PAROLE, INAMMISSIBILE UN ERRORE DEL GENERE”

Commercianti, associazioni di categoria e anche i sindaci si preparano a presentare il conto al Pirellone.
Il pasticcio della Lombardia sui dati comunicati all’Istituto Superiore di Sanità che hanno costretto negozianti e cittadini lombardi a una settimana di zona rossa rischia di trasformarsi in una class action contro i vertici della Regione.
Nonostante il presidente Attilio Fontana continui ad addossare la colpa ai calcoli effettuati a Roma, i verbali della cabina di regia parlano chiaro riguardo alla richiesta di “rettifica” arrivati dai tecnici lombardi.
E così in Lombardia monta la rabbia per la serrata totale alla quale sono state costretti 10 milioni di abitanti. Una contestazione trasversale, che coinvolge anche i sindaci di centrosinistra di Bergamo e Varese.
Il fuoco di fila è stato aperto da Confcommercio Lombardia: “Noi siamo veramente senza parole”, ha detto il presidente Gianni Rebecchi. Tanto che l’associazione, per il danno subito dai commercianti questa settimana, sta meditando di avviare una class action: “Per tutta la regione, anche in considerazione del periodo di saldi, stimiamo circa 600 milioni di volume d’affari perso dai negozi”, spiega all’Adnkronos.
“E adesso, dopo undici mesi di sacrifici, arriviamo a scoprire che ci sono stati errori di calcolo. Questo danno chi lo paga?”, si chiede Rebecchi.
Visto che il sacrificio economico lo stanno pagando solo alcune categorie, le vie legali non sono da escludere: “Stiamo aspettando tutta la documentazione per fare chiarezza, ma questo è un caso dove ci sono tutti i presupposti per far partire una class action contro i soggetti che hanno provocato un danno di questo tipo”.
La situazione economica, argomenta, “è ormai drammatica, più della metà dell’occupazione persa nel 2021 lo sarà nel settore che rappresentiamo”.
l ricorso alla causa civile viene caldeggiato anche dai sindaci di Bergamo e Varese, Giorgio Gori e Davide Galimberti, alla guida di due giunte di centrosinistra. “Credo che le categorie penalizzare potrebbero avviare una class action per il risarcimento del danno”, sottolinea Gori. “Questa notte non sono riuscito a dormire, sono sincero. E penso che come me tanti commercianti, genitori, imprenditori”, rimarca sui social il sindaco di Varese.
“Le imbarazzanti notizie che si susseguono da ieri sul tema dei conteggi dei positivi nella nostra Regione – dice ancora Galimberti – sono un colpo durissimo, perché denotano principalmente una confusione che dopo un anno di pandemia non è più accettabile”.
Galimberti ritiene quindi che “una prima azione concreta possa essere una class action per tutelare e risarcire aziende, commercianti, famiglie e studenti che hanno subito ulteriori danni da questa confusione tra zona rossa che invece doveva essere arancione”. Una iniziativa “contro i responsabili di questo errore che come Comune di Varese sosterremo in prima linea dopo averne parlato con tutte le associazioni di categoria e dei consumatori”.
Gli avvocati Francesco Borasi e Angelo Leone hanno già raccolto le adesioni per la maxi-causa di tre associazioni e una ventina di commercianti: “Ci siamo attivati per chiedere i documenti alla Regione – spiega Borasi – ai fini della richiesta di risarcimento” dovuto al presunto errore di calcolo dell’indice Rt. La chiusura della Regione in zona rossa ha “creato danni” che “si sono aggiunti ad una situazione già disastrosa, decretando in molti casi la chiusura di tante attività con gravissime conseguenza per lavoratori e famiglie”.
Da quanto si è saputo i due legali, oltre ad aver già mosso i primi passi raccogliere, per la legge sulla trasparenza, dal Pirellone i documenti inviati a Roma all’Istituto Superiore di Sanità, in base ai quali la Lombardia è stata inserita erroneamente in zona rossa da domenica scorsa, hanno scritto anche alla Procura di Milano, all’aggiunto Maurizio Romanelli, per informarlo della class action: al momento sul caso non risulta aperto alcun fascicolo quanto meno ‘esplorativo’.
I commercianti e gli imprenditori, in gran parte milanesi, che stanno aderendo alla class action stanno invece conteggiando i danni che ritengono di aver subito, per poi presentare in ‘conto’, nella maxi-causa civile che verrà avviata davanti al Tribunale del capoluogo lombardo.

(da “il Fatto Quotidiano”)

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PERCHE’ SALVINI NON CHIEDE LE DIMISSIONI DI FONTANA?

Gennaio 23rd, 2021 admin

“CHI HA SBAGLIATO SUI DATI RT DEVE PAGARE”: SE VALEVA PER IL GOVERNO, ORA CHE E’ APPURATA LA RESPONSABILITA’ DELLA REGIONE LOMBARDIA E’ FONTANA CHE DEVE PAGARE

Prima o poi doveva accadere: il boomerang lanciato contro il governo, l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute è tornato indietro e ha colpito in pieno il leader della Lega che ora, per coerenza, dovrebbe proseguire nella sua richiesta di dimissioni nei confronti di Attilio Fontana.
Dopo un lungo tira e molla, infatti, la verità sui dati sbagliati dell’indice RT Lombardia è venuta a galla.
L’errore, come confermato da documenti ufficiali, è partito dagli uffici tecnici della stessa Regione che poi, in data 20 gennaio, ha inviato una rettifica con numeri più veritieri. Insomma, la Lombardia è stata zona rossa per una settimana (con annesse chiusure e problematiche economiche) a causa di un errore del Pirellone.
A confermare questa tesi è stato l’Istituto Superiore di Sanità. Il tutto è contenuto all’interno di una comunicazione anticipata in esclusiva da TPI. Nel documento, datato venerdì 22 gennaio 2021, infatti, si fa riferimento alla rettifica inviata dai tecnici della Regione in data 20 gennaio (quindi mentre già si era in zona rossa), con annessa modifica dei dati dell’indice RT Lombardia.ù
L’errore è stato, come si può notare dalla tabella, nel conteggio dei sintomatici e asintomatici (uno dei parametri-base per la classificazione di una Regione all’interno dei tre colori).
Nel primo rilevamento inviato, quello che ha fatto scattare la zona rossa da domenica 17 gennaio), il numero di asintomatici presenti sul territorio regionale risultava essere di 419.362.
Nel documento con la rettifica, inviato il 20 gennaio (e che porterà la Lombardia in zona arancione a partire da domenica 24 gennaio), risultano inferiori per quasi 5mila unità. Un dato che ha condizionato anche tutti gli altri valori.
Ma torniamo al leader della Lega che, nel pomeriggio di ieri, ha twittato polemicamente su questa vicenda.
Viste le evidenze, ora, ci aspettiamo che Matteo Salvini prosegua nella sua battaglia: chi ha sbagliato paghi, chiesa scusa e ripari al danno causato. Ma è lui ad avere il numero di telefono di Attilio Fontana, quindi immaginiamo (perché siamo certi della sua coerenza confermata in più occasioni) che gli avrà già scritto per chiedergli di dimettersi.

(da agenzie)

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MINACCE DI MORTE E INSULTI SESSISTI CONTRO LA SENATRICE ROSSI PER AVER VOTATO PER CONTE

Gennaio 23rd, 2021 admin

LEI PUBBLICA SU INSTAGRAM LE MINACCE RICEVUTE: “PER ME CONTANO I MESSAGGI DI STIMA E AFFETTO CHE RICEVO”

Purtroppo, con rassegnazione, si può dire che la situazione era inevitabile. Perché i social sono, ogni giorno di più, un vero e proprio sfogatoio per chi pensa di poter insultare e minacciare chicchessia senza pagare le conseguenza.
Un triste cliché a cui, purtroppo, siamo abituati. L’ultima a finire nel mirino degli haters da tastiera è stata la senatrice Mariarosaria Rossi, balzata agli onori della cronaca politica per aver votato la fiducia al governo Conte opponendosi, di fatto, alla linea tracciata da Forza Italia in Parlamento nelle giornate di martedì e mercoledì scorso.
A denunciare i messaggi di minacce e insulti ricevuti è stata la stessa senatrice (ormai ex Forza Italia dopo la cacciata arrivata subito dopo il voto di fiducia di mercoledì 20 gennaio) attraverso le sue Instagram Stories.
«Ti auguro tutti i tipi di malattie possibili e immaginabili – si legge nel messaggio pubblicato dalla senatrice sul suo profilo Instagram – a te e i tuoi cari. E fai attenzione quando attraversi la strada che le macchine corrono».
«Ricevo insulti e minacce da giorni ma quello che davvero conta sono tutti quei messaggi di stima, di affetto e di sostegno ad andare avanti – ha commentato Mariarosaria Rossi -. Siete la mia forza».
E i toni dei messaggi ricevuti negli ultimi giorni sono sulla stessa falsariga di quanto pubblicato tra le sue Instagram Stories. La maggior parte si trovano tra i commenti della sua ultima foto pubblicata sul social (il 1° gennaio scorso).
La senatrice è ritenuta responsabile (non nel significato tanto caro al governo Conte) di aver mantenuto in vita l’esecutivo grazie al suo voto di fiducia di mercoledì scorso a Palazzo Madama. E questo ha scatenato l’atavico, inevitabile (purtroppo) e insostenibile odio che sui social trova, sempre più, la valvola di sfogo.

(da agenzie)

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40.000 PATRIOTI RUSSI IN PIAZZA PUSHKIN A MOSCA: PUTIN FA PICCHIARE E ARRESTARE ANCHE I RAGAZZINI DI 12 ANNI

Gennaio 23rd, 2021 admin

CORTEO VERSO LA LUBYANKA, COVO DELL’EX KGB, OGGI FSB… NAVALNJY DAL CARCERE: “SAPPIATE CHE NON HO INTENZIONE DI SUICIDARMI, NEL CASO QUALCUNO MI VOLESSE FAR TROVARE IMPICCATO ALLE FINESTRE”

“Siamo orgogliosi di voi. Siamo moltissimi. Vogliamo felicità per il nostro Paese e stiamo manifestando pacificamente per la nostra libertà e per quella di Navalny”, si legge nel messaggio diffuso dal canale Telegram di Navalny che da stamattina pubblica i video delle diverse manifestazioni in diverse parti del Paese, da Vladivostok a Mosca e San Pietroburgo.
40 mila in piazza a Mosca, fermati anche ragazzini
A Mosca e San Pietroburgo gli arresti sono cominciati ancora prima dell’avvio della manifestazione alle 14 (ora locale, le 12 in Italia). Nella capitale, piazza Pushkin, area destinata alla manifestazione secondo gli annunci, è circondata da barricate, come altre zone della capitale, nelle aree dello shopping e nelle strade principali. Altri agenti sono stati collocati nella piazza Rossa. Tra i fermati molti portavano cartelli con scritto “Io non ho paura”, citazione dello stesso Navalny e diventata uno degli slogan della giornata di protesta di oggi. Un giornalista dell’ANSA sul posto è stato tra l’altro testimone del fermo di un ragazzino di circa 12 anni.
Nonostante la massiccia presenza di polizia e i blocchi lungo le principali arterie di Mosca, i manifestanti continuano a raggiungere piazza Pushkin a Mosca per la protesta contro l’arresto di Navalny. Megafoni ordinano ai presenti di disperdere la manifestazione non autorizzata.
Un gruppo si sta dirigendo verso il quartier generale dell’FSB, i servizi di sicurezza interni eredi del KGB, situato sulla Lubyanka. I manifestanti urlano lo slogan “Russia senza Putin”. ù
Il messaggio di Navalnyj dal carcere: “Non mi suiciderò″
I collaboratori di Navalnyj rimasti in libertà hanno intanto pubblicato un suo videomessaggio dalla prigione di custodia cautelare, registrato, a quanto pare, tra il 20 e il 21 gennaio. Già sopravvissuto a un tentato avvelenato da Novichok e detenuto a Matrosskaja Tishina, la prigione dove nel 2009 morì l’avvocato Serghej Magnitskij che aveva indagato su una frode su vasta scale che coinvolgeva,
Navalnyj ha ringraziato il pubblico della video-inchiesta sul “palazzo di Putin”, espresso il suo rispetto per i giovani che fino a ieri avevano fatto guadagnare oltre 22 milioni di visualizzazioni agli hashtag #NavalnyjLibero e #23gennaio su Tik Tok.
E ha infine messo anche in guardia da una sua “scomparsa” prematura. “Giusto in caso: non sto pianificando di impiccarmi alle finestre o di tagliarmi le vene o la gola con un cucchiaio affilato. Uso le scale con molta cautela e mi prendono la pressione ogni giorno perciò un improvviso infarto è da escludere. Sono in uno stato psicologico ed emotivo stabile”, ha scritto su Instagram.

(da agenzie)

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RIVOLTA DI POPOLO CONTRO PUTIN, DECINE DI MIGLIAIA DI PATRIOTI RUSSI IN PIAZZA, OLTRE MILLE ARRESTI, SCONTRI CON LA POLIZIA DEL REGIME

Gennaio 23rd, 2021 admin

A MOSCA 40.000 MANIFESTANTI, LA POLIZIA COSTRETTA AD ARRETRARE: CORI DI “LIBERTA’ PER NAVALNY” E “VIA PUTIN DALLA RUSSIA”

In Russia sono iniziate le proteste contro la detenzione di Aleksey Navalny e la polizia ha cominciato la sua opera di repressione arrestando oltre mille manifestanti in circa 65 città.
Al momento l’ong Ovd-Info dà notizia di almeno 1.090 persone fermate nei cortei a favore dell’avversario numero uno di Putin, di cui circa 300 nella sola Mosca. Ma il bilancio pare destinato ad aumentare.
La manifestazione più massiccia è probabilmente quella in corso a Mosca, dove si stima che 40.000 persone abbiano risposto all’appello lanciato dall’opposizione concentrandosi per lo più in Piazza Pushkin, nel centro della capitale russa. Molte di più delle 4.000 di cui riferisce il ministero dell’Interno.
Migliaia di persone sono scese in piazza anche nell’estremo oriente e in Siberia, sfidando temperature a volte glaciali, come a Yakutsk, dove il termometro registra 50 gradi sotto lo zero.
A Vladivostok, stando a un video pubblicato online, la polizia ha caricato i dimostranti. A Mosca, sotto la statua del grande poeta Aleksandr Pushkin, gli agenti hanno fermato anche una delle più strette collaboratrici di Aleksey Navalny, Liubov Sobol: madrina delle proteste anti-Putin del 2019 e legale del Fondo Anticorruzione che ha messo tante volte in imbarazzo il leader del Cremlino e il suo cerchio magico.
Anche la moglie di Navalny, Yulia Navalnaya, è stata trattenuta dalle forze dell’ordine e ha pubblicato online una foto che la ritrae dentro una camionetta della polizia.
Gli agenti in assetto antisommossa circondano i manifestanti in Piazza Pushkin, che rispondono scandendo i loro slogan. “La Russia senza Putin”, “Libertà per i prigionieri politici”, urla la folla, mentre gli altoparlanti della polizia invitano la gente a sgomberare l’area e a mettere fine alla protesta “non autorizzata”. Ma ogni tentativo di disperdere la folla è risultato vano, la polizia è stata costretta più volte ad arretrare sotto la pressione di decine di migliaia di patrioti

(da agenzie)

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LA FIGURACCIA DI FONTANA E SALVINI: LA REGIONE LOMBARDIA E’ STATA UNA SETTIMANA IN ZONA ROSSA PERCHE’ HANNO MANDATO AL MINISTERO DATI SBAGLIATI, ECCO IL DOCUMENTO CHE LI SPUTTANA

Gennaio 22nd, 2021 admin

“CALUNNIE DI ROMA”, “RICHIESTA DANNI”, STRILLAVANO FONTANA E SALVINI… ORA PIOVERANNO DENUNCE E RICHIESTE DANNI SULLA REGIONE: COSA ASPETTA FONTANA AD ANDARE A CASA?

Il governatore ha parlato di calunnie, poi ha dichiarato che il merito dell’imminente passaggio a zona arancione è del ricorso al Tar.
Il documento dell’Istituto superiore di sanità però smonta la sua versione: i dati forniti dal Pirellone il 20 gennaio “cambiano il numero di soggetti sintomatici notificati dalla stessa Regione”. Tradotto: 10 milioni di persone sono rimaste in zona rossa per uno sbaglio dell’amministrazione leghista
La Lombardia è finita in zona rossa per via di un suo errore. Mentre il governatore Attilio Fontana accusava il governo di aver punito i lombardi e con la neo-assessora Letizia Moratti presentava pure ricorso al Tar, in realtà se dieci milioni di abitanti sono rimasti una settimana con i negozi chiusi e i limiti agli spostamenti, la colpa è dei dati sbagliati forniti dalla stessa Regione che hanno di conseguenza sballato il valore Rt.
La spiegazione è contenuta in una relazione tecnica dell’Istituto superiore di sanità: i dati della sorveglianza epidemiologica fornita dalla Lombardia il 20 gennaio 2021, si legge, “cambiano il numero di soggetti sintomatici notificati dalla stessa Regione. Pertanto, una rivalutazione del monitoraggio si rende necessaria alla luce della rettifica fornita dalla Regione Lombardia”, spiega la relazione.
Il 20 gennaio, un giorno dopo aver presentato il ricorso al Tar, la Regione Lombardia ha inviato l’aggiornamento della situazione epidemiologica nel quale era indicata “una rettifica dei dati relativi alla settimana 4-10 gennaio“. Una correzione non di poco conto. Quello che veniva cambiato è il “numero dei casi in cui viene riportata una data inizio sintomi e, tra quelli con una data di inizio sintomi, quelli per cui viene data un’indicazione di stato clinico laddove assente”.
Cambiamenti che, spiega sempre la relazione dell’Iss, “riducono in modo significativo il numero di casi che hanno i criteri per essere confermati come sintomatici e pertanto inclusi nel calcolo Rt“. Ora, anche sulla scorta dell’ultimo monitoraggio in cui la Lombardia ha un Rt medio a 0,82 (0,78-0,87), è possibile una rivalutazione che porti la Regione in zona arancione.
Lo certifica la relazione integrale dell’Iss, a pagina 7 il passaggio decisivo: Allegato 1 – Implicazione tecnica della nuova disponibilità di dati di sorveglianza in Lombardia
Eppure, da una settimana il governatore Fontana ha continuato ad attaccare il governo sulla zona rossa. “Una punizione che non ci meritiamo”, diceva il governatore il 15 gennaio. Aveva paradossalmente ragione, ma il motivo erano gli errori del Pirellone.
Poi, il 19 gennaio, insieme all’assessora al Welfare Letizia Moratti ha presentato ricorso al Tar, parlando di una decisione “fortemente, e ingiustamente, penalizzante” . Ancora oggi, Fontana ha puntato il dito contro il governo: “A Roma devono smetterla di calunniare la Lombardia per coprire le proprie mancanze”, ha detto. “Abbiamo sempre fornito informazioni corrette“, ha ribadito, intestandosi anche il merito del possibile passaggio a zona arancione: “Dai rumors che ci arrivano la Lombardia entrerà in zona arancione. Quindi io credo che il ricorso abbia avuto sicuramente un suo effetto”.
A fargli eco ci ha pensato Matteo Salvini: “Se 10 milioni di cittadini lombardi sono stati rinchiusi in casa per mesi in base a dati e valutazioni sbagliate del governo, saremmo di fronte a danni morali ed economici enormi, un vero e proprio sequestro di massa“, ha dichiarato sui social. “Chi ha sbagliato paghi, chieda scusa e ripari al danno causato”, ha concluso.
Peccato che la responsabilità sia della Regione amministrata dalla Lega.
Le reazioni
“La Lombardia è finita in zona rossa sulla base dei dati inviati dalla Regione alla Cabina di Regia la settimana scorsa. Numeri evidentemente sbagliati, visto che nelle ultime ore è in atto un tentativo piuttosto maldestro di rettifica. Questo significa, molto semplicemente, che la Lombardia potrebbe essere finita in zona rossa a causa di un grossolano errore dei vertici della Regione”, commenta Simona Malpezzi (Pd), sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento.
“Hanno attaccato il governo, fatto ricorsi e polemiche – aggiunge Malpezzi – denunciato un fantomatico attacco per affossare la Regione quando in realtà si sarebbe trattato di un loro preciso, ennesimo sbaglio“.
Anche il deputato M5S lombardo e viceministro al Mise Stefano Buffagni commenta: “Io penso alle partita Iva, ai nostri negozianti, ai professionisti, e a tutto il nostro comparto produttivo. Un errore come questo è costato caro proprio a queste categorie”, scrive su Facebook.
In Lombardia Pd e Movimento 5 Stelle attaccano il governatore lombardo e la nuova assessora: “Fontana e Moratti spieghino subito e in modo convincente se da una settimana siamo in zona rossa perché la Regione Lombardia ha sbagliato a calcolare l’Rt – ha dichiarato per il gruppo regionale Dem il capodelegazione in commissione Sanità Samuele Astuti – Inutile dire che sarebbe un errore molto grave, che ha avuto ricadute pesanti sulla vita dei lombardi, sugli studenti che non sono andati a scuola, sui ristoratori e sui negozianti che hanno dovuto tenere chiuse le loro attività. Se, dopo giorni di polemiche e di ricorsi, la responsabilità della serrata fosse della Regione, Fontana dovrebbe perlomeno chiedere scusa pubblicamente e con lui tutti gli esponenti del centrodestra regionale che hanno accusato il Governo di aver voluto affossare la Lombardia e la sua economia”.
Fa eco il pentastellato Massimo De Rosa, capogruppo in Lombardia: “Così fosse, Regione Lombardia risponda di questo imperdonabile errore e paghi i danni a tutte quelle imprese, a tutti quei lavoratori, a tutti quegli studenti che stanno subendo sulla propria pelle gli effetti dell’incapacità di questa Giunta. Non solo hanno dimostrato di non saper gestire l’emergenza, ma ora parrebbe che per un loro errore nel comunicare i dati abbiamo pagato il prezzo, economico e psicologico, di una settimana in zona rossa. Ora paghino i danni.”

(da “Il Fatto Quotidiano”)

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