“CARO GRILLO, SE IL PARLAMENTO E’ ILLEGITTIMO ANCHE NOI DOVREMMO DIMETTERCI IN MASSAâ€
PARLAMENTARI CONTRO GRILLO: “IL PARLAMENTO E’ LEGITTIMO, LA CONSULTA DICE CHE IL SISTEMA DI VOTO SI PUO’ MODIFICARE”
Da una parte le sollecitazioni di Matteo Renzi, sempre più pressanti, che danno l’impressione di una volontà di cambiare la legge elettorale che prima non c’era; dall’altra il niet di Beppe Grillo sul blog: «Non si tratta con un Parlamento illegittimo».
Tra l’incudine e il martello, i gruppi parlamentari del M5S tornano a navigare a vista. Non senza qualche voce critica che esce alla scoperto, con l’aggiunta di numerosi mal di pancia (privati).
Le parole più dure le utilizza il senatore triestino Lorenzo Battista, che alla “provocazione” del leader (la chiama così) risponde con un’altra provocazione ancora: «E allora anche il nostro vicepresidente della Camera, o il nostro questore, o il nostro presidente di Commissione Vigilanza Rai, sono illegittimi, essendo lì grazie ai voti di un Parlamento incostituzionale. Si dimettessero no?».
Se non fosse che la logica è spesso un’opinione.
«Insomma, parlare di Camere illegittime è pericoloso – aggiunge – e, volendo persistere, per ragioni di coerenza dovremmo andare a casa tutti noi. Non solo: ogni legge, ogni mozione, ogni interpellanza sono da annullare, seguendo questo principio».
Un altro senatore e membro della commissione Affari Costituzionali, Francesco Campanella, è meno diretto ma sottolinea due concetti che, di fatto, contraddicono le parole del blog.
Primo: «Nel comunicato che ha annunciato la propria decisione la Corte Costituzionale ha affermato che il Parlamento di questa legislatura ha piena legittimità a cambiare la legge elettorale».
Secondo: «La riadozione del Mattarellum sarebbe comunque un atto di produzione legislativa, impossibile se il parlamento attuale non fosse legittimato a legiferare».
Il deputato Tommaso Currò sembra quasi sconsolato: «È un teatrino, un gioco delle parti, dove anche Grillo partecipa. Diciamolo chiaramente: certi proclami come quest’ultimo hanno un sapore elettoralistico e basta».
Intanto che, come promesso, agli iscritti al blog venga data la possibilità di votare le diverse proposte di legge elettorale avanzate dal M5S e che verranno illustrate da Aldo Giannuli (saggista e ricercatore di Storia alla Statale, da sempre vicino all’area della sinistra radicale), sia alla Camera che al Senato c’è già la bozza di riforma depositata dal Movimento lo scorso ottobre.
Un proporzionale con un mini-premio e con un sistema di preferenze ispirato al modello svizzero, «che garantisce agli elettori la massima libertà nella scelta degli eletti e minimizza i risvolti negativi dei tradizionali sistemi di preferenza come clientelismo e corruzione. Se a Renzi interessa il modello spagnolo vero, che garantisca una governabilità del Paese e non un dominio, vada a leggersela», è l’invito di Danilo Toninelli, il massimo esperto in materia in casa grillina.
Insomma, su quella si può trattare, anche se il Parlamento è “incostituzionale”?
«Beh, se davvero quella proposta fosse largamente condivisa – ammette Mario Giarrusso – per noi sarebbe impossibile dire di no».
Matteo Pucciarelli
(da “la Repubblica”)
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