Settembre 5th, 2023 Riccardo Fucile
COLPITO E AFFONDATO: BENEDETTA SCUDERI IN DIRETTA TV GELA IL CONDUTTORE CHE RIMANE IMPIETRITO
La vendetta è un piatto che si consuma freddo, vuole proverbio.
Deve averlo pensato tra sé e sé Benedetta Scuderi, attivista dei Verdi e già candidata alla Camera per l’Alleanza Verdi Sinistra, co-portavoce della Federazione dei Giovani Verdi europei, ospite quest’oggi nella trasmissione di Rete 4 condotta da Andrea Giambruno Diario del giorno. Il giornalista di Mediaset e compagno della premier Giorgia Meloni ha riempito le pagine dei social e dei giornali (non solo in Italia) per giorni la scorsa settimana dopo le sue contestate dichiarazioni sui recenti casi di violenza sessuale in Italia: «Se vai a ballare hai tutto il diritto di ubriacarti, ma se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche, perché poi il lupo lo trovi», le ormai celebri parole di Giambruno in diretta tv lo scorso 28 agosto. Invitata in trasmissione per discutere, in teoria, del caso dell’orsa uccisa alle porte del Parco d’Abruzzo, Amarena, Scuderi ha trovato il modo di «castigare» Giambruno per le sue ardite parole rivolte – per lo meno è sembrato – alle giovani donne all’ascolto.
Possibile pensare che sia addirittura responsabile il governo se un uomo ha sparato a quell’orsa, ha chiesto polemico all’attivista Giambruno, facendo riferimento ad alcune dichiarazioni dei giorni precedenti di Roberto Saviano sullo «sdoganamento» della legittima difesa? Scuderi non ha perso l’occasione e, con sorriso beffardo, ha scandito: «Potremmo dire che è responsabilità dell’orsa perché se non fosse uscita di notte da sola non avrebbe incontrato il cacciatore, o il lupo, e quindi queste cose non sarebbero successe…».
Conduttore colpito e affondato. Immortalato dalle telecamere di Rete 4, Giambruno è rimasto impietrito, abbozzando un sorriso e massaggiandosi nervosamente le labbra.
(da Open)
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Settembre 5th, 2023 Riccardo Fucile
SALGONO M5S, PD, AZIONE E SINISTRA
Superbonus, reddito di cittadinanza e salario minimo. E poi Marcello De Angelis, Roberto Vannacci e anche Andrea Giambruno, con le loro dichiarazioni che hanno imbarazzato la premier.
Dopo la faticosa estate di Giorgia Meloni, FdI è crollato nei sondaggi. Come mostra la nuova rilevazione Swg per La7 del 4 settembre, la prima dopo la pausa estiva, Fratelli d’Italia scende negli orientamenti di voto e registra un -1,2% rispetto al 31 luglio. In discesa anche gli altri due partiti della maggioranza: la Lega con un -0,3 % ora è al 9,4% e Forza Italia si attesta al 6,4% perdendo quasi un punto percentuale (-0,8%).
L’idea di procedere con un ulteriore ridimensionamento del Superbonus. Lo scontro con le opposizioni sul salario minimo, l’abolizione del reddito di cittadinanza – la misura bandiera del M5S – e le proteste.
Per non parlare delle uscite che hanno imbarazzato la presidente del Consiglio e il governo: da quelle di Marcello De Angelis, ormai ex capo della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, (la tesi negazionista sulla strage di Bologna e le esternazioni antisemite) a quelle del generale Vannacci rimosso dalla carica di presidente dell’Istituto geografico militare per le sue le sue frasi omofobe fino ai commenti in tv del compagno della premier Andrea Giambruno (sul clima, contro un ministro tedesco e sulle violenze di Palermo e Napoli “Se eviti di ubriacarti, non ti stuprano”), hanno avuto un effetto boomerang.
FdI, il partito della premier, scende sotto il 30% e tocca i 28,2% (-1,2% rispetto a un mese fa), come emerge dal sondaggio di Swg realizzato per il Tg La7 su un campione di 1.200 maggiorenni tra il 30 agosto e il 4 settembre 2023.
Il Pd sale di pochissimo, dello 0,1%, e si attesta al 20,1%. Cresce di più il Movimento 5 Stelle dello 0,6% ora al 16,9. Anche per Azione leggera risalita al 3,5% (+0,1%), così come Verdi e Sinistra al 3,3% (+0,3%) e anche Italia Viva al 2,8% (+0,3%), +Europa al 2,6 (+0,2%) e Unione Popolare all’1,9% (+0,2%). Stabile Per l’Italia con Paragone al 2,2%.
(da agenzie)
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Settembre 5th, 2023 Riccardo Fucile
ALLA RICERCA DI UNA CREDIBILITA’ ALL’ESTERO SI TIENE ALLA LARGA DA TUTTI I PROBLEMI INTERNI
Ops, c’è qualcosa che non va se Giorgia Meloni sembra essersi
eclissata alla vigilia dell’autunno del nostro scontento.
Where is Giorgia? Dove è Giorgia? Disertato il meeting di Rimini, dove lo scorso anno si presentò nei panni dell’underdog (“ho iniziato come cameriera”) col vento in poppa, disertato anche Cernobbio dove andò a rassicurare sull’accettazione dei vincoli esterni (promessa mantenuta) e ad annunciare un profondo programma di riforme (un po’ meno).
È come se la premier – evidentemente è una strategia precisa – avesse scelto di separare la sua immagine pubblica dai problemi domestici e dalle brutte notizie. Un po’ come avvenuto, anche nei mesi scorsi, con gli incendi in Sicilia e con tutti i dossier critici, cui ha preferito una ridda di incontri internazionali, circa una trentina, Papa compreso.
In fondo, la scelta disvela una verità oggettiva perché all’estero funziona molto più che in Italia e quel vincolo è il principale elemento cui la premier ha affidato la costruzione della sua leadership.
Però: sotto di esso, come sotto il vestito, niente. Il re è nudo.
E se l’interrogativo, alla vigilia delle celebrazioni dell’anno primo dell’era Meloni è se sia più “ducetta” o più “draghetta”, la risposta è “compiutamente né l’uno né l’altro”, come sul caso Vannacci, ben gestito dal draghetto Guido Crosetto, ma contestato dai camerati di giornata.
Si sarà detta Giorgia Meloni, che ai bei tempi la pensava più o meno come Vannacci: si deve fare come Crosetto ma, per non lasciare praterie a Matteo Salvini, meglio lasciare ululare anche gli altri. Dunque: silenzio.
Lo schema è lo stesso che si è ripetuto sull’immigrazione, con gli sbarchi che hanno raggiunto quota 115mila (il doppio dell’anno scorso) e i sindaci, di ogni colore, sull’orlo dell’esasperazione in un annunciato remake del 2016 quando, prima dell’arrivo al Viminale di Marco Minniti, c’erano in mezza Italia i blocchi stradali per non accogliere i migranti. Incalzata da Salvini su una linea securitaria di chiusura dei porti e ripristino dei famosi decreti sicurezza (l’opposto di quel che ha detto Sergio Mattarella a Rimini) e priva di una politica di governo dei flussi e di accoglienza, si è inventata una specie di time out tecnico col comitato interministeriale di sicurezza affidato ad Alfredo Mantovano.
Un classico modo di allungare il brodo con una discussione sul metodo rinviando le scelte sul merito. E intanto gli sbarchi li governa il meteo: se piove rallentano, se c’è il sole aumentano.
Ed è in fondo lo stesso schema delle riforme costituzionali, dove il governo è bloccato perché siccome sono tutti preoccupati di schiantarsi al Sud con l’Autonomia di Roberto Calderoli, in Finanziaria per ora non è stato previsto un euro solo euro sui “livelli essenziali di prestazioni”. Ma Calderoli, che tutto è fuorché sprovveduto, ha capito il gioco e contraccambia bloccando il premierato e tutte le architetture altrettanto strampalate pensate dai vari Stranamore che confondono i poteri del premier con quelli dei sindaci, dimenticando che, a livello comunale, non c’è né il capo dello Stato né la Corte costituzionale.
Di questo andazzo la manovra, che apre l’anno elettorale, rischia di essere un amplificatore.
Latitano i soldi per tutte le promesse elettorali, dalla Flat tax al Ponte sullo stretto a una politica vera per le famiglie, al massimo si raschierà dal fondo del barile qualcosa per “quota 103”, e intanto non ci sono soldi per la sanità, ce ne sono pochi per la scuola, cresce l’inflazione, l’economia frena e non si può più dare la colpa a “quelli che c’erano prima”.
Amplificatore perché l’accettazione di una posizione compatibile con l’Europa in materia economica è sostenibile se tutto il resto funziona, se invece è tutta una oscillazione tra “vorrei” e “non posso”, la regola diventa l’improvvisazione.
Ed è quel che è avvenuto con lo straordinario patatrac sulle banche, anch’esso figlio dell’ossessione meloniana di non farsi scavalcare a destra da Salvini, rispolverando la narrazione degli interessi del popolo contro quelli delle banche. Pas d’ennemis à droit, nessun nemico a destra. La ragione della paralisi è anche questa (e sul Mes sarà uno spettacolo da pop corn).
Mettevi comodi però: non c’è nessun Papeete all’orizzonte, Salvini sa che non può permetterselo, ma un’inversione dei ruoli quella sì, eccome, in cui il leader della Lega – è questione di sopravvivenza – si propone come l’alfiere di quel mondo che la premier ha deluso, soprattutto sugli sbarchi.
Mondo che Giorgia Meloni, finora, ha rinunciato a portare, con la fatica di un discorso di verità e di costruzione politica, dentro una compiuta cornice di governo ma di cui non può più nemmeno titillare, come una volta, gli istinti della pancia. A quello ci pensano le comparse, da Vannacci e Giambruno. Ma la protagonista, nel dubbio, si eclissa.
(da Huffingtonpost)
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Settembre 5th, 2023 Riccardo Fucile
IL PRESIDENTE DEVE DIFENDERSI DALL’IMMAGINE DI “TROPPO ANZIANO” PER UN SECONDO MANDATO… GLI ELETTORI CERCANO IL CAMBIAMENTO MA AL MOMENTO NESSUNO LO INTERCETTA
Non sembrano ancora essere all’orizzonte volti nuovi nella corsa alle elezioni americane. Lo testimonia un sondaggio del Wall Street Journal condotto su 1500 elettori, che torna a sottolineare come ci sia un testa a testa tra Joe Biden e Donald Trump in vista delle elezioni del 2024.
I due al momento sono entrambi al 46% dei voti. Il sondaggio mostra però anche come Trump continui ad incrementare il suo vantaggio sugli altri candidati repubblicani nonostante le incriminazioni e i guai giudiziari – l’ex presidente è al 60% delle preferenze tra gli elettori del Gran old party – e sia considerato da metà degli americani all’altezza della presidenza.
Mentre Biden è considerato dal 73% degli americani troppo anziano per un secondo mandato. “Mi continuano a dire che sono troppo vecchio. Sono solo più saggio” replica Biden da Philadelphia in occasione del Labor Day, la festa dei lavoratori Usa, “continuerò a fare questo lavoro, con il vostro aiuto”
Biden troppo vecchio per gestire la situazione economica. Già la scorsa settimana un sondaggio condotto da Associated Press-Norc Center for Public Affairs Research aveva messo in risalto le perplessità e le ansie dell’elettorato americano nei confronti di Biden, per questioni anagrafiche.
Quando si voterà, il presidente americano avrà 82 anni e, per cui lascerebbe la Casa Bianca a ottantasei anni compiuti.
Battendo Donald Trump, era già diventato il più vecchio a insediarsi alla Casa Bianca. Nel sondaggio del Wsj la maggioranza degli americani attribuisce a Biden un punteggio basso per la gestione dell’economia e di altre questioni importanti per il loro voto.
Il 58% degli elettori ritiene che l’economia sia peggiorata negli ultimi due anni, mentre solo il 28% afferma che è migliorata. Solo il 39% degli elettori inoltre ha un’opinione favorevole del presidente in carica, anche se circa il 42% ha affermato di approvare il modo in cui gestisce il proprio lavoro, ben al di sotto del 57% che invece lo disapprova.
Biden prova a difendersi usando l’arma dell’ironia. ”Qualcuno dice che Biden sta invecchiando… l’unica cosa che viene è un po’ di saggezza” ha affermato oggi il presidente americano, dopo la pubblicazione del sondaggio. ”Sapete, faccio questo più di chiunque altro e indovinate un po’, continuerò a farlo con il vostro aiuto”, ha affermato il capo della Casa Bianca.
Battute autoironiche che da mesi Biden utilizza per rassicurare l’opinione pubblica sul suo stato di salute e per provare a entrare in empatia con chi nutre qualche dubbio. Ma a pesare sulle valutazioni degli americani sono anche le numerose gaffe compiute da Biden negli ultimi mesi. Tra le ultime si ricorda quando lo scorso luglio Biden, parlando con Zelensky, lo ha chiamato “Vladimir”, come Putin e non con il suo vero nome e cioè Volodymyr, colpendo l’orgoglio nazionale della popolazione ucraina.
Trump all’altezza della presidenza, ma non affidabile.
Le ansie del popolo americano non riguardano però solo Biden. Gli americani sembrano essere preoccupati dal fatto che il Tycoon continui ad aumentare il suo vantaggio sugli altri candidati repubblicani. Trump infatti, nel sondaggio del Wsj, è stato giudicato meno onesto di Biden e la maggioranza delle persone intervistate ha visto le azioni di Trump dopo la sua sconfitta nel 2020 come un tentativo illegale di impedire al Congresso di dichiarare Biden il vero vincitore.
In generale il sondaggio dimostra che Trump è all’altezza della presidenza per la maggior parte degli elettori, ma non è una persona affidabile. Mentre Biden è una persona affidabile, ma non è all’altezza della presidenza.
Circa il 48% degli elettori ritiene che Biden sia simpatico, rispetto al 31% di Trump. Circa il 45% considera Biden onesto, mentre il 38% lo dice di Trump. “Se la gara riguarda la personalità e il temperamento, allora Biden è in vantaggio. Se la corsa riguarda politiche e performance, allora Trump è in vantaggio” osserva Fabrizio.
Testa a testa tra Biden e Trump: nessun nuovo volto all’orizzonte.
Il vero problema, comunque, come sostengono i sondaggisti, è che gli elettori si ritrovano schiacciati tra due candidati che non sembrano rispondere al loro desiderio di cambiamento. Senza ancora una nuova figura emergente. ”Gli elettori cercano il cambiamento, e nessuno dei principali candidati è il cambiamento che stanno cercando” spiega al Wsj il sondaggista democratico Michael Bocian.
(da Huffingtonpost)
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Settembre 5th, 2023 Riccardo Fucile
IL DOCENTE UNIVERSITARIO E’ ESPERTO DI ORSI
Nella tarda serata di giovedì 31 agosto un 56enne di San
Benedetto dei Marsi ha ucciso a fucilate l’orsa Amarena, che si era intrufolata nella sua proprietà. La morte del plantigrado, simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ha suscitato un’ondata di sdegno e polemiche per la crudeltà del gesto, ai danni di un animale che pur transitando spesso per i centri abitati con i suoi piccoli non aveva mai dato alcun segno di aggressività.
La morte di Amarena rappresenta inoltre una gravissima perdita per la sua sottospecie, l’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus), del quale ne vivono solo una sessantina di esemplari nel Centro Italia, dove è endemica (cioè si trova solo lì). Amarena era anche un’orsa molto prolifica e la sua scomparsa avrà un impatto significativo.
Al di là degli strascichi legali e delle conseguenze sulla popolazione di questi magnifici animali selvatici, c’è un altro aspetto che sta preoccupando seriamente gli esperti: la sorte dei suoi due piccoli, fuggiti dall’abitazione dell’uomo dopo lo sparo mortale.
Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sta cercando di catturarli da giorni, ma fino ad oggi invano. Per capire meglio le probabilità di sopravvivenza dei cuccioli abbiamo contattato il dottor Filippo Zibordi, esperto di orsi che ha partecipato per anni al progetto Life Ursus per la reintroduzione dell’orso bruno in Trentino, oggi consulente su tematiche legate alla conservazione della natura e coordinatore didattico del Master FaunaHD dell’Università dell’Insubria. Ecco cosa ci ha raccontato.
Dottor Zibordi, inizialmente si era detto che i due cuccioli dell’orsa Amarena uccisa in Abruzzo non sarebbero sopravvissuti da soli a causa della tenera età, essendo nati all’inizio dell’anno. Oggi il Direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha dichiarato a Fanpage.it che sono stati visti di notte e che sono autosufficienti. Lei che studia gli orsi da anni cosa può dirci al riguardo? Secondo lei se la caveranno?
Gli orsi come mi diceva lei hanno circa otto mesi, dato che tendenzialmente nascono tra il mese di gennaio e febbraio all’interno della tana. L’orso è caratterizzato da cure parentali particolarmente lunghe, che in qualche modo somigliano a quello che facciamo noi. Significa che i cuccioli rimangono con la mamma almeno fino all’aprile dell’anno successivo alla nascita. Dato che questi cuccioli sono nati a gennaio 2023, sarebbero rimasti sicuramente con la madre fino alla fine del letargo dell’anno prossimo, aprile – maggio 2024. In qualche caso rimangono addirittura fino all’autunno dell’anno successivo. Quindi cure parentali lunghe. In questo periodo acquisiscono dalla madre tutta una serie di competenze. Prima di tutto la madre li allatta, ma questo chiaramente l’orsa uccisa aveva già finito di farlo. Secondariamente la madre li protegge dai predatori, quindi altri orsi, lupi. Le aquile in questo momento non sono un pericolo. Infine, cosa ancor più importante, la madre insegna loro come cavarsela di fronte a vari pericoli e come reperire il cibo. È da capire se questi cuccioli sono sufficientemente scaltri, se hanno imparato a sufficienza. Da una parte a tenersi lontani dai pericoli dell’uomo e da quelli naturali, dall’altra dal punto di vista alimentare, cioè se riescono a recuperare il cibo. Questo ovviamente dipende da tanti fattori, anche casuali. Nel senso che se trovano per caso un cervo morto e lo mangiano, questo cibo può saziarli per svariati giorni. Viceversa se finiscono in una zona dove c’è poco cibo, diventa più difficile. I loro spostamenti li mettono a rischio. Non è facile sapere cosa succederà.
C’è un precedente del quale può parlarci?
L’unico che mi viene in mente è quello dell’orsa Daniza, non so se lo ricorda. Era considerata problematica e quindi si era tentato di catturarla, ma era morta proprio durante l’operazione. Era l’11 settembre del 2014. Lei aveva due cuccioli, che sono stati monitorati e sono sopravvissuti. Questo è il precedente. Quello che intende fare il Parco D’Abruzzo è certamente sensato.
Ci spieghi
Cercheranno di catturare questi orsetti per vedere in che condizioni sono e quindi valutare se poterli rilasciare in natura, mettendoli in un’area meno disturbata, oppure se sono claudicanti di fargli fare un periodo di ripresa. Nutrirli per un certo periodo e poi rilasciarli. Il pericolo di questa seconda opzione è che gli orsi vanno accuditi e nutriti senza far percepire loro la presenza dell’uomo. Perché altrimenti perdono la loro naturale diffidenza.
Tornando al discorso della madre che insegna ai piccoli dove reperire il cibo, sono famose le foto dell’orsa Amarena che portava i suoi cuccioli a mangiare le ciliegie in alcuni paesi nel parco, come ad esempio a Villalago. Questo in tarda primavera – estate. Ma questi cuccioli non avranno alcun insegnamento sui frutti autunnali. Potrebbe essere un problema?
Potrebbe esserlo, sì. Ma c’è da dire che gli orsi mangiano veramente di tutto. Quindi credo che possano aver imparato in questi quattro mesi – saranno usciti dalla tana tra la fine di marzo e l’inizio di aprile – che tutto quello che odora di buono, odora di cibo, può dare loro sostentamento. Tendenzialmente potrebbe essere un vantaggio. Perché se loro passano vicino ai faggi e trovano le faggiole, o magari le castagne, le noci, hanno di che nutrirsi. Gli orsi sono molto curiosi e si adattano a ogni tipo di cibo. Però ecco, rimane comunque un periodo rischioso. Nel caso dell’orsa JJ4 catturata, quella coinvolta nell’aggressione mortale in Trentino, i figli sono nati l’anno precedente alla cattura, ossia nel 2022, quindi al momento della separazione dalla madre avevano già 15 – 16 mesi e le probabilità di sopravvivenza erano e sono molto superiori.
Verso la fine dell’estate inizia il periodo del bramito dei cervi, con molti esemplari che scendono dalle montagne. Ovviamente seguiti dai lupi. Questa condizione particolare della stagione degli amori non potrebbe aumentare il rischio di incontro per gli orsetti?
Non penso ci siano studi scientifici che lo dimostrino. I lupi si spostano parecchio e rappresentano un pericolo tutto l’anno per i cuccioli di orso. Al rischio dei lupi aggiungerei il rischio dell’uomo. Con buona probabilità questi animali hanno imparato dalla madre una certa confidenza con l’uomo. E quindi per ora non se ne stanno come fantasmi nel mezzo della foresta. Sappiamo che avvicinarsi all’uomo comporta vari rischi. Il rischio di essere impallinati, ad esempio, ma ancor di più quello di essere investiti. Se stessero nel cuore delle foreste sarebbe meglio per tutti.
Le probabilità di riuscire a prenderli secondo lei sono buone? Non so se ci siano casi analoghi, o magari con orsetti abbandonati dalle madri, come può capitare
Io direi che possono riuscirci. C’è un esempio in Trentino, risalente ad aprile – inizio maggio, di un orsetto abbandonato dalla madre perché caduto in un dirupo. Lei se n’era andata perché lo pensava moribondo. È stato catturato dalla squadra di Emergenza Orso del Corpo Forestale trentino ed è tuttora in un centro di “riabilitazione” che si chiama Belpark a Spormaggiore, dove è stato nutrito – e viene nutrito tuttora – senza farlo accorgere della presenza dell’uomo, con l’opzione che poi possa essere rilasciato in natura.
Il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha affermato che l’obiettivo è catturare gli orsetti e poi rimetterli in natura. Dopo quanto tempo potrebbero essere rilasciati?
Il momento migliore secondo me sarebbe subito dopo la cattura. Se fossero in buono stato di salute e non deperiti, meno stanno con l’uomo e meglio è. Perché appunto, stare con l’uomo significa che c’è la possibilità che perdano la diffidenza. Che associno l’odore dell’uomo a qualcosa che è positiva invece che negativa. Il miglior orso possibile è quello che teme l’uomo e tiene le distanze. Però chiaramente sono certo che il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise metterà in atto tutte le contromisure per evitare che gli orsi vedano le persone che danno loro da mangiare in caso di cattura. L’orso non deve associare il nutrimento all’uomo, perché altrimenti andrà a cercare il cibo dalle mani delle persone. Il PNALM ha una grande professionalità, quindi se riesce a catturarli li traferirà in una zona poco frequentata e li rilascerà il prima possibile, non ci sono dubbi su questo
Secondo lei potrebbero tornare dove è stata uccisa la madre?
Credo proprio di sì. Loro stanno girando intorno a quella zona perché è l’ultimo posto dove hanno visto la madre. È chiaro che è quella che frequentano. Purtroppo c’è di mezzo il fattore umano dei curiosi che nonostante le ordinanze stanno lì e li spaventano, spingendoli ad andarsene. Hanno comunque un raggio limitato.
(da Fanpage)
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Settembre 5th, 2023 Riccardo Fucile
A SCANNO SONO ABITUATI, NESSUNO SPARA ALL’ORSA, TUTTI SONO SANI DI MENTE
“Ci sono posti dove gli orsi entrano anche nelle cucine, mangiano la torta, e nessuno li tocca, e ci sono posti dove gli orsi entrano nei giardini e qualcuno gli spara. Si chiama educazione, convivenza, civiltà, accettazione di un animale, che è l’orso bruno marsicano, unico e solo sulla faccia del pianeta”.
Sono le parole di Luciano Sammarone, direttore del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm), a commento dell’accaduto nell’hotel di Scanno, dove l’orsa Gemma, di circa 25 anni, nota frequentatrice del paese: “è entrata, ha mangiato una torta, è uscita e se n’è andata”, ha spiegato Sammarone all’Ansa.
“Il proprietario dell’hotel mi ha chiamato ieri mattina, era molto tranquillo, senza nessuna agitazione, mi ha detto ‘l’unica cosa aiutami a evitare che stasera si ripeta’”. E così, in risposta alla richiesta dell’albergatore, il Pnalm ha montato davanti alla struttura ricettiva un recinto elettrificato.
Nella notte non è stata riportata alcuna segnalazione di ulteriori tentativi dell’orsa di entrare, “a dimostrazione – continua Sammarone – che i recinti elettrificati funzionano. Scanno è il posto dove forse abbiamo montato più recinti e misure di prevenzione di tutta la storia del Pnalm, tra Parco, forestale, Wwf. Ebbene, forse qualcuno dovrebbe ricordarsene e metterli in funzione, semplicemente”.
Gemma è una orsa ormai di casa a Scanno, anzi è diventata una ‘cittadina acquisita’. Non è vero che sia la madre di Amarena, come da più parti si mormora, anche se è una orsa confidente come la povera orsa uccisa la scorsa settimana.
Il direttore del Parco Luciano Sammarone commenta: “Scanno convive da circa 25 anni con l’orsa Gemma. Non è mai successo niente, perché l’orsa dovrebbe cambiare modo di fare? Se non la si vuole dentro, basta chiudere la porta”.
Ma la risposta non deve essere quella del far west, come chiarisce Sammarone: “Allora che facciamo, se uno va in montagna e viene sbranato da un lupo, ha fatto bene il lupo? Non è mai accaduto, ma che cos’è, la legge del taglione?”.
(da agenzie)
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