CANTONE SULLO SBLOCCA-CANTIERI: “NON RISOLVE NULLAâ€
DAGLI UFFICI DELL’ANAC FILTRA PREOCCUPAZIONE PER LA NORMA DEFINITA “PIU’ PERICOLOSA” INSERITA NEL DECRETO
Uno sblocca cantieri che è inutile per gli appalti sotto i 200mila euro, “perchè quei cantieri non sono mai stati bloccati”, e che “rischia di non risolvere nulla” per i lavori di importo superiore, che sono invece quelli bloccati e che resteranno bloccati anche con il nuovo decreto.
Ruotano tutte attorno a questo paradosso le perplessità dell’Anac sul provvedimento approvato ieri dal governo e firmato oggi dal presidente della Repubblica.
Dubbi che si trasformano in preoccupazioni per quella che dagli uffici di Raffaele Cantone definiscono la “norma più pericolosa” inserita nel decreto, vale a dire la possibilità di affidare i lavori in subappalto al concorrente sconfitto nella gara.
“Il rischio concreto – spiegano fonti dell’Autorità – è che le imprese si mettano d’accordo fin da prima della gara, prefigurando una turbativa d’asta a tutti gli effetti”.
Norma inutile, dunque. Perchè? I cantieri bloccati, ripetono all’Anac, sono tutti di importo superiore ai 200mila euro. E sono stati aperti prima del Codice degli appalti. Dunque i problemi non sono imputabili a questo. Piuttosto, i motivi sono diversi: imprese vincitrici degli appalti fallite per la crisi, mancanza di risorse economiche in corso d’opera e, soprattutto i ricorsi amministrativi, che obbligano l’Amministrazione pubblica a fermarsi in autotutela per evitare in futuro di dover rifondere i ricorrenti in caso di sconfitta. Un esempio? La Galleria Pavoncelli in Irpinia, una delle grandi incompiute italiane che si trascina dal terremoto del 1980. O l’alta velocità in provincia di Firenze. Lo sblocca cantieri non cambierà di una virgola l’esito di questi lavori.
Poi ci sono i rischi. Il più evidente è quello, appunto, della possibilità che gli sconfitti nelle gare possano ottenere i subappalti.
Ma poi c’è quello relativo all’abbassamento dei preventivi necessari per poter assegnare un appalto sotto i 200mila euro: fino ad oggi ne servivano 10 per appalti fino a 150mila euro e 15 per appalti superiori; con il nuovo decreto ne bastano 3.
“A parte il rischio che l’appalto venga assegnato senza una vera selezione – sottolineano ancora dall’Anac – non è detto che la P.A. con soli 3 preventivi, riesca a spuntare il prezzo migliore”.
Ma non solo: nel corso delle verifiche l’Anac ha scoperto che, soprattutto nelle zone dove la criminalità organizzata è ben radicata, gli affidamenti diretti (oggi possibili fino a 40mila euro) venivano spesso frazionati. In sostanza, basta dare due appalti da 39.900 euro per non dover ricorrere alle gare e assegnare lavori per 80mila euro. Con la soglia innalzata a 200mila euro, è possibile dunque arrivare a quasi 400mila euro di appalto senza dover fare le gara.
E c’è un altro aspetto che all’Anac giudicano paradossale: oggi per appalti fino ad un milione era possibile una procedura negoziata (con 15 preventivi da 350mila euro in su) mentre con il nuovo decreto, da 200mila in su, è obbligatoria la gara.
Il rischio è di complicare anzichè semplificare. Nel provvedimento ci sono anche cose che funzionano, dicono ancora gli uffici di Cantone, come alcune semplificazioni previste, la possibilità di reintrodurre l’appalto integrato per le manutenzioni, il tentativo di sfrondare tutta una serie di formalismi. Ma il nodo resta sempre lo stesso: “chiamare sblocca cantieri una norma che sblocca quelli che non sono
bloccati e rischia di non risolvere nulla per quelli che sono fermi”.
(da “Huffingtonpost”)
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