destra di popolo

DA PARTITO DELL’AMORE A PARTITO DELLA PAURA DELLA LIBERTA’: NEL PDL CRESCE IL DISSENSO SOTTERRANEO

Aprile 30th, 2010 admin

DALLA EPURAZIONE DEI FINIANI ALLA BUFERA SU SCAJOLA, DALL’ARROGANZA DEL PREMIER ALLA CORTE DEI MIRACOLATI: NON SI VIVE A LUNGO COI RICATTI…. CHI MINACCIA LE ELEZIONI ANTICIPATE DIMOSTRA SOLO LA PROPRIA DEBOLEZZA: DOPO LA SCONFITTA ELETTORALE E IL DISSENSO DI FINI, IL RE E’ NUDO E SENZA IDEE

In pochi giorni l’elettore di centrodestra ha assistito alla trasformazione del Popolo delle libertà in un ring mediatico, un “partito della paura” dove è vietata ogni forma di dissenso e di confronto di idee, in mano a un cesarismo neppure motivato da una buona gestione dell’impero.
Un partito in calo pauroso di consensi, nonostante l’immobilismo di una opposizione senza idee innovatrici, un leader che spaccia per riforme della giustizia leggi ad personam, una corte di miracolati pronta a tradire per un boccone di poltrone, una linea politica inesistente, appiattita su posizioni xenofobe.
Altro che partito liberale di massa, siamo al capolinea di un “ammasso illiberale” che ghigliottina persino le idee difformi.
A chi pone questioni di linea politica si risponde “infilzandolo” al grido di “te la farò pagare”.
A chi si smarca con il “divieto di andare in tv ad esporre idee”.
A chi si prostra ai piedi del sovrano con l’investitura a “emerito gentiluomo di corte”.
A chi non dà spiegazioni di 900.000 euro in nero ricevuti da imprenditori equivoci, con l’assicurazione “finirà in una bolla di sapone”.
Una politica gestita il lunedì nella magione privata del sovrano dove si spartiscono i posti e si tagliano le teste, mentre gli altri giorni della settimana i parlamentari, esautorati di ogni ruolo, dovrebbero assicurare la ratifica di decisioni prese altrove, da soggetti in numero dispari inferiore a tre (ovvero da uno solo).
A nessuno interessa che sul territorio il Pdl non esista, ci pensa il sovrano a perdere consensi con i suoi messaggi unificati sulle tv pubbliche e private  Tra uno spot sulla mozzarella e uno sulla pizza, tra una censura e un scodinzolino, arriva lo spottone del premier. Continua »

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SANZIONI PER CHI NON DICE “BUONASERA” AL SINDACO

Aprile 30th, 2010 admin

A GAVARDO (BS) IL SINDACO INVIA UNA CIRCOLARE AI DIPENDENTI DOVE LI INVITA ALLA “FORMALITA’ DEL SALUTO”, ANCHE “ALZANDOSI SE CI SI TROVA SEDUTI” E “DICENDO BUONGIORNO E BUONASERA”… CHI NON OTTEMPERA COMPIE “UN ILLECITO DISCIPLINARE” SANZIONABILE

Ormai i sindaci, stressati dalle mancate entrate statali, sono notoriamente sull’orlo di una crisi di nervi, presi tra autovelox contestati, carenze di organico, emanazione dei divieti più disparati e multe fantasiose.
Protesi a incassare eurini in ogni modo per salvare la cassa comunale, in attesa del federalismo fiscale che li autorizzerà a stangare ancora di più i cittadini, basta un niente e si sentono offesi anche da un battito di ciglio. Forse in tal senso va interpretata una circolare per ora unica in Italia, emanata il 14 aprile dal sindaco di Gavardo (Bs) e stilata in bella forma, dopo una consultazione del galateo, dal segretario comunale.
La circolare è indirizzata ai dipendenti comunali, vigili compresi, che vengono invitati alla “formalità del saluto ad autorità militari, civili e religiose, sindaco e superiori”.
Saluto da compiersi “anche alzandosi, se ci si trova seduti” e avendo cura di “dire buongiorno o, nelle ore postmeridiane, buonasera”.
Non è prevista la soluzione intermedia del “buona mattinata” e del “buon pomeriggio”, almeno in questa fase sperimentale.
Per la polizia locale invece, al passaggio del sindaco “è obbligatorio il saluto militare”, non è indicato se è consigliato anche lo sbattere degli stivali.
Sarà anche un richiamo alle buone maniere, come ha dichiarato il sindaco, Emanuele Vezzola, ma il fatto che chi non si adegua compia “un illecito disciplinare sanzionabile”, apre le porte a provvedimenti punitivi.
Ora, notoriamente la buona educazione “se uno non l’ha già in sé, nessuno gliela può insegnare”, ma viene naturale il dubbio che forse un sindaco avrebbe cose più rilevanti da seguire, nell’interesse dei suoi amministrati, che creare in Comune un clima da caserma. Continua »

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SOLDI IN NERO DA ANEMONE PER LA CASA DI SCAJOLA: 80 ASSEGNI PER 900.000 EURO PER PAGARE LA CASA DEL MINISTRO A ROMA

Aprile 29th, 2010 admin

AMMISSIONI DEL BRACCIO DESTRO DI ANEMONE: HA CONSEGNATO ASSEGNI CIRCOLARI DELL’IMPRENDITORE (SOTTO INCHIESTA PER IL TERREMOTO), PER PAGARE LA DIFFERENZA TRA IL VALORE REALE DELL’APPARTAMENTO (1,5 MILIONI) E QUELLO DICHIARATO DAL MINISTRO (0,6 MILIONI)…A CHE TITOLO SCAJOLA AVREBBE  ACCETTATO QUELLA SOMMA?

La vicenda sta assumendo contorni pesanti e il ministro Scajola fino ad oggi non ha dato sinceramente risposte convincenti.
Parliamo  dell’appartamento che, nel luglio 2004, il ministro ha acquistato a Roma, in via del Fagutale da Barbara e Beatrice Papa, proprietarie dell’alloggio.
Scajola ha dichiarato  di averlo pagato 600.000 euro, attraverso un piccolo anticipo e poi accendendo un grosso mutuo.
In realtà, per l’acquisto, secondo i magistrati di Perugia, sono serviti anche 900.000 euro in nero messi a disposizioni dal costruttore Anemone (quello inquisito per il terremoto dell’Aquila), attraverso il suo architetto e progettista Angelo Zampolini.
Circostanza che non è più un’ipotesi investigativa, ma che è stata confermata  dalle dichiarazioni a verbale dell’architetto  e dalla minuziosa ricostruzione del tragitto del denaro, effettuata dalla Guardia di Finanza.
Zampolini ha ammesso in pratica di aver versato, nel luglio 2004,  900.000 euro in contanti sul proprio conto, nella filiale 582 della Deutsche Bank  di Roma, cifra consegnatali da Anemone.
Quindi Zampolini dà disposizione alla banca di trasformare la somma in 80 assegni circolari intestati a Barbara e Beatrice Papa, proprietarie dell’appartamento di via del Fagutale che Claudio Scajola, allora ministro per l’Attuazione del Programma, aveva deciso di acquistare.
Il 6 luglio, giorno del rogito, gli 80 assegni circolari vengono incassati dalle sorelle Papa, insieme ai 600.000 euro del “prezzo in chiaro” pagato dal ministro (importo ufficiale per cui era stato registrato l’atto notarile).  Continua »

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BERLUSCONI: “FUORI SUBITO BOCCHINO, POI TOCCHERA’ AL SUO CAPO”… FINI: “NON FACCIA EPURAZIONI, NON GLI CONVERREBBE”

Aprile 29th, 2010 admin

IL SANTONE DEL “PARTITO DEL’AMORE CHE VINCE CONTRO L’ODIO” DECAPITA LA PRIMA TESTA DI CHI OSA CRITICARE LA SUA “SETTA ASSATANATA”…. COME MAI IERI, QUANDO IL GOVERNO E’ ANDATO SOTTO ALLA CAMERA, ERANO ASSENTI 11 LEGHISTI E 95 DEPUTATI DEL PDL? DOV’ERANO CICCHITTO, GHEDINI, VERDINI, GELMINI, FITTO, COSENTINO? TUTTA COLPA DEI FINIANI?

Pare che di tutte le questione politiche poste da Gianfranco Fini sul tavolo del dibattito interno al Pdl e su cui il presidente della Camera chiede un confronto, la cosa che abbia fatto andare più in bestia il premier sia averlo sentito sostenere che quel demenziale inno “Meno male che Silvio c’è” non gli piace.
Silvio era stato zitto quando Bossi disse che “con il tricolore della bandiera mi ci pulisco il culo”, ma in questo caso non ammette che qualcuno possa criticare quello che per lui potrebbe anche sostituire l’inno nazionale, magari attraverso un provvedimento musical-canoro ad personam, uno dei tanti.
Come si permette Fini di andare in Tv e arrivare non solo a contestare il partito ma persino lo “spartito”?
Frutto di notti insonni dei cortigiani di corte e dei menestrelli del reame.
Oggi ha dato mandato a Cicchitto, da lui peraltro criticato spesso perchè “veste male”, di lordarsi l’abito non firmato con gli schizzi di sangue della testa di Italo Bocchino, decapitato in diretta alla Camera per aver vincolato le proprie dimissioni di vice-capogruppo a quell del suo capo Cicchettone.
Il santone della “setta assatanata” non ammette dissensi: chi viene meno al giuramento assatanico va eliminato.
“Fuori subito Bocchino, poi tocca al suo capo” ha ordinato alle sue sgangherate truppe multietniche di dubbia provenienza.
E pazienza se ieri alla Camera il governo è uscito battuto di un voto sull’arbitrato del lavoro: è sicuramente colpa dei sabotatori finiani.
Ma diamo un’occhiata agli assenti: nel centrosinistra era latitanti in 35, nel centrodestra erano uccel di bosco 95 pidiellini e 11 leghisti.
Mancavano meno di 10 finiani in tutto, ma dov’erano gli 11 della Lega?
In qualche mensa di asili nido a sottrarre i panini ai bambini indigenti forse? Dov’erano Cicchitto, Ghedini, Verdini, la Biancofiore, la Gelmini, Berruti, Fitto, Cosentino e altri fedelissimi del premier?
Metà in missione e metà assenti ingiustificati? Continua »

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SEMAFORI TRUCCATI PER FARE CASSA: PRIMO ESEMPIO DI FEDERALISMO FISCALE?

Aprile 29th, 2010 admin

L’INCHIESTA SUI SEMAFORI “VAMPIRI” HA COINVOLTO 35 COMUNI: SOLO A SEGRATE INCASSATI 2,5 MILIONI GRAZIE ALLE MULTE…. LA NECESSITA’ DI AUMENTARE LE ENTRATE, VISTO LA RIDUZIONE DEI CONTRIBUTI STATALI, PORTA I COMUNI A INVENTARSI NUOVE TASSE PALESI OD OCCULTE…LA “SERVICE TAX” CHE SOSTITUIRA’ I  TRIBUTI LOCALI SIAMO CERTI CHE NON RISULTERA’ ALLA FINE PIU’ GRAVOSA?

Li hanno chiamati semafori “vampiri” perchè i loro rossi troppo frequenti hanno succhiato dalle tasche degli automobilisti svariati milioni, dirottandoli nelle casse di oltre trentacinque Comuni italiani (2,5 milioni nella sola Segrate).
Eppure dovevano essere semafori “intelligenti”, salvo truffare i cittadini con il “giallo” che durava solo quattro secondi, incastrando l’automobilista che diventava trasgressore per forza, non riuscendo ad attraversare un incrocio alla velocità della luce.
La Procura di Milano ha indagato a lungo sul T-red, ovvero sul sistema digitale di rilevazione delle infrazioni al passaggio con il rosso tramite telecamere e ha indagato alla fine 38 persone per associazione a delinquere, compresi una quindicina di comandanti della polizia locale e alcuni sindaci. Semafori attivi 24 ore su 24, “senza che vi fosse il necessario requisito delle particolari condizioni di  circolazione”.
Un sistema che andava avanti dal 2006 e che avrebbe fatto guadagnare sia i Comuni che le società che percepivano percentuali sulle multe.
Si legge nell’avviso di conclusione delle indagini infatti che “è stato fissato dolosamente in 4 secondi il tempo di durata del giallo”, impossibile da rispettare per uscire dall’incrocio senza passare con il rosso.
In Italia qualcuno trova sempre il sistema per fare la cresta, ma che il marcio indossi le vesti della legalità fa ancora più impressione.
Se 35 comuni infatti hanno messo in atto un un sistema pianificato in ogni dettaglio , è sintomo rivelatore e cartina al tornasole di quanto siano tenuti in considerazione i cittadini dalle loro amministrazioni locali, sacrificati spesso a beneficio di bilanci esausti.
I contributi statali si riducono sempre di più? Continua »

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GOVERNO BATTUTO ALLA CAMERA: 225 A 224 SULL’ARBITRATO, 95 ASSENTI NEL PDL, MA SE LA PRENDONO COI FINIANI

Aprile 28th, 2010 admin

APPROVATO UN EMENDAMENTO DEL PD CHE MODIFICA LA NORMATIVA, PERALTRO GIA’ RINVIATA DA NAPOLITANO ALLE CAMERE….TENSIONE IN AULA TRA FINIANI E BERLUSCONIANI, MA SONO DUE ANNI CHE IL PDL TOLLERA GLI ASSENTI E NON PRENDE PROVVEDIMENTI…E’ LA DIMOSTRAZIONE CHE FINI ORMAI E’ DECISIVO

Il governo è stato battuto per un solo voto (225 contro 224) alla Camera su un emendamento del Pd all’articolo 31 (arbitrato) del Ddl sul lavoro.
A pesare sul risultato l’assenza di ben 95 deputati del Pdl.
Sfiorata la rissa dopo che Giancarlo Lehner ha accusato il finiano Antonino Lo Presti di aver organizzato una trappola sul voto. “Ma quale imboscata dei finiani! Ti devi vergognare a dire queste cose!”, è stata la risposta del deputato, vicino a Gianfranco Fini.
Qualche spintone e qualche parola di troppo e per poco i due non sono venuti alle mani proprio in Transatlantico.
A dividerli è stato il deputato del Pdl, Simone Baldelli. Ad arrabbiarsi anche Fabio Granata che è andato dallo stesso Baldelli per far presente l’assurdità dell’accusa. “Dite a Berlusconi che se manda avanti questi personaggi finisce male…”, è stato lo sfogo di Lo Presti.
Ironico il segretario del Pd Pierluigi Bersani: “Non so se si sono estesi i finiani…”.
Il relatore, Giuliano Cazzola, che aveva dato parere contrario così come il governo, ha immediatamente chiesto una sospensione dei lavori.
Esponenti di maggioranza che erano intervenuti in dichiarazione di voto avevano sottolineato come l’emendamento potesse “scardinare” le norme sull’arbitrato, attualmente in fase di revisione dopo che il presidente della Repubblica Napolitano aveva rinviato il testo del provvedimento alle Camere.
Dopo mezz’ora di sospensione, alla ripresa dei lavori Cazzola ha chiesto l’accantonamento dell’articolo 31, perché la commissione Lavoro non è ancora riuscita ad accertare l’impatto dell’emendamento sulla normativa. Continua »

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IL CARROZZONE RAI PERDE 200 MILIONI IN UN ANNO E MANDA A CASA 1.200 DIPENDENTI CON GLI INCENTIVI

Aprile 28th, 2010 admin

LA RAI SPENDE 350 MILIONI IN PIU’ RISPETTO A QUANTO INCASSA CON IL CANONE, MA NON LI RECUPERA PIU’ CON LA PUBBLICITA’…SI PROFILA UN AUMENTO DEL CANONE, MENTRE NELLA LOTTA ALL’EVASIONE NON SI FA NULLA… E I BUROCRATI RACCOMANDATI DALLA POLITICA SONO ATTACCATI ALLA POLTRONA

Secondo i pessimisti sarebbero 1.200, secondo i piani nobili (si fa per dire) di viale Mazzini sono “appena” 1.000.
Ma le voci che circolano sul personale Rai in esubero parlano di 1.500 dipendenti che potrebbero rientrare  nel piano triennale che i vertici Rai stanno predisponendo attraverso “Incentivi per la fuoriuscita”.
Un eufemismo per celare i tagli che sono destinati a colpire una parte dei 13.000 dipendenti della Tv pubblica italiana nei prossimi tre anni.
Un piano da “lacrime e sangue”, con l’obiettivo di portare a pareggio i conti sempre più dissestati e che non risparmierà neanche i giornalisti, “troppi e troppo costosi”, secondo il direttore generale Mauro Masi.
Quali siano le testate che dovranno subire la maggiore cura dimagrante non è ancora dato sapere, come al solito conteranno i padrini politici: chi verrà tutelato e chi no.
Ovviamente si riparla in questi casi di “tagli alle poltrone inutili”, di riassorbimento delle consorziate e di esternalizzazione dei servizi non strategici, discorsi sentiti da decenni e che si ripetono in queste circostanze, salvo poi non concludere nulla.
Ad esempio Mediaset ha affidato a una ditta esterna il lavoro delle truccatrici qualche mese fa: ora in Rai, con comodo, stanno valutando se non sia il caso di seguirne l’esempio.
Come se il problema Rai fosse rappresentato dalle truccatrici e non dai politici taroccatori che hanno riempito le sedi locali e nazionali di loro portaborse, lottizzando il personale, dai giornalisti fino ai magazzinieri. Continua »

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SONDAGGIO CRESPI, IL 40% ELETTORI DEL PDL STA CON FINI: IN 15 GIORNI UN SUO EVENTUALE PARTITO PASSA DAL 5% al 9%

Aprile 28th, 2010 admin

COME PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, L’ELETTORE PDL VOTEREBBE PER IL 55,2% BERLUSCONI, PER IL 33,1% FINI, CONSIDERATO PIU’ CREDIBILE E ONESTO…SOLO PER IL 21,8% DI PIDIELLINI DOVREBBE DIMETTERSI DA PRESIDENTE DELLA CAMERA…PER IL 25,6% IL GOVERNO E’ TROPPO CONDIZIONATO DALLA LEGA…FINI IN COSTANTE CRESCITA

L’ennesimo sondaggio dimostra che le posizioni di Gianfranco Fini sono tutt’altro che isolate tra l’elettorato del Pdl.
Al di là delle convenienze parlamentari e dei “traditori” ex-aennini appecorati al nuovo padrone (fin che dura), la base del Pdl (e non solo quella), delusa da due anni di governo del nulla, mostra solidarietà a Fini in modo impensabile per molti. I risultati di “Crespi ricerche” confermano e amplificano i dati già emersi in altri sondaggi.
Intanto il 98,9% degli elettori dichiarano di essere a conoscenza dello “strappo” interno tra il premier e il presidente della Camera.
Un popolo solitamente distratto, in questo caso ha seguito attentamente la vicenda.
Quando gli si chiede quali possono essere le cause di questo scontro, l’elettore di centrodestra risponde per il 26,5% “una lotta di potere”, per il 25,6% le “politiche di governo troppo succubi alla Lega”, per il 20,4% la “perdita di voti alle ultime regionali”, per il 18,2% lo “scontro di personalità“, per il 7,1% “l’eccessivo protagonismo” di Berlusconi.
Quasi il 40% delle risposte rivela un giudizio negativo verso il premier. Percentuale confermata anche dalle risposte su chi è da ritenersi responsabile dello scontro: un 40% di colpa a testa.
Ma ancora di più dalla indicazione dell’elettorato Pdl alla domanda:” Se si votasse per l’elezione diretta del Presidente della Republica per chi voterebbe dei due?”.
Il 55,2% sceglierebbe Berlusconi, il 33,1% Fini, circa il 12% nessuno dei due o non sa.
Altra considerazione dell’elettore: il premier è considerato più simpatico e concreto, Fini più credibile e onesto. Continua »

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PER AMPLIFICARE LA VOCE DI UNA DESTRA SOCIALE E POPOLARE

Aprile 28th, 2010 admin

IL NOSTRO SITO E’ VISITATO ORMAI OGNI GIORNO DA MIGLIAIA DI AMICI E RAPPRESENTA, COMUNQUE LA PENSIATE, UNA VOCE LIBERA NEL DESERTO DEL CONFORMISMO DELLA DESTRA…ECCO COME POTETE DARCI UNA MANO PER FARCI CONOSCERE ANCORA DI PIU’

In un momento in cui finalmente a destra qualcosa si muove e il dibattito delle idee prende forza, per un sito come il nostro è motivo di orgoglio rappresentare da quasi tre anni una nicchia di approfondimento e di analisi fuori dagli steccati e un’isola di libera espressione senza padroni.
Tante cose che abbiamo sostenuto si stanno avverando, tante critiche che avevamo avanzato in tempi non sospetti stanno diventando patrimonio comune di tanti amici di area.
Abbiamo raggiunto traguardi impensabili: 540.000 visite, 2.000 articoli, punte giornaliere anche sopra le 5.000 entrate.
Dati che ci pongono tra i primi siti italiani di destra e che ci fanno monitorare da agenzie di stampa, quotidiani, istituzioni, enti locali.
Sicuramente non tutti quelli che ci leggono sono d’accordo con noi o sono riferibili alla nostra area politica: non è un difetto, è un valore aggiunto.
Non amiamo una destra chiusa, bloccata, autoreferenziale, riteniamo piuttosto che solo attraverso il confronto delle idee si possa crescere insieme, fermo restando le proprie personali convinzioni di fondo.
Abbiamo scelto la strada della coerenza a una visione del mondo e a una concezione di destra sociale, vicina ai più deboli, che sappia coniugare legalità e solidarietà, valori di unità nazionale e rispetto degli avversari.
Siamo scomodi, ce ne rendiamo conto: questo è un paese delle fazioni, non del confronto e delle sintesi.
E’ un Paese dove i partiti cercano di “carpire” il voto, non di dimostrare di “meritarlo” e in cui assistiamo a una trasposizione dei valori dell’avere, non di quelli dell’essere.
Una politica dove conta ciò che appare e non la sostanza, la percezione non la realtà. Continua »

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