DI MAIO SPIEGA CHE PER LUI LA MAFIA E’ “UN ATTEGGIAMENTOâ€
SE NON COMMENTAVA LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE ERA MEGLIO: CENTINAIA DI PERSONE ASSASSINATE DAI MAFIOSI NON SONO MORTE “PER UN ATTEGGIAMENTO”. LA MAFIA E’ UN CRIMINE
Scambiare le conseguenze per le cause. È molto curioso il parere che Luigi Di Maio ha consegnato ai social dopo la sentenza della Corte di Cassazione su quella Mafia Capitale che, secondo i giudici, era un’associazione a delinquere, ma senza il famoso stampo mafioso.
Secondo il leader del Movimento 5 Stelle, che prima dice di rispettare la sentenza e subito dopo solleva dubbi, la mafia è un atteggiamento che deve venire ancora prima dei profili giudiziari.
Gli effetti, dunque. Il discorso fatto dal ministro degli Esteri, nella ristrettezza dei caratteri concessi da Twitter, non è del tutto sbagliato. Ma la consecutio è completamente invertita rispetto allo scorrere del tempo e degli episodi.
A Roma, secondo i giudici della Cassazione, non c’era nessuna Mafia Capitale, ma un sistema di criminalità organizzata che ha tenuto le redini della Città Eterna attraverso bandi pilotati e fondi sottratti alla normale gestione amministrativa, a scopo di interessi personali.
«Le sentenze si rispettano, ma restano i dubbi, le perplessità . E non solo: resta una ferita profonda per Roma e per i romani. Per me la mafia, prima ancora dei profili giudiziari, è un atteggiamento».
Una semplificazione troppo facile per un ministro.
Le centinaia di persone morte per mano della Mafia, non hanno perso la vita per colpa di un atteggiamento. La mafia è crimine allo stato puro, violenza inaudita e senso di onnipotenza sopra ogni legge.
Cause ed effetti
L’atteggiamento mafioso — come quello contestato dalla Procura nel processo di Mafia Capitale, ma respinto dalla Cassazione — è solamente una conseguenza di un sistema marcio che si inserisce nel mezzo (non a caso si parla di Mondo di Mezzo a Roma) delle lacune politico-amministrative e legislative. Non può essere considerato un atteggiamento e basta, senza parlare di profili giudiziari. Anche se a dirlo è un ministro della Repubblica italiana.
(da agenzie)
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