ALBENGA, IL SINDACO CON LA ‘NDRANGHETA” ALLE PORTE A SUA INSAPUTA
IL NEOSINDACO CHE NON SI E’ ACCORTO CHE LA ‘NDRANGHETA E’ RADICATA AD ALBENGA DA QUASI 40 ANNI
Giorgio Cangiano, neosindaco di Albenga nei giorni scorsi ha dichiarato: “personalmente non credo che ci sia già un radicamento delle organizzazioni criminali ad Albenga o in questo comprensorio”.
Prendiamo atto che Cangiano non conosce Albenga e non conosce cosa siano le organizzazioni mafiose, anche se ha firmato gli appelli di “Libera” ed anche se è il Sindaco (l’unico della Liguria) che la Regione Liguria ha deciso di mandare alla conferenza ONU contro la corruzione.
Ad Albenga in realtà la ‘ndrangheta è radicata quantomeno dagli anni Settanta. Certamente dagli anni Ottanta ha iniziato ad operare per condizionare la politica, la pubblica amministrazione, la gestione del territorio, l’economia.
Ci sono cosche potenti, storiche, che operano in quel territorio e che hanno reti di relazioni ampie. In primis i Gullace-Raso-Albanese.
Con i Fazzari, i Gullace stessi (dal Carmelo ad Elio), i Pronesit che fanno sempre capo a Rocco (detto “u Lupo”)…
E’ curioso che il Cangiano affermi che lì non c’è questo radicamento, anche perchè uno di quelli che operava per Fameli Antonio, Gullace Carmelo e Pronestì Antonello (da Lecco), era persino candidato in una lista della sua coalizione.
Ed allora che sta dicendo Cangiano?
Minimizzare, negare la presenza ed il radicamento, la “colonia” che domina su Albenga da decenni, è quanto di più assurdo si possa fare e che possa fare soprattutto un esponente politico pubblico.
Il fatto che ci si dichiari, genericamente, contro le mafie, che si parli delle mafie come fossero un ectoplasma, qualcosa di lontano, slegato dalla realtà di un territorio ove è documentalmente (e drammaticamente) presente, farà anche “belli” ma è un atteggiamento sbagliato.
Non indicare infatti con chiarezza al disprezzo sociale ed all’isolamento sociale quei soggetti ben noti, con volti, nomi e cognomi… significa abdicare alla prima e fondamentale azione di contrasto alle mafie che è proprio compito e competenza della comunità e di chi la dovrebbe rappresentare.
Christian Abbondanza
Casa della Legalità
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