«VI RACCONTO COME LE POSTE TRUCCANO I DATI SULLA PUNTUALITÀ»
I FINANZIAMENTI DELLO STATO SI BASANO SULL’EFFICIENZA DEL SERVIZO…UN EX DIRIGENTE DENUNCIA AI PM L’IMBROGLIO
“Le Poste truccano i dati sulla puntualità della consegna delle lettere. Io lo so perchè l’ho visto fare un’infinità di volte e so come si fa perchè anch’io ho partecipato alla fiera. à‰ un sistema collaudato, una grande truffa”. Roberto Peruzzi, 53 anni, è un dirigente postale pentito. Ha lavorato una vita nell’azienda delle lettere, dal 1978 al 2010, fino a diventare capo dell’area recapiti con competenza su Pescara, L’Aquila e Teramo.
Prima di lasciare la scrivania ha archiviato migliaia di documenti: mail, contratti, tabulati, fotocopie, appunti riservati.
Una mole straordinaria di atti che ha deciso di mettere a disposizione della Procura della Repubblica di Pescara e della Corte dei conti dell’Aquila.
Molti documenti riguardano proprio la faccenda della puntualità delle consegne della cosiddetta posta prioritaria, la “qualità postale”.
Proprio dai livelli di puntualità dipendono i quattrini che ogni anno lo Stato versa alle Poste come pagamento del servizio svolto.
Più sono rispettati i parametri di puntualità concordati nel contratto del “servizio universale” tra i capi delle Poste e lo Stato italiano, più corposa è la ricompensa pubblica: dai 300 ai 360 milioni di euro l’anno, 2 miliardi e 394 milioni dal 2006 al 2012.
Manipolando i dati sulla puntualità , l’azienda delle lettere può raggirare il suo azionista, cioè lo Stato. È una faccenda assai compromettente per l’amministratore Massimo Sarmi, che dopo esser stato confermato 4 volte e per 12 anni di fila alla guida delle Poste da governi di centrodestra e centrosinistra, non disdegnerebbe ottenere a primavera da Matteo Renzi il quinto mandato.
Sentite dal Fatto le Poste negano: “Escludo l’esistenza di un’organizzazione per l’alterazione dei dati”, dice il responsabile della qualità postale, Gianluca Celotto.
Sul rispetto degli standard postali vigila una società privata, la Izi, formalmente terza tra lo Stato e le Poste, un’azienda diretta da Carlo Fuortes, anche amministratore dell’Auditorium di Roma.
Izi da anni si aggiudica l’appalto per le verifiche sui recapiti e a fine anno riceve un corrispettivo dalle Poste: il controllore è pagato dal controllato.
Izi dovrebbe verificare i livelli di puntualità seguendo il percorso e i tempi di consegna della corrispondenza inviata come test.
Il presupposto perchè un controllo del genere sia efficace è che nessuno delle Poste sappia preventivamente quali sono le lettere inviate a campione e sottoposte a esame.
“Invece è il segreto di Pulcinella, almeno per un bel po’ di dirigenti postali di un certo livello”, accusa l’ex dirigente.
Un segreto di Pulcinella finora ben custodito, però. Accusa Peruzzi: “All’interno delle Poste funziona una rete apposita e capillare per intercettare le lettere chiamate in gergo ‘civetta’, oppure anche i ‘noti invii’.
Una volta individuate, le lettere vengono fatte viaggiare come schegge su una corsia di consegna preferenziale e superveloce, un binario parallelo che non ha niente a che vedere con i sistemi e i tempi di consegna consueti.
In questo modo i dati sulla puntualità vengono truccati, si fanno artificiosamente apparire tempi di recapito ottimali creando quindi i presupposti perchè le Poste possano rivendicare a buon diritto dallo Stato il pagamento delle centinaia di milioni di euro del contratto di programma. à‰ un imbroglio gigantesco”.
I test di puntualità , insomma, non rispecchiano la realtà delle consegne postali fatta di ritardi, tempi approssimativi e migliaia e migliaia di lettere spesso ammassate nei centri smistamento.
Come funziona la stangata postale? La Izi organizza i test avvalendosi di una rete di collaboratori su tutto il territorio nazionale.
I collaboratori sono di due tipi: i dropper, che hanno il compito di imbucare le lettere, e i receiver che sono quelli che le lettere le ricevono.
Sovente le due figure si scambiano i ruoli. Una volta avuta la lettera civetta, i receiver ci trovano dentro un modulo prestampato e una busta indirizzata alla Izi.
Sul modulo devono annotare data e ora di ricevimento, infilare il foglio nella busta e spedire il tutto.
Gli elenchi della rete di collaboratori Izi vengono aggiornati periodicamente proprio con l’intento di tutelare l’anonimato dei collaboratori e garantire la segretezza dell’operazione.
Questo a livello ufficiale. Nella pratica le cose vanno in altro modo.
La segretezza di dropper e receiver non esiste: le Poste li conoscono uno ad uno.
Ogni dropper riceve, ogni 15 giorni o ogni mese, un bustone dalla Izi contenente le lettere da inviare ai receiver e le relative istruzioni di spedizione.
Secondo quanto risulta dalla testimonianza dell’ex dirigente Peruzzi e dai documenti in suo possesso, le Poste sono in grado di intercettare questi bustoni, li aprono prendendo nota sia dei dropper sia dei receiver aggiornando così in continuazione gli elenchi dei collaboratori Izi.
A quel punto, quando le lettere civetta arrivano insieme a tutte le altre ai centri di smistamento postale, è un gioco da ragazzi mettere le mani su quelle del test.
Ogni lettera intercettata viene inserita in un canale a sè stante, introdotta nella macchina per la codifica con il codice a barre e subito dopo ritirata e infilata in una cassetta dedicata, consegnata ai capisquadra o ai direttori dei portalettere che a loro volta l’affidano al postino insieme alla raccomandazione che sia consegnata al volo.
Se il destinatario della lettera test si trova in una zona lontana rispetto allo smistamento, per esempio Ortona, a un trentina di chilometri dal centro postale di Pescara, la lettera o le lettere vengono infilate in una busta apposita e separata dall’altra corrispondenza, portata di filato con un auto o un furgone, affidata dall’autista a un addetto al recapito che gli rilascia un documento di ricevuta firmato e messa immediatamente in consegna con mille raccomandazioni.
Negli ultimi tempi questa parte della procedura è stata informatizzata.
Sui computer dei dirigenti e degli addetti della rete postala parallela c’è una cartella condivisa per segnalare gli invii e rilasciare le ricevute di consegna.
Daniele Martini
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