BERLUSCONI: “CONFERMATI TUTTI I MIEI SOSPETTI, MI FARANNO FUORIâ€
DOPO LE MOTIVAZIONI DEL CASO-RUBY EMERGE L’ACCUSA DI “INQUINAMENTO PROBATORIO”
È il segnale che aspettava, neanche 48 ore dopo la decadenza. Silvio Berlusconi è raggelato nel momento in cui Ghedini e Longo, con cui trascorre ad Arcore quasi tutto il giorno, gli sottolineano quell’espressione: « Inquinamento probatorio».
Gli spiegano e ripetono che quell’accusa è il varco che in casi simili ha portato i pubblici ministeri a far scattare gli arresti. Loro stessi, i legali, sono per altro coinvolti dalle motivazioni del processo Ruby-bis nella richiesta di imputazione.
Per il Cavaliere è la «conferma del teorema». Che tutto sarebbe precipitato già all’indomani della sua «cacciata» dal Senato.
«Hanno deciso di farmi fuori e in qualche modo lo faranno, non perdono tempo» è la paura che l’inquilino di Villa San Martino non nasconde ai pochi dirigenti di partito ricevuti e sentiti nella seconda giornata di “ritiro” in Brianza.
Nella sua lettura, l’inchiesta e la probabile imputazione per «corruzione di testimone » del cosiddetto Ruby-ter diventa la prova dell’«assalto finale » alla sua leadership, ora che è venuto meno lo scudo dell’immunità .
Cadono nel vuoto perfino le rassicurazioni di chi, nell’entourage, continua a ripetergli che il procuratore capo di Milano, Bruti Liberati, non sarebbe affatto intenzionato a far scattare le manette contro di lui.
Che magistrati avveduti come Ilda Boccassini, gli fa notare qualche consigliere, non gli farebbe mai un «regalo» così, la martirizzazione politica e mediatica. Ma è l’umore nero del leader forzista a prendere il sopravvento per tutto il giorno. «Certo non ci sentiamo affatto tranquilli» spiega una preoccupata Daniela Santanchè e non è la sola.
Sotto traccia la febbre di altre tensioni, si farebbe largo in famiglia una contrapposizione tra i primi figli Marina e Piersilvio (ai quali ha concesso la procura sui conti) e due delle tre di Veronica: Barbara (che punta dritto sulla guida del Milan) e Eleonora.
Sta di fatto che nella giornata segnata per altro dallo strappo di Galliani che mandato Berlusconi su tutte le furie, le vicende politiche, l’uscita dalla maggioranza, il guanto di sfida lanciato al governo Letta finiscono col passare in secondo piano.
Ai suoi Berlusconi conferma tuttavia che l’opposizione al tandem Letta-Alfano sarà «durissima», l’invito rivolto a tutti è a bollarlo adesso come «governo di sinistra-centro».
Un modo come un altro per mettere ancor più “Angelino” e gli altri ministri ex pdl con le spalle al muro, mentre la batteria dei falchi continua a martellarli.
Il Cavaliere dovrebbe tornare a Roma a inizio settimana, per martedì i capigruppo Brunetta e Romani stanno organizzando una nuova assemblea col capo nella sede di San Lorenzo in Lucina.
Prima della probabile uscita con Vespa a metà settimana e della kermesse romana dei club “Forza Silvio” di domenica 8.
La linea è quella di insistere per le dimissioni di Letta e dunque del governo intero, marcare la discontinuità dopo l’uscita di Forza Italia, prima che si voti la nuova fiducia.
Berlusconi su questo non demorde. «Verifica vera, verifica subito », incalza il vicecapogruppo Annamaria Bernini.
Il fatto è che al premier Letta l’iter con dimissioni, consultazioni, nuovo incarico potrebbero pure tornare utile, portando via quella settimana di tempo che consentirebbe poi di far slittare la fiducia dopo le primarie pd dell’8 dicembre.
Ipotesi che predilige. Ne parlerà nel faccia a faccia di lunedì con il capo dello Stato Napolitano.
Berlusconi non ha i numeri per impensierire l’esecutivo, li avrà e intende sfruttarli per dare battaglia nelle aule e in commissione, soprattutto sulle riforme. L’ultima arma rimasta.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica“)
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