“IO GIOVANE FINANZIERE SENZA FUTUROâ€
LA STORIA DI GIORGO P.: “PARCHEGGIATO NELL’ESERCITO PER ANNI E A RISCHIO LICENZIAMENTO”….”VOLONTARIO E VINCITORE DI CONCORSO”
Si definisce un “prigioniero”. Un paradosso per chi dovrebbe difendere la sicurezza dei cittadini.
La sua esperienza – raccontata a patto dell’anonimato (altrimenti mi «buttano fuori») in una lettera inviata al Corriere della Sera – è un concentrato di emozioni, di sentimenti.
Si sente protagonista di una vita “sospesa”.
In un limbo, in una condizione priva di progettualità .
Con il rischio incombente che quei tanto temuti accertamenti psico-fisici (da sostenere tra quattro anni, un’era geologica) si tramutino in una sentenza senza appello.
«Ho 28 anni – dice – e quando sosterrò quelle visite ne avrò 32. Anzi 33, perchè prima devo attendere un anno in cui sarò disoccupato e lasciato senza stipendio».
La sua, in realtà , è una condizione comune a molti giovani con il sogno della divisa. L’acronimo che maschera una situazione ai confini dell’irrealtà – e sulla quale anche i sindacati interni alla polizia (per le altre forze armate la rappresentanza sindacale è vietata dalla Costituzione) si sono interrogati da tempo – è Vpf4: “Volontari in ferma prefissata quadriennale”.
Eppure Giorgio è tra i giovani baciati dalla fortuna, perchè vincitore nel 2010 di un concorso per 952 agenti allievi finanzieri, ma lui appartiene alla categoria degli ultimi 231, quelli “parcheggiati” – come dice lui – nelle altre forze armate.
Lo stipendio è ai confini della soglia di povertà : 900 euro al mese, senza tredicesima nè benefit legati alla produttività .
«Con un mutuo da 450 euro al mese sulle spalle per aver comprato una casa, i restanti ti servono per far quadrare tutti i conti – aggiunge – e spesso non ti bastano se sei lontano da casa».
Ma non è solo questo ad averlo spinto a denunciare quello che riconosce essere un paradosso originato da quello Stato che dovrebbe garantire il posto fisso tanto monotono, eppure sicuro: «Ogni anno vengono regolarmente banditi concorsi per coprire le esigenze di organico delle forze di sicurezza. Quello che non ti dicono è che sono specchietti per le allodole. Perchè se finisci tra gli “esuberi” resterai “precario” per anni», spiega Giorgio.
La distonia tra i sogni individuali e le esigenze dell’amministrazione pubblica è che da quando la leva non è più obbligatoria (2004) vengono effettuati concorsi su concorsi che costano moltissimo alle casse dello Stato e alimentano un’illusione diffusa.
Tanto che uno sindacati più attenti a questo mondo, l’Ugl Polizia (ma i finanzieri come Giorgio sono di fatto esclusi, perchè possono rivolgersi soltanto al Cocer, l’organismo di rappresentanza delle forze armate) e un deputato ligure dell’Idv, Giovanni Paladini, stanno persino pensando a una class action contro lo Stato per vedere rispettati i diritti dei “precari storici”.
Quelli come lui attendono invece che venga modificato l’articolo 2199 del decreto legislativo 66/2010 (che si origina da un articolo della legge 226/2004 che disciplinò la leva a carattere volontario) che lo posiziona in questa via senza uscita.
«Ci dicono che senza un ripensamento di quell’articolo nessuno può fare nulla – spiega Giorgio – e allora cosa aspettano a cambiarlo? Ci stanno rubando il futuro con l’illusione di un posto fisso».
Fabio Savelli
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