destra di popolo

FARSA AI CARAIBI: IL MINISTRO DICE “LA LETTERA L’HO SCRITTA IO”, MA LE PROVE DI QUANTO HA SCRITTO NON LE FA VEDERE

Settembre 24th, 2010 admin

CI SIAMO SBAGLIATI: PENSAVAMO CHE AVESSERO TAROCCATO SOLO IL DOCUMENTO, INVECE ANCHE CHI DICHIARA IL FALSO…. PERCHE’ LA MAGISTRATURA ITALIANA NON APRE UN’INDAGINE SUGLI STRANI MOVIMENTI DI DENARO SU CERTI CONTI DI ST. LUCIA SEGNALATI DAI SERVIZI AMERICANI?….BASTA CHIACCHIERE: FUORI I DOCUMENTI E LE PROVE

Il teatrino della politica si è trasferito dall’Italia a un’altra repubblica delle banane.
La lettera con cui il ministro della giustizia del paradiso fiscale caraibico, Rudolph Francis, spiega al primo ministro Stephenson King  che dietro le società off-shore che hanno comprato il famoso appartamento di Montecarlo ci sarebbe Giancarlo Tulliani, cognato di Gianfranco Fini, viene confermata in “tre veloci minuti tre” davanti a tre giornalisti italiani convocati d’urgenza.
Lo spiega proprio il ministro Francis, in una conferenza stampa convocata a sorpresa alle 18 (ora italiana) a Santa Lucia.
“La lettera è autentica, ho deciso di scriverla al primo ministro per informarlo su una vicenda che rischiava di danneggiare l’economia dell’isola”.
L’attenzione dei giornalisti italiani e pare la presenza dei servizi segreti stava danneggiando la reputazione della piccola isola che vive della sua riservatezza sulle vicende fiscale dei clienti.
Certo, forse la danneggia di più la pubblicazione di un documento che doveva restare all’interno degli uffici del governo, ma questo sembra un dettaglio poco rilevante,
Così come il fatto che  per la prima volta nella storia sarebbe stato violato dal governo di St. Lucia il diritto alla segretezza della clientela.
“Non so come la lettera che ho scritto al primo ministro sia finita nelle mani dei giornalisti che l’hanno pubblicata”, ha sostenuto Francis.
Ma che strano, chissà chi l’avrà passata a un giornalista in Honduras e da questi a Santo Domingo e poi a Dagospia : il tutto  a tempo di record.
Sulla fondatezza del contenuto del memo che indica Giancarlo Tulliani come proprietario e beneficiario delle due società off shore, il ministro afferma: “Dalla mia indagine preliminare sono emersi determinati fatti e quindi ho scritto un memo confidenziale al primo ministro informandolo dei risultati della mia ricerca iniziale. Nelle stesso tempo, però, ho fatto partire una inchiesta formale sulla questione il cui risultato verrà reso pubblica”.
Documenti, prove please.
Documenti zero, prove zero, solo “preliminari”, “ricerca iniziale” e altre prese per il culo.
La conferenza stampa, durata pochi minuti e senza possibilità di fare domande,  è stata convocata d’urgenza: Francis si era impegnato a chiarire, ma non ha chiarito nulla.
Ha solo detto che la lettera l’ha scritta lui, sai che gliene frega agli italiani.
E chi garantisce che non scriva sotto  dettatura e spari palle spaziali.
Il ministro Francis sarebbe da poco rientrato da un viaggio in Europa, in Svizzera: che ci sarà andato a fare?
Fino a ieri le istituzioni di Saint Lucia promettevano di fornire spiegazioni sulla vicenda solo la prossima settimana.
Che cosa può aver fatto loro cambiare idea?
Una coincidenza, in effetti, c’è: l’annuncio di Gianfranco Fini (diramato nel primo pomeriggio di oggi) di un video per chiarire l’affaire di Montecarlo.
Che qualche canarino gli abbia consigliato di fare in fretta?

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LA TELEFONATA ANONIMA DAL GOVERNO DI ST. LUCIA AD “ANNO ZERO”: “UNA GRANDE SOCIETA’ ITALIANA HA CHIESTO UN FAVORE AL GOVERNO”

Settembre 24th, 2010 admin

DA GINEVRA TELEFONA ALLA RAI UN ESPONENTE DELLO STAFF DEL MINISTRO DEGLI ESTERI DI ST. LUCIA CHE VUOLE RIMANERE ANONIMO… SI SCOPRE OGGI CHE A GINEVRA C’ERA ANCHE IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA DI ST. LUCIA…”L’ISOLA E’ PIENA DI AGENTI SEGRETI ITALIANI, RUSSI E LIBICI”…”CI HANNO CHIESTO DI FARE E DIRE QUALCOSA CHE RIGUARDA IL VOSTRO GOVERNO CIRCA UNA CASA, CI HANNO MINACCIATO”

C’è anche una telefonata alla redazione di Annozero a creare un ulteriore elemento di suspence nel giallo di Montecarlo.
Che forse sarebbe meglio definire ormai il giallo di Saint Lucia.
Intorno alle ore 22 e 20 di ieri, durante la trasmissione Annozero, un funzionario della direzione della Rai avvisa la redazione che un esponente del Governo di Saint Lucia vuole intervenire.
La telefonata viene passata a un redattore del programma, Andrea Casadio, che parla un inglese fluente.
L’uomo dice di essere a Ginevra (dove in quelle ore era il ministro Francis all’insaputa della stampa italiana), si qualifica come appartenente all’entourage “della moglie del ministro degli Esteri di Saint Lucia” ma si rifiuta di fornire le sue generalità e quelle della moglie del ministro che – come si evince dal sito del Governo dello Stato caraibico – si chiama Rudolf Bousquet.
Il sedicente David sostiene di trovarsi in Svizzera perché le “famiglie dei ministri sono stati invitate a lasciare l’isola”.
Precisa di parlare solo confidenzialmente con il giornalista e che il Governo non farà dichiarazioni ufficiali.
Aggiunge che “Saint Lucia è piena di uomini dell’intelligence di Libia, Russia e Italia”.
Sulla lettera del ministro della giustizia Francis, il sedicente amico della moglie del ministro Bousquet dice: “quel documento è falso”. Non solo.
Aggiunge che “una grande società italiana” avrebbe chiesto di fare qualcosa al Governo di Saint Lucia. Poi accenna a minacce.
Questa è la trascrizione della telefonata.


Mi può dire il suo nome?

Non posso, mi spiace. Sono qui con la moglie del Ministro degli Esteri di Saint Lucia. Lei ha ricevuto molte chiamate da amici suoi sul vostro programma Anno Zero. Stavamo guardando… Ora siamo in Svizzera per affari… La moglie del ministro vorrebbe dire qualcosa… Ho appena chiamato il nostro governo e il nostro governo non ha assolutamente nulla da dichiarare. Ma la mia amica vorrebbe dire qualcosa…
Lei è il Primo Ministro?
No, sono solo un amico della moglie del Ministro degli Esteri…
Mi può dire il suo nome?
Mi può chiamare David.
E la moglie del Ministro può dirmi il suo nome?
Non posso dirlo, mi spiace.
E’ segreto? E’ una dichiarazione ufficiale?
No. Il nostro Governo non rilascia alcuna dichiarazione ufficiale. Ma la moglie del Ministro vorrebbe dire qualcosa perché ha paura. Se lei è interessato…
Mi sta dicendo che il governo di Saint Lucia non rilascia alcuna dichiarazione ufficiale al riguardo?
Sì, esatto. Ma posso dirle una cosa. Io solo so che ora Saint Lucia è piena di uomini dell’intelligence di Russia, Libia e Italia. Non per una operazione coperta dal segreto… ma piena di turisti… se capisce cosa intendo..
Sono lì e fanno finta di essere turisti ma sono spie, è questo che intende?
Voglio dire che in questo periodo ci sono molti turisti a Saint Lucia, e il nostro governo ha scoperto che questi turisti vengono dalla Russia e dalla Libia. La sola cosa ufficiale che sappiamo è che una corporation di intelligence Italiana ha chiesto qualcosa al nostro governo e non posso dire di più. Una corporation italiana ha chiesto qualcosa al nostro governo… su documenti e… la moglie dice che hanno richiesto al nostro governo di fare e dire qualcosa che riguarda il governo italiano… circa case e altre cose… ma il nostro governo si è rifiutato di farlo. Dopodiche’ Saint Lucia è diventato un paese pieno di turisti… intelligence russa e libica. Capisce cosa voglio dire?
Devo considerare queste dichiarazioni confidenziali?
Assolutamente confidenziali. Ma vorrei informarla di una cosa. Ora la moglie del ministro non desidera più parlare con e apparire in televisione. Ma ci teneva a farle sapere questo. Sta a lei decidere se vuole approfondire la questione o no. Le famiglie di tutti i ministri di Saint Lucia sono state invitate a lasciare l’isola. Tutte le famiglie di tutti i ministri, a parte due o tre, sono state invitate dal governo a lasciare Saint Lucia per qualche giorno.
Come misura precauzionale?
Potrebbe esserlo. Io faccio parte dell’entourage della moglie del ministro degli esteri. Le informazioni della nostra intelligence ci dicono che la Libia ha mandato agenti, che la Russia ha mandato agenti per parlare col nostro governo, e poi, alcuni giorni dopo, è accaduto che i vostri giornali hanno pubblicato un documento falso…
Falso? Lei dice che è falso? Lo conferma?
Assolutamente. Falso. Non è una dichiarazione ufficiale del governo di Saint Lucia, ma è un falso.
Il nostro governo ha detto a tutte le famiglie, ai membri del governo, all’intelligence, di non dire nulla al momento, perché il Primo Ministro non sa cosa fare per ora. Dovremo parlare con gli italiani e i libici e i russi. Così dice la moglie del Ministro. Poi parleremo. Siamo via dall’isola da una settimana e la moglie del primo ministro ha paura. Io sto traducendo quel che mi dice, le faccio da interprete. Lei voleva dire qualcosa agli Italiani, perché l’Italia è il cuore della faccenda, pensa. E’ da lì che parte tutto. Non possiamo parlare con altri giornali… Quando abbiamo contattato quelli di Santo Domingo abbiamo ricevuto delle minacce, non so se capisce cosa voglio dire. Lo so che tutto questo le può sembrare strano, potrei essere un pazzo o uno stupido ma non lo sono. La moglie del ministro voleva parlare nel suo programma, ma ora ha appena ricevuto una chiamata da suo marito che le ha detto che la vostra compagnia la Rai, lo ha chiamato… Vi abbiamo chiamato e qualcuno ci ha contattato e lei si è spaventata… Se vuole sviluppare questa notizia, lo faccia, è a sua discrezione. Può dire che la notizia proviene dall’entourage del Ministro degli esteri. E voglio dire un’ultima cosa. Il nostro Primo Ministro non dirà nulla. Ci ha detto che entro un mese sarà tutto finito, niente più libici, russi o italiani. Questo è tutto. Ora mi spiace dobbiamo chiudere, stiamo partendo. Grazie per averci ascoltato. La moglie del ministro le dice Felicidad, che significa Grazie.

Grazie, arrivederci…

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FINI : “DOMANI IN UN VIDEO LA MIA VERITA’, ORA BASTA”

Settembre 24th, 2010 admin

BOCCHINO SFIDA IL MINISTRO DI ST. LUCIA: “TIRI SUBITO FUORI LE CARTE DELLA SOCIETA’ TIMARA ALLORA, COSI’ VEDIAMO CHI HA RAGIONE E CHI COSTRUISCE PATACCHE”….FINI NON PARLERA’ SOLO DELLA CASA DI MONTECARLO: HA LE PROVE DEL DOSSIERAGGIO

Da Piacenza, dove era in veste istituzionale, parte l’offensiva del Presidente della Camera.
Al termine del convegno in cui aveva ribadito, tra gli applausi, che “la legge deve essere uguale per tutti, anche per i politici”, Fini ha fatto un semplice annuncio ai giornalisti: “Dirò la mia verità in un video. La dichiarazione andrà in linea domani in tarda mattinata sui siti di Generazione Italia e del Secolo”.
Il presidente della Camera fa capire che non parlerà solo della casa di Montecarlo, ma anche di altro.
Facile immaginare che farà riferimento all’opera di dossieraggio di cui è vittima da tempo con falsi documenti, manipolazioni e testimoni taroccati.
Nonchè sull’ultima vicenda della lettera del ministro della Giustizia di St. Lucia.
A sentire Lorenzo Rudolph Francis, che il quotidiano Il Fatto è riuscito a contattare ieri sera, quella lettera sarebbe “vera”, altro il ministro non ha voluto aggiungere rinviando a una comunicazione la prossima settimana.
A tale proposito, per il capogruppo di Fli, Italo Bocchino, quello che avrebbe detto il ministro di Santa Lucia  “non cambia il giudizio sull’operazione di dossieraggio e sul fatto che si tratti di una patacca e questo sarà chiarito in maniera incontrovertibile”.
“Innanzi tutto la lettera è equivoca perché non c’è scritto chi è il proprietario della Timara”
A questo punto Bocchino lancia la sfida: ” A questo punto il governo di Santa Lucia, se ha la documentazione, perché non la rende nota? Tiri fuori subito le carte della società Timara, così vediamo chi è il proprietario, chi ha ragione e chi costruisce patacche”.
Precedentemente, ai microfoni di Sky Tg24, Bocchino aveva ribadito le accuse contro Lavitola: “Abbiamo notizie certe su quello che è accaduto, quando sarà fatta chiarezza completa emergerà che se c’è un leader politico che fa un’operazione tutta politica, anche di dissenso, può accadere che venga sottoposto al linciaggio”.
Secondo Bocchino, al momento di decidere le candidature “Berlusconi ci raccomandò Lavitola perché insieme a Sica lo aveva molto aiutato nell’operazione di far cadere il governo Prodi”.
Bocchino, infine, allarga l’orizzonte. “Il problema ormai riguarda la democrazia in questo Paese”.
Mentre un altro fedelissimo del presidente della Camera ha confidato che “Fini ha ulteriori elementi che lo rendono assolutamente sicuro. E che metteranno fine a una campagna ossessiva fatta dalla stampa vicinissima o controllata dal premier”.
Quello che non hanno ancora ben capito gli orchestratori del dossieraggio è che stavolta qualcuno li ha beccati: quando usi certi sistemi all’estero non passi inosservato e non hai le coperture di cui puoi godere in Italia.
Certi affaretti con Putin e Gheddafi si possono anche pagare.
A questo punto Fini ha dato indicazione di stringere i tempi per l’organizzazione del partito, riservandosi la possibilità di due clamorosi colpi d scena.
Il primo è arrivare dove D’Alema aveva fallito: una legge sul conflitto di interessi che ponga fine allo strapotere berlusciano.
Il secondo, con le carte che ha in mano, arrivare alle elezioni a marzo senza paura, convinto che il Pdl non reggerà alle circostanziate accuse.
In alternativa un governo tecnico per cambiare la legge elettorale e ristabile un equilibrio sui media.
E questa volta il premier dovrà presentarsi ai processi senza scudo.

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CORRETE, CORRETE: BERLUSCONI REGALA SEI POSTI DA SOTTOSEGRETARIO PER ARRIVARE A QUOTA 316

Settembre 24th, 2010 admin

O SI DIFFAMA O SI COMPRA, IL PREMIER FERMO A DIECI ASCARI: PER COMPRARE ALTRI  DIECI VOTI OCCORRONO ARGOMENTI SOLIDI….IL NOME DEI PROMESSI : MUSUMECI, PELINO, MELCHIORRE,LA BOCCETTA, BERNINI, ROMANO… MA IL TRAGUARDO 316 E’ LONTANO

Mentre ieri Berlusconi prometteva ai quattro venti: “vado in Aula e in mondovisione chiedo le sue dimissioni da presidente dela Camera” in uno dei soliti momenti di modestia (passi che chieda le dimissioni di chi gli pare, ma forse in Cina non hanno tutto questo interesse a collegarsi coi i nostri lavori parlamentari), i falchi mettevano a punto la strategia per il regolamento di conti contro “colui che ha osato alzare il dito contro “meno male che Silvio c’è”, sfregiandone l’immagine sacra.
Spingerlo nel fango è la parola d’ordine, “non avrà più scampo” la frase più fine: coppola in testa, colonna sonora della marcia funebre, i pedalini delle libertà annunciano un discorso del premier “di rottura”.
Stavolta inteso non come al solito, ovvero di rottura di scatole per chi lo ascolta, ma di attacco al mondo intero che non gli riconosce il ruolo che gli si addice nel museo delle cere e dei ceroni.
Mentre Fini in un ristorante romano  chiariva ancora una volta: “Nessuno può permettersi di mettere in dubbio la mia onestà servendosi di falsi documenti: la verità è che hanno paura perchè stiamo crescendo nel Paese, hanno il terrore che gli rubiamo voti e che nasca un terzo polo”.
Per concludere con freddezza:”Non ha ancora capito che è suonata la sua ora, è finito”.
Ma il premier deve assolutamente arrivare a quota 316 adepti, altrimenti i finiani sarebbero sempre determinanti coi loro 35 deputati.
Il che vuol dire che Silvio deve trovarne venti: in realtà allo stato attuale  di sicuri ne ha solo e sempre dieci ( 5 di Noi Sud, Nucara, Pionati e 3 diniani), il resto è in alto mare, compreso l’adesione dei 5 siciliani in rotta con Casini.
Ha ben fotografata con sarcasmo la situazione Mastella: “Non si è mai visto che per convincere dieci democristiani mandino avanti un repubblicano”.
Ma il premier ha il portafoglio politico (e non solo) gonfio: ecco a disposizione ben sei nuovi posti da sottosegretario per convincere gli indecisi sulla bontà del programma del Pdl.
E già si sanno i nomi dei beneficiati dalla befana: Nello Musumeci de La Destra che passa da rivoluzionario a sottosegretario,  un posto anche a Paola Pelino e Daniela Melchiorre (diniani), per “servizi” resi promosso anche Laboccetta, ex An, re delle slot machine e dei soldi da restituire al fisco con Atlantis di cui era amministratore, promozione  anche per Anna Maria Bernini e Saverio Romano.
E siamo a sei, ma potrebbero non bastare.
L’operazione è mirata a dimostrare che un futuro governo tecnico non sarebbe possibile, ma le colombe scuotono la testa.
In un clima del genere i fianiani si compatteranno e molti altri staranno alla finestra per non bruciarsi le possibilità future in caso di governo tecnico.
Le colombe del Pdl sono pessimiste su obiettivo 316 e sulla strategia schizoide in atto nel Pdl, ma ormai non è consentito loro di volare.
Prevalgono ormai, più che i falchi, gli avvoltoi.

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LA PATACCA LASCERA’ IL SEGNO SULLA GIACCHETTA DEL MANDANTE: COMUNQUE VADA, SARANNO ELEZIONI

Settembre 24th, 2010 admin

IL MINISTRO DI ST. LUCIA AVREBBE DETTO CHE IL DOCUMENTO E’ VERO, MA HA STRANAMENTE RINVIATO OGNI SPIEGAZIONE… TROPPI ELEMENTI FANNO RITENERE CHE MENTA: LA MAGISTRATURA ITALIANA FARA’ CHIAREZZA…. LA CASA DI MONTECARLO VALEVA 270.000 EURO ED E’ STATA VENDUTA A 300.000 EURO

Partiamo dal quadro generale.
Non c’è giornale che oggi non commentasse la vicenda del documento in cui il ministro della Giustizia di St Lucia avrebbe definito  “titolare effettivo” della società Timara il Tulliani come una evidente patacca.
C’è chi, andando oltre, e sulla base di una attendibile ricostruzione giornalistica, ha titolato “Quella verità che accusa il Cavaliere”.
Si tratta del pezzo di Giuseppe D’Avanzo su “Repubblica” che ben riassume alcuni lati oscuri della vicenda e che riproduciamo al termine di queste righe.
Sono note poi le denunce da parte degli uomini di Fini che hanno sostenuto che il documento sia stato predisposto da personaggi vicini al premier e che vedrebbe coinvolti anche uomini dei servizi.
Quindi che il documento sia un falso è la tesi sostenuta da molti.
La risposta ad una domanda in tal senso (’quel documento è vero o falso?’) sarebbe venuta dal ministro Rudolph Francis, dalla Svizzera, raggiunto telefonicamente dal Fatto Quotidiano, che lo ha intervistato.
“E’ vero, la prossima settimana rilasceremo un comunicato ufficiale su questa materia” avrebbe detto il ministro, confermando invece che il documento sia attendibile.                     Ora è chiaro che se il ministro confermasse che la lettera è sua dovrà anche dare spiegazioni su quanto affermato e soprattutto dimostrare che quanto ha scritto corrisponda a verità, se invece dicesse altro andranno parimenti valutate le sue dichiarazioni.
In ogni caso la magistratura italiana vorrà a quel punto fare tutte le verifiche necessarie.
Qua si parla di un ministro, tanto per capirci, che quando era funzionario pubblico è stato censurato in un documento delle Sec, l’Autorità di controllo della borsa americana, in manier poco lusinghiera, visto che occupandosi di prestiti veloci, annoverava un tasso di insolvenza del 25% sui prestiti del suo ufficio.
Un ministro che frequenta la viceconsole onoraria italiana, ma la tiene all’oscuro delle presunta lettera, di cui non sa nulla neanche il portavoce del destinatario, il primo ministro.
Una lettera scritta su carta diversa da quella usata dal Governo di St Lucia, che via mail viene spedita a un giornalista dell’Honduras che poi gira la mail a due giornalisti di Santo Domingo che la pubblicano sul sito.
Altra mail a Dagospia che la pesca tra 100 mail e la pubblica.
Questi sono stati gli strani passaggi in base alle varie testimonianze.
Nel frattempo arriva a Roma la perizia allegata per la messa a bilancio di An della casa di Montecarlo, certificata da società monegasca, in tempi non sosopetti: la valutazione nel 2002 fu di 270.000 euro, venduta sei anni dopo per 300.000, quindi con un margine di guadagno, nonostante lo stato di degrado in cui versava.
Ci vorrà ancora del tempo per chiarire la vicenda del dossier e di chi la costruito.
A chi esulta perchè le dichiarazioni del ministro di St Lucia dimostrebbero la “colpevolezza di Fini” (quale poi non è chiaro, visto che non parla di lui, ma del cognato), consigliamo l’acquisto di un antidepressivo che servirà loro presto.
Per due ragioni molto semplici.
Tulliani non è il proprietario della casa e non ha nulla a che vedere con le due società estere e quindi è impossibile dimostare l’opposto in tribunale: Fini è infatti tranquillissimo sotto questo aspetto perchè ha in mano il risultato di accertamenti e verifiche.
In secondo luogo sono stati i servizi americani a fornire a Fini le prove che dossieraggio c’è stato, ovvero “su chi, come e quando”, altrimenti Bocchino sarebbe stato più prudente.
Non ci vorrebbe molto a capirlo, neanche per i berlusconiani più ottusi.
Che non sono pochi. Continua »

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RAI FAZIOSA, NON C’E’ PLURALISMO: PARTE LA MOZIONE DEI FINIANI CONTRO MINZOLINI E MASI

Settembre 24th, 2010 admin

IL TG DI REGIME DI MINZOLINI CROLLA AL 23,6%, TELESPETTATORI IN FUGA VERSO IL TG DI MENTANA: LA FAZIOSITA’ NON PAGA… FUTURO E LIBERTA’ PRESENTA UNA MOZIONE PERCHE’ SIA GARANTITA LA IMPARZIALITA’… TRA FINI E MINZOLINI  TELEFONATE FINITE A INSULTI

Una mozione per garantire il pluralismo in Rai perchè “è stato superato ogni limite di faziosità e siamo arrivati a un punto di non ritorno”.
Per fare buon peso, anche un esposto ad Agcom “per verificare la violazione della normativa vigente in materia di pluralismo, correttezza e completezza dell’informazione da parte dei Tg mandati in onda da Mediaset”.
Si è aperto il nuovo  fronte della guerra di posizione dei finiani con obiettivo Minzolini e Masi, i due maggiori imputati.
Già Fini a Mirrabello aveva sottolineato che “i telegiornali, salvo nobili eccezioni, sebrano fotocopie dei fogli d’ordine del Pdl”.
Quasi a confermare la validità di tale tesi, Minzolini quel giorno si era superato: non aveva mandato in diretta il discorso di Fini, ma lo aveva fatto commentare in studio da due politici super partes, ovvero entrambi berlusconiani.
Come dimenticare poi le quotidiani censure ad avvenimenti, il colpevole silenzio sui problemi del post terremoto all’Aquila, i suoi fazioni editoriali. Atteggiamento che ora il Tg1 sta pagando in termini di ascolto con un crollo al 23,6%, uno dei punti più bassi mai raggiunto da un Tg Rai.
La mozione si concentrerà anche sull’operato di Masi e sulla sua ultima circolare che gli attribuisce una sorta di supervisione sui programmi. Denunciano i finiani: “Ha introdotto un elemento non previsto dalle regole, il direttore generale diventa una specie di superautore col potere di fare e disfare le scalette dei programmi”.
I finiani si appellano alle regole già scritte e contenute nel contratto di servizio e nelle disposizioni della Vigilanza, regole che garantiscono pluralismo, imparzialità e neutralità“.
In pratica le norme ci sarebbero ma non vengono rispettate.
E la mozione che verrà presentata a fine mese impegna il governo a rispettare le regole previste dal contratto di servizio, contratto che deve essere firmato da Rai e governo prima della fine dell’anno.
Un parlamentare vicino a Fini ha confidato che in questi mesi più di una telefonata tra Fini e Minzolini è finita a insulti, ancor prima della vicenda della casa di Montecarlo.
D’altronde ristabilire un minimo di obiettività e pluralismo nell’informazione televisiva è una battaglia decisiva per i finiani perchè se il premier ha in mano 5 Tg su 6  condiziona pesantemente l’informazione.
E non si è mai visto un direttore che nei suoi editoriali parteggi così spudoratamente per il premier in carica.
Non a caso molti osservatori vedono in questa mozione un’altra occasione di scontro pericoloso per il governo.
Pdl e Lega resterebbero sole di fronte ad una mozione che andrà posta in votazione.

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NON E’ UNA BARZELLETTA, E’ UNA QUESTIONE DI DEMOCRAZIA

Settembre 24th, 2010 admin

IL CORSIVO DEL FINIANO FILIPPO ROSSI SU FAREFUTURO: LA DEMOCRAZIA DECLINATA DA BERLUSCONI E’ QUELLA  IN CUI VI E’ CHI ORDINA E CHI OBBEDISCE, CHI HA DIRITTI E CHI NO, CHI E’ INTOCCABILE E CHI TOCCABILISSIMO…E DOVE LA LEGGE NON E’ PIU’ UGUALE PER TUTTI… ANCHE LE COMICHE FINALI DEVONO AVERE UN LIMITE

Cerchiamo di andare per ordine.
Perché a forza di essere pacati, a forza di essere moderati, a forza di essere equilibrati, si rischia di non capire quel che sta succedendo davvero, si rischia di non capire la posta in gioco.
Che non è – forse è il caso di metterlo in chiaro una volta per tutte – una questione di poltrone.
È, piuttosto, una questione di libertà e di democrazia.
Una questione altamente politica, della miglior politica: quella che cerca di tracciare il sentiero che porta al futuro del paese.
Un futuro migliore di questa fanghiglia, di questo pantano d’interessi privati. Andiamo per ordine, allora. Perché niente è ininfluente.
E non può essere, tantomeno, ininfluente nella storia d’Italia questa estate durante la quale – l’abbiamo scritto e lo riscriveremo fino alla noia – un plotone d’esecuzione mediatico agli ordini di Silvio Berlusconi, agli ordini del presidente del Consiglio, agli ordini del più potente editore del paese, ha cercato di distruggere l’alleato scomodo, l’alleato che si era permesso di dire, semplicemente, “io non sono d’accordo”.
Non sarà un caso se nei giorni scorsi Berlusconi ha ricevuto Vittorio Feltri e Alessandro Sallusti.
Cosa si sono detti? Perché li ha dovuti incontrare?
Consigli editoriali? Un caffè tra vecchi amici?
È finito il tempo delle barzellette.
E anche le comiche finali devono avere un limite: di decoro, d’intelligenza, di verità.
E invece non è finita.
Perché non può essere ininfluente se qualcuno, un proprietario di un’azienda-partito, pretende di declinare il suo personalissimo concetto di democrazia. Una democrazia tutta particolare in cui c’è chi ordina e chi obbedisce, chi è intoccabile e chi è toccabilissimo.
Chi ha diritti e chi no.
E non è nemmeno ininfluente se la legge non è più uguale per tutti, se il garantismo vale a corrente alternata: garantisti con gli amici, giustizialisti con i nemici.
Garantisti con i condannati per mafia, giustizialisti la dove non c’è l’ombra di un reato.
Tutto questo è o non è un problema democratico?
Un’emergenza democratica?
I soliti noti risponderanno ovviamente di no, che tutto è normale, che tutto va bene, che tutto è limpido,  che non può essere che così.
Contenti del loro consenso totalitario.
Noi, umilmente, non siamo d’accordo.

Filppo Rossi
FareFuturo

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