“MARCIRO’ IN GALERA COME LA TYMOSHENKOâ€
C’E’ CHI LAVORA PER INCLUDERE I REATI PER CUI E’ STATO CONDANNATO IL CAVALIERE NELL’AMNISTIA… MA CANCELLIERI LO ESCLUDE
Silvio Berlusconi indossa la maschera del condannato-rassegnato che teme l’arresto dopo la decadenza dal Senato.
E consegna le sue paure agli europarlamentari Pdl: “Ho fatto tanto per il Paese e vogliono ridurmi a pulire i cessi. Vogliono spedirmi in carcere, farmi fuori per via giudiziaria sia politicamente che economicamente (e ricorda i 500 milioni a De Benedetti per Mondadori). Mi faranno marcire in galera come la Tymoshenko”.
Non siamo in Ucraina, satellite di nefandezze dei russi e di Putin (un amico, o no?). Amico, certo, e così spiega: “Putin mi aveva messo in guardia”.
Siamo in Italia e il Cavaliere una speranza di salvezza, totale, la può alimentare ogni giorno, osservando il percorso per la doppia clemenza parlamentare con amnistia e indulto.
I disegni di legge presentati e destinati in Commissione Giustizia al Senato, per il momento, e in special modo quello di Lucio Barani (Gal), possono garantire a Berlusconi sia l’eliminazione dei 9 mesi che vuole scontare ai servizi sociali e sia l’interdizione ai pubblici uffici.
Anche se, ieri mattina, il ministro Annamaria Cancellieri ha escluso proprio il Cavaliere: “Non lo riguarderanno”.
Il Guardasigilli vuole un provvedimento per circa 20 mila detenuti.
Un risultato impossibile da raggiungere se non vengono inclusi i reati di corruzione, peculato e soprattutto quelli fiscali, cioè quelli che interessano Berlusconi per la frode Mediaset.
Il Pdl scalcia: “Basta ossessioni”. Il ministro Quagliariello, considerato un dissidente, cerca di riportare la collega sulla strada giusta: “Le parole sono state fraintese”.
Già , pare improbabile che l’indulto, invocato dal Quirinale ,possa non coinvolgere i reati previsti dal precedente, la versione Mastella di sette anni fa
Di quel condono Berlusconi ne ha beneficiato per la condanna Mediaset, ridotta da 4 anni a 12 mesi. Che il Cavaliere non sia neutrale rispetto al tema, lo dimostra anche la richiesta per ottenere i servizi sociali, che rinvia l’espiazione della pena al maggio 2014: proprio in quei giorni, per evitare le ritorsione europee, il Parlamento dovrà licenziare indulto e amnistia.
È ancora presto, però, per fissare la fisionomia di questi provvedimenti. Martedì, in Commissione Giustizia, presieduta da Nitto Palma (Pdl), inizierà la discussione generale sui testi Manconi, Compagna (favorevole al Cavaliere) e il già citato Barani. Nel giro di qualche settimana, saranno pronte le linee guida, la sintesi fatta dai relatori. Non finisce così. Perchè ci sarà la lunga (e intricata) fase degli emendamenti. E via via i passaggi nelle aule di Camera e Senato per l’approvazione con maggioranza qualificata di due terzi.
Il governo ha assicurato Napolitano: indulto e amnistia verranno fatti. Ma senza i voti dei berlusconiani, che non sono certo disposti a fare donazione, il Parlamento rischia di scontentare il Colle.
Più facile accontentare Berlusconi.
Carlo Tecce
(da “il Fatto Quotidano“)
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