CON LA GUGLIA DI NOTRE DAME SI SGRETOLA UNA PARTE DELLA NOSTRA IDENTITA’ DI EUROPEI
UNO DEI SIMBOLI DELLA NOSTRA CIVILTA’, PATRIMONIO COMUNE DI VALORI, SENTIMENTI , EMOZIONI
Non è solo la guglia di Notre Dame a crollare sotto le fiamme. Con lei si sgretola anche una parte della nostra identità di Europei che di quella cattedrale gloriosa abbiamo fatto uno dei simboli della nostra civiltà . Di quel patrimonio comune di valori, di sentimenti, di emozioni che si agita dentro di noi nei momenti più drammatici. Come un’aritmia del cuore che non si può controllare Come un riflesso condizionato dell’anima.
Credenti e non credenti, euroscettici ed europeisti, qualunque siano la nostra nazionalità e parte politica, quella chiesa che brucia mette tutti d’accordo.
Si spiega anche così la solidarietà che è divampata con lo stesso impeto delle fiamme da ogni parte del mondo. E ha incendiato i social.
Particolarmente toccante è la testimonianza del teatro La Fenice di Venezia, due volte distrutta dalle fiamme e due volte risorta, che ha twittato “Noi siamo stati devastati dal fuoco e ogni volta siamo rinati. Accadrà anche a voi, non abbiate paura, amici!”.
In realtà con i suoi otto secoli di vita, diceva il grande storico transalpino Jules Michelet, Notre Dame è essa stessa un libro di storia. Lì i parigini hanno vegliato il re Luigi il Santo. Lì Filippo il Bello nel 1302 inaugurò i primi Stati Generali del regno di Francia, lì Enrico IV ha sposato Margerita di Valois nel 1572. Ed è sempre sotto quelle volte maestose che Papa Pio VII ha incoronato Napoleone I imperatore di Francia nel 1804.
E sotto quelle vertiginose ogive gotiche che un oceano di popolo in lacrime ha cantato il Te Deum alla fine della prima e della Seconda guerra mondiale. Tutti eventi che hanno costruito l’Europa di ora.
Se la storia a volta può dividere, i monumenti invece uniscono, perchè sono storia stratificata, decantata, filtrata, accumulata e trasformata in simbolo che appartiene a tutti.
In memoria che ci parla di un passato ormai pacificato. Non a caso nell’Ottocento a guidare la ricostruzione della Cattedrale devastata dalle furia della Rivoluzione, fu Victor Hugo che infiammò gli animi con il suo romanzo Notre Dame de Paris e promosse una petizione popolare perchè quel luogo sacro alla patria tornasse al suo splendore.
E non solo la storia dei grandi eventi è passata davanti a quella cattedrale imponente, con quella sagoma familiare che alterna la calma olimpica dei santi che svettano sulla facciata al ghigno demoniaco delle chimere che guardano la strada di sottecchi.
Perchè da più di un secolo su quel sagrato si è fatta la storia di noi tutti.
Turisti, fidanzati, devoti, patrioti, amanti del bello, tutti ci siamo raccontati, fotografati o selfeggiati, o anche solo immaginati davanti a quella facciata per monumentalizzare un po’ anche la nostra vita.
Per farla entrare nella memoria maestosa e romantica della douce France.
(da “La Repubblica”)
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