BERLUSCONI DICE DI AVERE I NUMERI, ALTRI SOSTENGONO CHE ORMAI LI DA’: ANCHE LA CARLUCCI DICE ADDIO AL PDL
IL PREMIER AGGRAPPATO ALLA TAVOLETTA DEL NAUFRAGO INSISTE A NEGARE CHE LA NAVE STIA AFFONDANDO… ANCHE GABRIELLA CARLUCCI PASSA ALL’UDC: “NEL 1994 HO CAMBIATO LA MIA VITA PERCHE’ CREDEVO IN FORZA ITALIA, ORA IL PDL E’ TROPPO DISTANTE DAI PROBLEMI REALI DEL PAESE”
Il voto sul Rendiconto, in programma martedì a Montecitorio, assume sempre di più i contorni di un appuntamento cruciale per il governo. Non solo.
L’esecutivo potrebbe trovarsi a fare i conti anche con una mozione di sfiducia delle opposizioni. Silvio Berlusconi, però, non mostra tentennamenti.
«Abbiamo verificato in queste ore, con numeri certi, che la maggioranza c’è», ha assicurato collegato telefonicamente con la convention di Azione Popolare.
Ma intanto il Pdl perde un altro pezzo, importante, perchè si tratta di una delle fedelissime della prima ora, l’ex-showgirl Gabriella Carlucci.
La deputata passa all’Udc: «Aderisco a questo partito che fa parte del Ppe, perchè spero che i moderati possano trovare nuove strade».
Così la parlamentare in una nota in cui annuncia l’addio al Pdl e afferma:« Ho con passione contribuito alla crescita di Forza Italia dal 1994 nel campo delle attività culturali e dal 2001 in Puglia dove con spirito di servizio mi dedico, tra l’altro, alla cura dei problemi amministrativi del Comune di Margherita di Savoia dove sono Sindaco. Ho cambiato la mia vita, con grandi sacrifici familiari, perchè ho creduto nella politica, ma non in quella che da qualche tempo non riesce a preoccuparsi di quanto drammaticamente sta accadendo e ritengo che un Governo di larghe intese possa essere l’unica soluzione per salvare il Paese».
E dire che il Premier aveva detto: «Nonostante le defezioni che mi auguro possano rientrare, siamo ancora maggioranza», aggiunge il presidente del Consiglio, mentre da più parti e anche da alcuni dei suoi gli arrivano inviti a fare un passo indietro, a «non arroccarsi» alla fortezza del Pdl, a fare attenzione ai numeri «troppo risicati».
Se il governo dunque sembra appeso al pallottoliere, il Cavaliere è comunque convinto di avere ancora la maggioranza.
Per questo insiste sul fatto che non esiste alcuna alternativa a questo esecutivo se non il voto, ribadendo il suo «no» a governi tecnici o di larghe intese.
Se l’opposizione votasse contro o facesse ostruzionismo sulle misure chieste dall’Ue, è l’avvertimento di Berlusconi, «si assumerebbe una chiara responsabilità ».
Al contrario di quanto afferma il premier, per il capogruppo del Pd, Dario Franceschini, l’esecutivo non ha più i numeri: «Il problema non è il voto di martedì sul Rendiconto nè quello che avverrà nelle prossime ore – spiega il deputato -. Berlusconi non ha più la maggioranza alla Camera, o si dimette o presto i parlamentari che vogliono un governo di emergenza per salvare il Paese voteranno la sfiducia per poterlo far nascere».
Lo stesso Pier Luigi Bersani conferma a In mezz’ora che l’opposizione presenterà una mozione di sfiducia anche e soprattutto se dovesse essere approvato il Rendiconto.
Il leader Pd chiude poi all’ipotesi di un governo tecnico guidato da Gianni Letta o da Renato Schifani: «Sarebbe un governo di centrodestra e non si vede come potrebbe fare quello che non ha fatto il governo Berlusconi», spiega Bersani.
Frena sulla mozione di sfiducia il leader dell’Idv Antonio Di Pietro. «Prima dobbiamo avere i numeri e poi presentare la mozione di sfiducia. In questo momento non è tanto in discussione la mozione di sfiducia del centrosinistra ma la presa d’atto dello sfaldamento del centrodestra», chiarisce l’ex pm.
Un invito alla cautela arriva a Berlusconi da Claudio Scajola. «I numeri in Parlamento sono diventati molto risicati – avverte l’ex ministro intervistato da Maria Latella -, siamo riusciti ad andare avanti un anno in un momento difficilissimo per la crisi economica, oggi questi numeri, con le ulteriori uscite, sembrano non esserci più, allora il mio invito a Berlusconi è che o riesce a mantenere le redini del governo oppure deve farsi lui stesso protagonista di un cambiamento».
Critiche al nostro Paese arrivano intanto dalla Francia.
L’Italia ha un «problema di credibilità , è vero. Bisogna lottare contro questa sfiducia», ha detto il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, affermando a Radio Europe 1 che è necessario vigilare sull’impegno del governo italiano sulle riforme.
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