CARO FINI, IL TEMPO E’ GALANTUOMO: “CARIGE, SOLDI A IMPRESE IN ODORE DI MAFIA”
“LA BANCA FINANZIO’ NUCERA DOPO CHE LA SUA GEO AVEVA RICEVUTO UNA SEGNALAZIONE DELLA DIA… IL MANAGER DELL’AZIENDA CHE OTTENEVA CREDITI FACILI ERA LEGATO ALL’NDRANGHETA”
Riportiamo qui di seguito l’articolo del Secolo XIX di oggi
I milioni che la Banca Carige ha generosamente concesso per anni alla “Geo” del faccendiere Andrea Nucera sono serviti a pagare un gruppo di affaristi legato alla ‘ndrangheta.
Non solo.
L’istituto di credito ha continuato a sovvenzionare la società dopo che la stessa aveva ricevuto dalla prefettura di Savona una “informazione atipica antimafia” per le sospette collusioni del direttore generale di Geo con i clan della criminalità calabrese.
I dati incontrovertibili sono contenuti in uan serie di documenti di cui il Secolo XIX è entrato in possesso. E rappresentano uno degli aggiornamenti più importanti nell’inchiesta del crac Nucera che coinvolge manager dela Cassa di Risparmio.
Con l’accusa di aver concorso alla bancarotta della Geo, prestando soldi senza avere in cambio garanzie, e quando l’andamento del gruppo era palesemente compromesso, sono stati iscritti nel registro degli indagati l’ex presidente Carige Giovanni Berneschi, l’attuale direttore generale Ennio La Monica, l’ex responsabile crediti Mario Cavanna e l’amministratore delegato della Cassa di Risparmio di Savona Achille Tori.
L’indagine sui fidi facili chiama in causa pure il Banco di San Giorgio e banca d’Alba.
Il capitolo dei soldi, almeno 120 milioni di euro tra Carige e Carisa, finiti a un’azienda dove operavano persone collegate alle cosche, e’ senza dubbio il più delicato.
E’ un fatto che Carige abbia concesso crediti alla Geo quando già aveva ricevuto un provvedimento antimafia dalla prefettura di Savona, ed è un fatto che l’ex direttore generale della società Vincenzo Chiaro sia definito dalla Dia di Genova come inserito nella cosca Raso-Gullace-Albanese.
Occhio ai tempi, ora.
Il 15 novembre 2010 la prefettura di Savona interviene sulla Geo, impegnata nei lavori alla ferrovia Genova-Ventimiglia. dopo aver ricevuto una serie di informative inquietanti su Chiaro. Si spiega che Chiaro è legato alla ‘ndrangheta e che per il suo compagmo di affari Rebora “risultano precedenti e condanne per associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio, sequestro di persona a scopo di rapina, estorsione e altro”.
Ecco perchè nei confronti della Geo e del suo patron Nucera scatta la “informazione atipica antimafia”.
Il problema serio è che Carige non smette di finanziarla.
La prova è nelle contestazioni che le muoverà Bankitalia: “nel dicembre 2010 il signor Nucera è stato sovvenzionato per estinguere debiti verso il fisco”.
Indebitato con lo Stato, colpito da una misura antimafia e con un direttore generale secondo la Dia “organico alle famiglie”. Ma comunque sovvenzionato da Carige.
E ora i magistrati savonesi vogliono capirne il motivo.
Giovanni Ciolina e Matteo Indice
(da “il Secolo XIX“)
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Altro articolo del Secolo XIX di oggi
CONCORSO IN BANCAROTTA FRAUDOLENTA: ADESSO TREMANO DIECI PROFESSIONISTI
Si allarga a macchia d’olio l’inchiesta della magistratura savonese sul crac Nucera derivanti dal crollo di un impero immobiliare che aveva ottenuto finanziamenti dalle banche per centinaia di milioni di euro.
Andrea Nucera all’inizio degli anni Duemila era riuscito ad avere rapporti talmente solidi con il mondo politico-finanziario da poter ottenere prestiti sulla fiducia.
Quello appena aperto pare un pentolone capace di riservare molte sorprese e di allungare l’elenco degli indagati.
Sono già emerse responsabilità penali, riconducibili a professionisti, che avrebbero permesso a Nucera di ottenere prestiti con perizie gonfiate sui beni immobili concessi in garanzia.
Mercoledi i pezzi da novanta delle banche liguri saranno chiamati a chiarire le rispettive posizioni: la conta dei danni non è ancora finita.
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Articolo di oggi della Casa della Legalità
LIGURIA, STORIE CHE SI INTRECCIANO TRA NUCERA, CARIGE E ‘NDRANGHETA
L’esposizione per i prestiti al gruppo GEO risulta essere di CARIGE pari a circa 80 milioni di euro e da CARISA sui 40 milioni.
Solo per quanto concerne i prestiti – iscritti a Bilancio – ottenuti dalle società del NUCERA per l’operazione T1 di CERIALE risultavano 55 milioni (dalla CARIGE)… peccato che la lottizzazione in questione (e bastava vedere le carte del progetto e delle pseudo “autorizzazioni” per rendersene conto) fosse abusiva.
Da fonte confidenziale abbiamo anche appreso che la CARIGE avrebbe garantito fondi alle società del NUCERA ben superiori al valori dei beni e delle operazioni oggetto di finanziamento.
Una sorta di “fetta” aggiuntiva che risulterebbe non solo ingiustificata (e ingiustificabile), ma quanto mai elemento chiave per capire il “solido” legame di sostegno della banca guidata da BERNESCHI alle attività del NUCERA e dei suoi uomini.
Uomo chiave, nei rapporti NUCERA-CARIGE, oltre al grande capo (ora decaduto) della CARIGE, cioè BERNESCHI, è certamente l’ex onorevole di Forza Italia, poi passato a FLI, Enrico NAN.
NAN, avvocato e già socio dello stesso NUCERA, è stato infatti per anni Vice-Presidente della CARISA, l’emanazione savonese della CARIGE, e fu beneficiario di un mutuo immobiliare da cui partivano – come ricorda anche Il Secolo XIX – “assegni circolari per la GEO di NUCERA, poi fallita.
Sempre l’Enrico NAN, nonostante l’Informativa Antimafia “atipica ed il dissesto del gruppo GEO, continuerà a ripetere, nonostante il progressivo e rapido crollo, che il Gruppo NUCERA “è solido”… così come continuava ad avere la sede del suo partito, FLI, nei locali concessi in comodato gratuito, a Fiumara, proprio dalla GEO di NUCERA, dove, tra l’altro, riceveva, come responsabile del Partito, i noti MAMONE.
(da “Casa della Legalità “)
Commento del nostro direttore
L’articolo del Secolo XIX riportato in foto è del 30 luglio 2011, sono passati più di due anni, e tante cose sono cambiate.
Nucera è latitante a Dubai, Fli ha cambiato “gestione” ed è prossimo a confluire in altro soggetto politico, Fini non è più presidente della Camera.
Ma non possiamo dimenticare che per aver difeso Fli dal tentativo di infiltrazione di certi personaggi, non tanto noi, abituati a sostenere battaglie in ogni sede (uscendone vincitori), ma centinaia di iscritti furono costretti ad abbandonare il partito per protesta.
Non possiamo dimenticare da che parte si schierò Fini per non dispiacere a qualche giornalista in aspettativa.
Come non dimentichiamo la sua ira a Genova quando apostrofo’ gli ex iscritti con un “allora iscrivetevi al partito di Di Pietro, qua non ci sono giustizialisti”.
Come Fini ama ripetere, il tempo è galantuomo e tante verità (su chi fosse Nucera ad es) ora sono oggetto di procedimenti giudiziari.
Altre ancora ne verranno, a dimostrazione che non di giustizialismo si trattava, ma di rispetto della legalità e di coerenza politica con il manifesto di Bastia Umbra.
Ma forse sono argomenti che non meritano il paragrafo di un libro.
Fa nulla, se ne parlerà nel prossimo Ventennio…
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