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USA, FANATICO DELLE ARMI DISTRUGGE IL SUO FUCILE SU FB: “LA VITA DI UNA PERSONA VALE DI PIU'”

Febbraio 20th, 2018 Riccardo Fucile

E IN MOLTI SEGUONO ORA IL SUO ESEMPIO

Il suo AR-15 Scott Dani Pappalardo lo aveva comprato 30 anni fa.
Appassionato di tiro al bersaglio e da sempre sostenitore del diritto alle armi – con un tatuaggio del secondo emendamento sul braccio – ha distrutto il suo fucile in un video pubblicato su Facebook poi diventato virale.
La decisione del gesto è scattata all’indomani della strage nel liceo Dougals di Parkland, in Florida, dove il 15 febbraio scorso Nikolas Cruz, ex studente, ha aperto il fuoco uccidendo 17 persone.
”Non vorrei mai che il mio fucile togliesse la vita di qualcuno – spiega Pappalardo nel video – il diritto di possedere un’arma non vale di più della vita di qualcuno”.
E’ sui social network sono tantissimi i messaggi per la campagna #One-less gun, ‘Un’arma in meno’, lanciata dopo la strage in Florida: i sostenitori sono proprio i fanatici delle armi che stanno postando video sui social mentre le distruggono.

(da agenzie)

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ITALIANI AL VOTO, LA RIVINCITA DEI MEDIA TRADIZIONALI

Febbraio 20th, 2018 Riccardo Fucile

INDAGINE LAST: L’OPINIONE SI FORMA SOPRATTUTTO SUI QUOTIDIANI… TRA LE FONTI DI INFORMAZIONE PARI MERITO TRA WEB, TV E STAMPA

Attenti alle vicende della politica nazionale, più di quanto non si pensi.
Multimediali nell’informazione, ma l’opinione si forma soprattutto tramite i media tradizionali, soprattutto i quotidiani.
Potrebbe sintetizzarsi in questo modo il comportamento degli italiani nell’aggiornarsi sui fatti politici.
Da settimane siamo immersi, e spesso anche sommersi, da comunicati, interviste e dibattiti. Con i candidati pronti a parlare degli eventi di giornata, ma assai meno delle prospettive del paese (economia, lavoro, infrastrutture, demografia).
Ciò non di meno, l’interesse degli italiani resta alto.
Come dimostra l’ultima rilevazione di Community Media Research, in collaborazione con Intesa Sanpaolo per La Stampa, più di un terzo (37,1%) s’informa costantemente sulla politica, cui si somma il 41,9% che è attento, ancorchè in modo più distaccato. In ogni caso, quasi quattro quinti degli italiani (79,0%) dichiara un coinvolgimento verso i temi politico-elettorali.
Con qualche differenza di orientamento: le categorie più attente sono soprattutto i maschi, gli adulti rispetto ai giovani , chi è più istruito e soprattutto chi è deciso a votare.
Poi viene il 16 % la cui attenzione è più discontinua: il dibattito politico è come un rumore di fondo, che si confonde con altri temi, ma che non attrae più di tanto. Infine, una quota marginale (5 %) dichiara di non avere tempo per aggiornarsi o è totalmente disinteressato all’argomento.
Quindi, gli italiani – seppure in diversa misura – sono attenti alle questioni politiche più delle solite rappresentazioni.
I media
Ma nell’epoca dei nuovi strumenti tecnologici della comunicazione, come ci si informa e ci si fa un’opinione politica? I due aspetti (informazione e opinione) non sono identici: se la prima è di più immediata fruizione, la seconda richiede tempo e spazi per sedimentarsi.
I risultati, infatti, dimostrano l’esistenza di comportamenti differenziati. In primo luogo, non c’è un unico canale privilegiato, ma una pluralità  di fonti a contendersi il primato, quasi a pari merito: internet (26,5%, ma non i social che si fermano al 14,9%), la tv (24,8%) e i quotidiani (22,7%). Gli italiani mescolano gli strumenti informativi, dimostrando un atteggiamento proattivo, non accontentandosi di privilegiarne uno rispetto a un altro.
In secondo luogo, se raggruppiamo le tipologie di fonti, otteniamo che gli Old Media (quotidiani, tv, radio: 53,5%) assieme hanno ancora la preminenza sui New Media (internet, social: 41,4%) come fonti cui attingere le notizie politiche.
Con qualche differenza significativa: agli Old Media sono più affezionati gli adulti (oltre 45 anni) e chi è deciso a votare; mentre ai New Media guardano con favore i più giovani (fino a 44 anni), gli studenti, chi è disilluso della politica ed è indeciso sul voto. Molto pochi, invece, si affidano alle Relazioni Sociali (associazionismo, familiari, colleghi: 5,1%) per ottenere news.
In terzo luogo, l’esito cambia se osserviamo la modalità  con cui gli italiano formano la propria opinione.
La tripolarità  precedente muta il peso di ciascun fattore e si aggiunge un quarto punto. I quotidiani assumono la leadership (25,6%) incrementando il loro valore, seguiti da internet (22,4% che perde leggermente peso) e dalla tv (18,2% anch’essa in calo). Cresce molto, invece, il ruolo di famiglia e amici (13,8%) dove la possibilità  di dialogo e confronto è maggiore.
Così, nel complesso, gli Old Media perdono lievemente d’intensità  (49,6%), ma restano saldamente il primo riferimento con i giornali al top della classifica, soprattutto fra gli over 45. Perdono di importanza, invece, i New Media (29,3% e segnatamente i social), seppure in misura minore fra giovani, studenti e indecisi.
Informazione e opinione
Viceversa, le reti di Relazioni Sociali accrescono fortemente il loro peso (21,1%) nel contribuire a formare le opinioni (in particolare familiari e amici), soprattutto fra i più giovani. Dunque, informazioni e opinioni seguono percorsi complementari, ma diversi, anche fra le diverse parti della popolazione.
Con due sorprese paradossali.
Da un lato, al calo di diffusione dei quotidiani, sostituiti dalla velocità  delle notizie in rete, non corrisponde una perdita nella capacità  di determinare le opinioni. Anzi, ne detengono la leadership.
Per converso, i social – ormai presi a riferimento dagli stessi organi d’informazione come strumento di comunicazione – in realtà  hanno un peso inversamente proporzionale nell’orientare le opinioni. Piuttosto è internet in generale – e per questo ancor meno delimitabile – ad avere un ruolo importante.
L’approssimarsi della scadenza elettorale nazionale il prossimo 4 marzo rende il tema dell’informazione tema ancor più scottante, in particolare in Italia. Non solo gli attori politici sono particolarmente sensibili alle presenze televisive, regolamentata dalla normativa fino al parossismo, ma anche la popolazione segue con maggior interesse le vicende politiche.
Informazioni e opinioni percorrono strade integrate, ma difformi. Sono le opinioni, però, che orientano le scelte: e per maturare hanno bisogno di contesti in cui esercitarsi, in relazione con altri. Come creare un’opinione, nella società  dell’informazione pervasiva, è la sfida educativa del futuro.

(da “La Stampa”)

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SI RICOMINCIA CON LA BUFALA DELLA SCHEDA PER IL VOTO DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO ACCOMPAGNATA DALLA PROPAGANDA ELETTORALE

Febbraio 20th, 2018 Riccardo Fucile

UN CINQUESTELLE SUL WEB LAMENTA DI AVER RICEVUTO MATERIALE DEL PD

Dal 2001 gli italiani residenti all’estero possono partecipare alle elezioni italiane. Da quando esistono i social network invece il voto degli italiani all’estero ha assunto un’altra valenza.
Perchè dal momento che per ragioni pratiche i nostri connazionali che votano nelle circoscrizioni elettorali estere votano prima e ricevono la scheda a casa questo consente di esaminare per giorni qualsiasi sfaccettatura del procedimento di voto.
Il voto dall’estero viene vissuto con molta partecipazione anche da chi risiede in Italia, perchè la combinazione dei plichi del ministero inviati dai consolati con la fantasia del corpo elettorale scaturiscono numerose ipotesi di complotto
Il complotto del consolato che aiuta i partiti ma non il M5S
Nell’occasione delle elezioni politiche del 4 marzo non ci stiamo facendo mancare nulla.
Hanno iniziato quelli che hanno “scoperto” che sulla scheda elettorale non ci sono i simboli di Forza Italia, Lega e Fratelli D’Italia.
I tre partiti all’estero corrono sotto un simbolo unico con i cognomi dei tre leader (Berlusconi, Salvini e Meloni).
Altri hanno invece notato che mancano i contrassegni elettorali di CasaPound e della coalizione guidata da Forza Nuova.
Entrambe le formazioni di estrema destra però non si sono presentate all’estero perchè le procedure burocratiche erano troppo difficili da adempiere.
Sono poi arrivati quelli che fotografano il voto e lo postano su Facebook. Operazione resa estremamente semplice dal fatto che si vota a casa.
Ora è il turno del post di un utente, residente a Londra, che si lamenta che assieme alla lettera mandata dal consolato “arrivi anche sta spazzatura”.
La “spazzatura” in questione è il materiale di propaganda elettorale di due candidati del Partito Democratico.
Ma in nome della par condicio c’è anche chi “denuncia” di aver ricevuto i volantini elettorali dei candidati del centrodestra.
La tesi più accreditata (ma al tempo stesso falsa) è che i partiti stiano usando i plichi del ministero per veicolare la propaganda elettorale.
Ovviamente non è così perchè molto semplicemente i partiti hanno per legge accesso agli elenchi degli elettori che votano all’estero.
Il plico del Ministero non contiene al suo interno la propaganda elettorale, come invece vorrebbe fare intendere il post.
Si tratta di due spedizioni separate — e non potrebbe essere altrimenti — e in alcuni casi la pubblicità  nemmeno arriva.
Quando arriva invece viene spedita a parte.
Ed è uno dei modi che hanno i candidati per farsi conoscere in circoscrizioni elettorali che sono parecchio estese.
Altri invece lamentano di non aver ricevuto affatto le schede per votare, e riconducono questo fatto non ai ritardi delle poste ma ad una precisa volontà  di danneggiare il M5S dal momento che loro sono elettori del MoVimento (e il ministero ovviamente lo sa)
Le coincidenze sospette di Vito Crimi per il voto all’estero
La questione non è sfuggita all’occhio attento del Senatore M5S Vito Crimi che in un post su Facebook invita gli italiani a vigilare sul voto all’estero.
Vito Crimi ha ricevuto numerose segnalazioni riguardo al fatto che assieme ai plichi “stanno arrivando le lettere del Partito Democratico”.
Secondo Crimi si tratta di una “strana coincidenza temporale”. L’ultima volta che Crimi si è occupato di “strane coincidenze” è diventato famoso per il complotto dei piedini sporchi, ma andiamo oltre.
Secondo Crimi “purtroppo” l’invio di materiale è consentito dalla legge. Ed è un peccato che il partito della legalità  lasci intendere che fare le cose secondo la legge sia in un certo senso sbagliato.
Il senatore del M5S ritiene che “il tempismo perfetto è alquanto sospetto” e non fa altro che dimostrare “l’organicità  dei partiti nelle istituzioni e organizzazioni di vario tipo che ci sono all’estero”.
Accuse molto pesanti delle quali Crimi, curiosamente, non fornisce alcuna prova. Così come non fornisce prove che ci siano “cacciatori di plichi” al soldo dei vecchi partiti.
Il fatto che i plichi elettorali sarebbero dovuti arrivare a partire da una certa data ed entro un termine ben preciso non è un’informazione segreta.
Non è quindi difficile organizzare la spedizione del materiale per la pubblicità  elettorale affinchè arrivi nei giorni giusti.
A quanto pare poi non tutti gli elettori si sono visti recapitare il plico e la pubblicità  nello stesso momento, un elemento che aiuta a mettere in prospettiva l’allarmismo di Crimi.
Ma perchè non arrivano quelli del M5S? Secondo Crimi è perchè il M5S “ha rinunciato ai rimborsi elettorali”.
Una balla, visto che il M5S non non aveva diritto a quei soldi poichè al momento delle elezioni non aveva uno statuto, cosa che è nota almeno dal 2012 ovvero da quando è stata approvata la legge che regola i rimborsi elettorali che prevede che per ottenere i rimborsi i partiti (ma anche i movimenti) devono dotarsi di uno statuto, ovvero di quella cosa che per diversi anni il M5S si è rifiutato di avere.

(da “NextQuotidiano”)

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CINQUE MINORENNI ITALICI AGGREDISCONO ANZIANO INVALIDO, LO FANNO CADERE PER “DIVERTIMENTO” E PUBBLICANO IL VIDEO SUL WEB

Febbraio 20th, 2018 Riccardo Fucile

IDENTIFICATI, HANNO TRA 13 E 16 ANNI… MANDATELI A SPACCARE LE PIETRE 12 ORE AL GIORNO, CON DIRETTA TV DI ALMENO 10 MINUTI, E VEDRETE CHE LA SCHIENA SI RADDRIZZA A TANTI POTENZIALI COGLIONI

Hanno aggredito un anziano invalido che stava camminando per strada strappandogli il bastone: l’uomo, senza sostegno, e poi   caduto a terra.
Protagonisti alcuni ragazzi italiani minorenni che hanno anche girato un video poi postato sui social.
È accaduto a Casalguidi, nel comune di Serravalle Pistoiese e sul caso stanno indagando le forze dell’ordine.
L’anziano, riferisce il vicesindaco di Serravalle Pistoiese, Federico Gorbi, “per fortuna ha riportato solo qualche ecchimosi e qualche escoriazione. Ma l’episodio è gravissimo”. Intanto le immagini diffuse sul web, e che hanno suscitato vari commenti, sono state rimosse.
*”Sono fatti che amareggiano profondamente – afferma ancora Gorbi – e che vanno stroncati sul nascere, prima che si diffondano ulteriormente”.
Sono stati identificati dalla squadra mobile di Pistoia i cinque minorenni ritenuti i presunti responsabili dell’aggressione.
Uno dei ragazzini individuati ha meno di 14 anni –   quindi non imputabile -, gli altri hanno tra i 16 e i 14 anni. La vicenda è al vaglio della procura dei minori di Firenze.
All’identificazione dei giovani, a cui la polizia contesta il tentato furto con strappo, la squadra mobile è arrivata nella tarda serata di ieri, dopo essere venuta a conoscenza del video, postato su fb.
Dalle immagini, spiega la questura, si rileva che il gruppo di adolescenti, dopo aver avvistato l’anziano, che claudicante e con l’aiuto di un bastone si dirige verso di loro preparano “l’aggressione tra risa e schiamazzi”.
In particolare uno dei ragazzi gli va incontro e poi gli strappa di mano il bastone, facendolo così cadere a terra.
Ai cinque la polizia è risalita anche consultando persone che avevano partecipato alle chat in rete dopo la diffusione del video. La squadra mobile ha sequestrato i telefoni cellulari in uso a tre degli indagati e alcuni capi di abbigliamento.
“La cosa che colpisce, e nel video si vede chiaramente – prosegue Gorbi – è che l’anziano stava viaggiando per conto suo, non faceva nulla di male, nel senso che a volte ci sono degli anziani che rimproverano dei giovani, magari perchè fanno confusione, la reazione sarebbe sbagliata comunque ma almeno sarebbe originata da un aspetto, dovuto all’incomprensione generazionale: in questo caso non c’è stato neanche quello”.

(da agenzie)

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