Dibattico Economico Sociale
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Genova, 12 dicembre 2007
COMUNICATO STAMPA
In apertura dell’odierno Consiglio Provinciale tutti i consiglieri sono stati invitati ad indossare una fascia nera per manifestare il proprio lutto per le ennesime morti registrate negli ambienti di lavoro.
I consiglieri di Alleanza Nazionale Giuseppe Rotunno e Claudio Muzio hanno declinato l’invito e hanno restituito la fascia al Presidente del Consiglio Provinciale, pur manifestando il loro profondo dolore e il loro cordoglio alle famiglie dei caduti sul lavoro.
Abbiamo così voluto evidenziare in modo forte che non è più il tempo delle parole e dei gesti simbolici: è e deve essere il tempo di agire!
In Italia ogni anno muoiono di lavoro circa 1300 persone tanto da avvalorare la triste constatazione che ormai la nostra sia diventata una repubblica fondata sui morti sul lavoro.
E ogni volta che qualcuno perde la vita per questioni di lavoro ci si indigna, si esprime il proprio dolore, ci si mette la fascia a lutto…. e poi torna tutto esattamente come era prima: il tran-tran quotidiano riprende, e i padri di famiglia tornano a rischiare la vita per portare a casa un salario spesso poco dignitoso.
Si continua, sull’onda della globalizzazione, a mettere da parte le norme sulla sicurezza e a pretendere ritmi di lavoro insostenibili per rincorrere il profitto ad ogni costo, e dal canto loro i sindacati sono costretti a mettere al centro della loro azione i rinnovi contrattuali a seguito di risposte del Governo che tardano o peggio ancora non arrivano trovandosi quasi obbligati, per salvaguardare il posto di lavoro, a trascurare il tema della sicurezza. E così si rinvia tutto a quando nuove tragedie costringeranno ad aggiornare l’elenco dei morti e degli invalidi.
E’ ora di dire basta, è ora di agire:
Il Gruppo di Alleanza Nazionale ha così proposto l’approvazione di una mozione con la quale il Consiglio Provinciale chiede al Governo:
1) di accelerare l’approvazione dei decreti attuativi necessari per rendere applicabile la legge sulla sicurezza nei posti di lavoro finora rimasta al palo per l’assenza dei decreti stessi
2) di destinare gli avanzi di amministrazione realizzati dall’INAIL per implementare i controlli nei luoghi di lavoro.
3) di sostenere le imprese che effettuano investimenti significativi in tema di sicurezza certificandoli e individuando per le medesime dei percorsi privilegiati per gli appalti pubblici.
4) di rivedere la normativa sull’aggiudicazione degli appalti pubblici con particolare riferimento alle gare al ribasso senza limite alcuno che portano le imprese più spregiudicate a tagliare sui costi della sicurezza a scapito dei lavoratori.
5) di promuovere iniziative volte a dettare regole condivise almeno a livello comunitario per dire basta ad un mercato che commercializza prodotti a minor costo a scapito della sicurezza.
E impegna la Provincia stessa a:
1) coordinare tutti i soggetti istituzionali e sociali che operano a favore della salute e sicurezza sul lavoro ( in particolare A.S.L. e INAIL).
2) destinare maggiori risorse per la formazione dei lavoratori in tema di sicurezza.
3) Vigilare su tutte le imprese appaltanti della Provincia affinchè rispettino in modo puntuale la normativa sulla sicurezza.
Giuseppe Rotunno
Claudio Muzio
Presidenza Autorità Portuale:un’occasione da non sprecare.
Il prossimo febbraio scadrà il mandato dell’attuale Presidente dell’Autorità Portuale Giovanni Novi. Come noto, la legge di riforma dell’ordinamento portuale italiano n° 84/1994 attribuisce al Ministro dei Trasporti, di intesa con il presidente della Regione, la competenza a nominare il Presidente dell’Autorità Portuale, che dovrà essere individuato all’interno di una terna di esperti nei settori dell’economia dei trasporti e portuale designati dalla Provincia, dal Comune e dalla Camera di Commercio.
Ora, credo che a nessuno sfugga la delicatezza del momento che sta vivendo il porto di Genova, “sospeso” fra gli ambiziosi progetti di sviluppo “affrescati” da firme prestigiose per un futuro ancora troppo lontano da poterci fare affidamento e i troppi problemi del presente che rischiano di vederci irreversibilmente soccombere di fronte alla forte concorrenza dei porti del Mediterraneo e del nord Europa: il mancato dragaggio dei fondali, la querelle giudiziaria che blocca i lavori di tombamento di calata Bettolo, quella relativa al sesto modulo di Voltri, il caso Multipurpose, la questione delle grandi infrastrutture viabilistiche (terzo valico, gronda alta, gronda bassa, corridoio 24).
In un contesto in cui il governo del nostro porto appare sempre più “affidato” alle decisioni della magistratura o all’abilità di qualche avvocato di tutelare l’interesse del proprio cliente, non possiamo permetterci il lusso di sprecare la grande opportunità che si profila all’orizzonte, confinando la scelta del presidente dell’Autorità Portuale all’interno di poche stanze di potere e affidandola alle solite dinamiche della tessera di partito, o dell’amico dell’amico, o del recupero del trombato di turno.
Occorre al contrario avviare un percorso trasparente e condiviso, che coinvolga in un confronto serrato da un lato, per quello che il porto raffigura, le istituzioni rappresentative dei Genovesi, e cioè l’intero consiglio Comunale e Provinciale e, dall’altro lato, tutti quegli operatori portuali (armatori, terminalisti, agenti marittimi, spedizionieri) in grado di evidenziare le reali esigenze e dare un contributo significativo a puntualizzare quel profilo di alta esperienza e professionalità richiesto dalla legge.
Il Presidente Repetto ha recentemente manifestato, in apertura del Consiglio Provinciale di mercoledi 24, la sua intenzione di avviare una serie di audizioni di tutte le categorie interessate in seno alla conferenza dei capigruppo, allo scopo di raccogliere opinioni e contributi.
In attesa che anche la Sindaca Vincenzi “batta un colpo”, prendiamo atto della disponibilità di Repetto e lo ringraziamo, anche se abbiamo la presunzione di pensare che l’avvio di questo percorso virtuoso sia strettamente collegato alle pressioni che abbiamo esercitato in tal senso sia attraverso gli organi di stampa sia presentando interpellanze e mozioni.
Ma al di là del soggetto cui vada ascritto il merito, quello che conta è che questo processo partecipativo venga effettivamente avviato e soprattutto che non si riduca ad una mera operazione di facciata: l’identikit che scaturirà da questo fondamentale gioco di quadra dovrà costituire una sorta di mandato moralmente vincolante per chi dovrà poi individuare in concreto un nome e un cognome.
Su questo vigileremo. Troppo importante è la posta in gioco per consentire trucchetti di basso profilo, fondamentale l’occasione per imprimere una svolta che, lo ripetiamo, non può e non deve essere sprecata. Il nostro porto se lo merita, l’intera città , l’intera provincia, ce lo chiedono.
Giuseppe Rotunno
Capogruppo Alleanza Nazionale
Provincia di Genova
La politica, i sindacati, i giornali amici della casta si sentano indirettamente responsabili di quanto accaduto all’operaio di Macerata suicidatosi perchè impossibilitato a pagare il mutuo della sua casa.
Da un mese la moglie dello sventurato, lavoratrice precaria, alla quale va la solidarietà del nostro movimento, aveva perso il suo posto di lavoro e la rata del mutuo era cresciuta.
L’uomo 43 anni si è impiccato sul posto di lavoro.
I politicanti del nostro Paese continuano a scherzare con la vita dei cittadini non capendo che il precariato o la flessibilità sono un danno per l’uomo.
La logica del danaro per “pochi eletti“ sta portando i lavoratori e i pensionati alla fame.
Dal Partito della Destra Popolare un appello anche alla Santa Sede affinchè faccia sentire presto e forte la sua voce in materia di politica sociale con l’enciclica che il Santo Padre ha approntato.
Giuseppe Magrone
www.destrapopolare.info
Sono una che aveva votato Prodi e me ne vergogno. La prossima volta non andrò più a votare . Per la Destra non voterò perchè ha idee diverse, ma votare per questa specie di sinistra mai più . Ha ragione Grillo : questa sinistra è peggio della destra..
Franca
Ma si rendono conto i nostri governanti di quanto costa fare la spesa? Chi è pensionato non ce la fà più e non c’e’ nessuna politica di tutela del consumatore o una qualsiasi iniziativa per calmierare i prezzi dei generi di prima necessità .
Ernesto
Dopo averci massacrato di tasse il governo ora dice che la prossima finanziaria sarà “leggera” …che ipocriti,se invece che fermarsi in auto a chiedere il prezzo ai trans qualcuno guardasse i prezzi ai supermercato si renderebbe conto della crisi in cui tante famiglie vivono. Denunciamo queste cose, la gente non ne puo più! Tante famiglie non arriva più a fine mese davvero e anche mandare un figlio a scuola o alla universita’ e’ diventato un lusso.E questa sarebbe la sinistra che tutela i lavoratori?
Angelo
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