CACCIARI: “PARTITO INUTILE, DIBATTITO MISEROâ€
“IL PD E’ UN PARTITO MAI NATO, NON NE ESCONO FUORI”
Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia, tradizionalmente non ha peli sulla lingua.
E il suo abbandono della politica è stato dovuto anche alla delusione nei confronti del Pd. Ma di fronte allo spettacolo quotidiano offerto dai Democratici (candidati che entrano ed escono, riunioni più o meno carbonare, documenti sul futuro del partito, dichiarazioni durissime su cavilli regolamentari), più che ironico diventa tragico.
Addirittura apocalittico.
Cacciari, ieri abbiamo assistito all’ennesima puntata della quotidiana guerra di posizionamento nel Pd: non le sembra una dinamica assurda?
C’è in atto una guerra politica molto chiara nel suo significato. Bisogna capire se si sfasciano prima o dopo. Nel Pd ci sono culture — anche antropologicamente parlando — che non possono convivere, come i Renzi e gli Epifani, gli ex Dc e gli ex Pci. Non è solo lotta per il potere, ma anche una battaglia di prospettiva.
Ma in un momento in cui la crisi economica continua a essere gravissima, questo non contribuisce a distruggere il paese?
Mah…Tutti stanno distruggendo il paese. Non c’è una forza politica in grado di fare da argine istituzionale. Ognuno tira acqua al suo mulino. Ognuno gioca un ruolo, ognuno si è specializzato. C’è chi fa il giustizialista, chi l’antigiustizialista, chi difende la casta, chi attacca la casta, chi fa il nuovista. Ognuno si specializza. Ma questo non è fare politica. Ognuno cerca di salvare il culo a se stesso.
Ma tutto questo non annoia anche l’elettorato?
Non è detto. Anche se durante le primarie Renzi-Bersani non s’è parlato di niente, queste hanno portato voti, che poi Bersani ha dilapidato.
Non le sembra che la battaglia congressuale di adesso sia molto meno appassionante della sfida d’autunno?
È ripetitiva. E non c’è dubbio che scassi le palle. Ma è inevitabile.
Qual è ora la partita?
Evitare che Renzi diventi segretario con la consacrazione delle primarie. Perchè un momento dopo farebbe cadere il governo Letta. E il Partito democratico non vuole.
Anche le quotidiane uscite di Renzi non sono diventate trite e ritrite?
Renzi è in una situazione difficilissima. Non può fare diversamente. Deve porsi come premier ma questo nello stesso tempo lo espone a un conflitto drammatico: perciò tira il sasso e ritira il braccio. È ovvio che lo paga in termini di logoramento dell’immagine. E così il rischio è che si arrivi alle elezioni con un leader decotto.
Cuperlo o Fassina, sono degli avversari competitivi?
No, nel modo più assoluto.
Ma insomma, perchè il Pd non può uscire da questa dinamica?
Perchè non è nato. È un dramma politico: non è in grado di esprimere un gruppo dirigente. La leadership è necessaria. E dunque, il Pd invece di parlare di qualcosa, parla di come dev’essere formato tale gruppo. È un partito senza basi, fondato sul nulla. L’unica cosa che ancora resiste sono dei rimasugli del Pci. Certo, ci sono anche persone in gamba. Per esempio Barca è uno che ha delle cose da dire, che ha delle idee. Ma resta stritolato in questa dinamica. È ovvio che è un dibattito misero.
Se il Pd non è nelle condizioni di formare un gruppo dirigente come può pensare di governare il paese?
Questo è tautologico. Ha dimostrato ampiamente di non essere in grado di formare un governo. Tant’è vero che alla fine sono stati costretti a farlo a calci in culo da Napolitano. à‰ lui che governa per interposta persona.
Wanda Marra
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