Settembre 17th, 2010 admin
IL MINISTRO, SOTTO PRESSIONE, ALLA FINE HA CEDUTO E HA INVITATO IL SINDACO DI ADRO A RIMUOVERE DALLA SCUOLA I SIMBOLI LEGHISTI…I FINIANI: “IL SINDACO PAGHI DI TASCA SUA LE SPESE”… NOI PENSIAMO CHE DEBBA ESSERE COMMISSARIATO
Via il sole delle Alpi, simbolo della Lega, dalla scuola di Adro, paesino del
bresciano governato dal Carroccio.
Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, con una lettera fatta inviare nei giorni scorsi dal direttore dell’ufficio scolastico della Lombardia, ha chiesto al sindaco di Adro, Oscar Lancini, di «adoperarsi per la rimozione dal polo scolastico del simbolo» noto come il «sole delle Alpi».
Nel nuovo polo scolastico costruito ad Adro infatti il simbolo utilizzato dalla Lega spunta sui tetti, sui banchi, nelle aiuole e addirittura sui posacenere.
Ieri erano state almeno un migliaio le persone a partecipare ad Adro alla manifestazione contro la collocazione del simbolo leghista nella scuola.
Nella lettera del ministero, firmata dal direttore Giuseppe Colosio, viene dato atto al sindaco di Adro di aver realizzato «attrezzature didattiche all’avanguardia», ma è anche spiegato che non può essere nascosto il fatto che «il sole delle Alpi» è uno dei simboli utilizzati dalla Lega, il movimento politico al quale appartiene la maggioranza dell’amministrazione comunale di Adro.
Nella lettera si ricorda l’attenzione mediatica di questi giorni e si sottolinea che è dovere dell’amministrazione evitare che la politica di parte entri nella scuola: la delicatezza della funzione - si legge nel testo - impone di intervenire anche in caso di solo sospetto, per evitare ogni possibile strumentalizzazione.
«Ci voleva una grande mobilitazione civile per spingere il ministro a chiedere una cosa di ordinario buon senso nonché suo preciso dovere e cioè togliere il simbolo della Lega dalla scuola di Adro. E finalmente è arrivata l’eclissi del sole delle Alpi», ha commentato Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd.
«Bisogna dare atto al ministro dell’istruzione di essere finalmente intervenuta per rimettere ordine nell’incredibile vicenda della “scuola di partito” di Adro. Ora speriamo che non si apra un braccio di ferro con la Lega, che d’altra parte ha già ottenuto la pubblicità che voleva», ha detto il deputato di Fli Benedetto Della Vedova.
«A questo punto - ha proseguito Della Vedova - spero almeno che le spese per la “deleghistizzazione” del Polo scolastico, i simboli leghisti sono e vanno tolti ovunque, non finiscano a carico dei cittadini di Adro, ma degli amministratori che hanno prodotto, con una scelta sconclusionata, anche un danno erariale per il Comune».
Il sindaco Lancini è finito per la terza volta, da quando ricopre l’incarico, al centro della ribalta mediatica nazionale.
Prima del sole delle Alpi era stato per le «taglie sui clandestini» e poi per la mensa scolastica negata ai bimbi che non erano in regola con le rette.
Tutti elementi, a nostro giudizio, per ritenere che l’amministrazione comunale di Adro debba essere commissariata da tempo, come nei casi dei comuni soggetti ad infiltrazione mafiosa.
Attuando provvedimenti in palese violazione delle leggi del nostro Paese e in contrasto con la Costituzione repubblicana.
Il fatto che il sindaco sia stato eletto dai cittadini non ha rilevanza giuridica, anche nei comuni mafiosi accade la stessa cosa.
Se il Pdl non avesse dimostrato da anni di scattare sull’attenti a ogni corbelleria leghista, certi soggetti non si sarebbero permessi di arrivare a casi come questi che sputtanano il nostro Paese nel mondo.
E la stessa Gelmini fino a pochi giorni fa non dimentichiamo che tendeva a minimizzare e giustificare il sindaco.
Se ora ha ceduto è stato perchè si stava mobilitando il Paese e si stavano intraprendendo azioni giudiziarie.
E a livello politico i finiani (e non solo) avevano chiesto di intervenire: un caso politico su Adro Berlusconi non poteva permetterselo.
argomento: LegaNord, RAI, Costume, televisione, PdL, Fini, denuncia, governo, Berlusconi, Politica | Commenta »
Settembre 17th, 2010 admin
SECONDO LA LEGGE I MEMBRI DEL PARLAMENTO NON POSSONO AVERE INCARICHI IN SOCIETA’ PUBBLICHE….UNO STRANO INTRECCIO: SPEZIALI E’ STATO VOTATO DAL FIGLIO CHE E’ NEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA SOCIETA’ AEROPORTUALE…LA FAMIGLIA POSSIEDE IMPORTANTI AZIENDE NEL SETTORE DEI MATERIALI DI COSTRUZIONE E PER RIFARE L’AEROPORTO SONO STATI STANZIATI 60 MILIONI DI EURO
Fra gli aeroporti calabresi e il Senato è ormai attrazione fatale: senza distinzione di
schieramento.
Pietro Fuda, senatore del centrosinistra, è stato amministratore unico dell’aeroporto di Reggio Calabria?
Ora è toccato a Vincenzo Speziali, 79 anni, originario di Bovalino, senatore in carica del Popolo della libertà, nominato in piena estate presidente della S.A.Cal.
È la società che gestisce lo scalo aeroportuale di Lamezia Terme, controllata al 68% da azionisti pubblici, fra cui la Regione Calabria, alcuni Comuni, le Province di Catanzaro e Cosenza.
Il restante 32% è invece in mano a un assortito gruppo di privati: un assembramento nel quale c’è di tutto, dagli Aeroporti di Roma al Monte dei Paschi di Siena, alla Banca Carime, fino alla Giacinto Callipo, ditta produttrice del tonno conservato che fa capo all’imprenditore Filippo Callipo, candidato dipietrista alle ultime elezioni regionali.
La singolarità della vicenda, tuttavia, non è dovuta a questo.
Intanto che un senatore in carica venga messo alla presidenza di una società controllata dal pubblico, incarico in questo caso pienamente operativo con deleghe importanti, è un fatto che oggettivamente non può passare inosservato.
Al riguardo, la legge sulle incompatibilità parlamentari, tuttora in vigore, è chiarissima: fra gli altri impedimenti, i membri del Parlamento non possono avere cariche in società pubbliche.
Ancora più chiara in questo caso, se si considera che il senatore è stato designato come rappresentante della Regione Calabria nel consiglio della S.A.Cal. dal governatore Giuseppe Scopelliti.
Basta leggere il primo articolo della legge 60 del 1953: «I membri del Parlamento non possono ricoprire cariche o uffici di qualsiasi specie in enti pubblici o privati per nomina o designazione del governo o di organi dell’amministrazione dello Stato».
Lampante, no? Ma solo sulla carta, naturalmente, perché la storia dimostra che in un modo o nell’altro, con acrobatiche interpretazioni delle norme, le incompatibilità si aggirano sempre.
E non è finita qui.
La lettura del verbale del consiglio di amministrazione che ha deciso la nomina rivela particolari sorprendenti.
Per esempio, fra i consiglieri che hanno votato il nuovo presidente c’è anche suo figlio Giuseppe, che siede nel consiglio della S.A.Cal. in rappresentanza degli Aeroporti di Roma.
Di mestiere fa l’imprenditore, come suo padre.
La famiglia di Vincenzo Speziali ha infatti interessi assai ramificati nel settore dei materiali da costruzione, dell’edilizia e dell’energia.
Imprese come la Calce Meridionale, la Laterizi solai prefabbricati, la Edilizia residenziale prefabbricata, la Servizi industriali e altre ancora.
Un gruppo nel quale riveste un ruolo pure il fratello maggiore di Giuseppe, Antonio Speziali, che è fra l’altro consigliere di amministrazione di un’altra impresa pubblica: la Società risorse idriche calabresi, controllata al 53,5% dalla Regione Calabria (il resto è del gruppo francese Veolia).
La nomina risale al 23 giugno 2010, cinque giorni dopo che la Procura della repubblica di Catanzaro ne chiedesse il rinvio a giudizio per una vicenda, ha scritto l’8 settembre la Gazzetta del Sud, «di violenza privata aggravata dalla mafiosità» relativa all’aggiudicazione di un terreno.
L’udienza preliminare, secondo quanto ha riferito il giornale, è fissata per il 18 ottobre.
Unico a non condividere la designazione del senatore Speziali alla presidenza della società aeroportuale, astenendosi, è stato il rappresentante del Comune di Lamezia Terme.
Per «motivazioni prettamente tecniche», spiega il verbale.
In pratica per la decisione di nominare presidente di un’azienda a maggioranza pubblica un senatore in carica la cui famiglia possiede un piccolo impero nel settore dei materiali edilizi.
Proprio nel momento in cui la stessa società sta per avviare un progetto di 60 milioni di euro, finanziato con fondi pubblici, per rifare l’aeroporto: operazione che richiederà un massiccio impiego di quei prodotti.
E tanto più che nel consiglio di amministrazione della S.A.Cal. siedono addirittura due esponenti di quella famiglia imprenditoriale, padre e figlio.
Elementi sufficienti per avere molte perplessità sulla gestione dell’intera vicenda.
argomento: Lavoro, Costume, Regione, PdL, denuncia, la casta, Politica | Commenta »