È ARRIVATO L’ANTIRENZI: LANDINI C’È, E SPARA SUL PD
LA “COALIZIONE SOCIALE” VARATA DAL SEGRETARIO FIOM PRENDE FORMA ,GIà€ IN PIAZZA IL 28… AD APRILE È PREVISTA ANCHE UNA “LEOPOLDA” ROSSA
Cosa sarà davvero la “coalizione sociale” di Maurizio Landini si capirà un po’ alla volta.
Quello che è chiaro da ieri, giorno in cui il segretario della Fiom ha riunito alcune decine di associazioni, strutture sociali, singole persone in una sede Fiom assediata dai giornalisti, è che la Coalizione è stata avviata e che ha un avversario molto preciso: il governo Renzi e le politiche europee di cui è portatore.
“Noi non accetteremo il terreno che ci è imposto da altri”, ha precisato il leader sindacale nelle conclusioni.
“Vogliono decidere come siamo vestiti, quali mutande portiamo, che calzini indossiamo. È il modo migliore per evitare che nasca la coalizione sociale”.
Il riferimento è al Corriere della Sera che ha parlato di un “progetto Podemos”, un modo per alludere “a un perimetro ristretto e poi depotenziarlo”.
Lo stesso atteggiamento assunto da Matteo Renzi quando ha parlato di un Landini “sconfitto che si butta in politica”.
La strada del “partito”, però, è esclusa: “Chi ha in mente questa soluzione può anche andarsene”, dice all’inizio della sua introduzione.
E, non si sa se, folgorati dalla frase, i primi a lasciare la sala saranno proprio i due senatori ex M5S, Maria Mussini e Maurizio Romani, ospiti inaspettati e che abbandoneranno i lavori dopo circa mezz’ora.
Di partiti non si vede traccia. Non c’è Sel nè il Prc.
Sarà presente Alfonso Gianni, già stretto collaboratore di Fausto Bertinotti e poi sottosegretario nel governo Prodi, oggi attivo nell’Altra Europa con Tsipras.
Ma è una presenza individuale. Il grosso dei partecipanti compone una rete di associazioni più o meno grandi, più o meno radicali.
C’è Libera con Gabriella Stramaccioni anche se la struttura, come spiegato ieri al Fatto da don Luigi Ciotti non farà parte in quanto tale della Coalizione.
Ma non è un caso che la sua campagna “100 giorni per un reddito di dignità ” sia tra le prime misure proposte ieri.
Avrebbe dovuto intervenire da Milano via streaming Cecilia Strada, ma un guasto ha impedito il collegamento.
L’Arci è rappresentata da Filippo Miraglia che mette a disposizione i suoi circoli per pratiche mutualistiche; c’è Sandra Bonsanti di Libertà e Giustizia, Legambiente, il Forum per l’acqua pubblica, ma anche i centri sociali che hanno dato vita allo Strike Meeting, quelli del nord-est, gli studenti della Rete della conoscenza e dell’Udu, la Flc-Cgil, i Comitati “Per una buona scuola”, l’associazione di avvocati free lance e i parafarmacisti, la fabbrica recuperata Rimaflow che sta organizzando una Casa del Mututo soccorso.
Nessuna “costituente di un nuovo partito” e nemmeno una iniziativa in cui “cinque decidono il progetto” spiega Landini.
La Coalizione potrebbe divenire una “associazione di associazioni” ma anche uno spazio in cui dare spazio a singoli e personalità .
Del resto, tra le figure finora coinvolte da Landini ci sono nomi come Stefano Rodotà , Gustavo Zagrebelsky, don Luigi Ciotti, Gino Strada, Sergio Cofferati.
L’importante è che ci sia “un programma condiviso tra soggetti diversi” e “un’azione collettiva” contro le politiche di austerità in Europa e in Italia, da radicare sui territori. Offrire di nuovo “il diritto alla coalizione” a chi lavora ma anche a chi, ad esempio , difende l’ambiente.
Il problema del rapporto con la politica è però presente.
In diversi invitano a non contrapporsi alla sinistra esistente, in particolare le strutture più legate a Sel.
Landini chiude dicendo che non c’è contrapposizione con i partiti ma la politica che propone è quella basata su un mix di “programma e iniziative: avremo successo se avremo consenso”.
Il progetto non sarà semplice anche perchè, al momento, poggia sulle spalle della sola Fiom dove, però, sono convinti che “ne valga la pena”.
Qualche segnale positivo è giunto dalla Cgil, ieri assente, ma con alcune strutture che hanno aderito alla manifestazione del 28 marzo lanciata dalla Fiom: sono la Cgil dell’Emilia Romagna, la Flc, il sindacato di scuola e università , e la Fisac-Cgil del Lazio. E il rapporto con la Cgil resta decisivo.
“Anche il sindacato ha bisogno di rinnovarsi” ripete il segretario Fiom e non è un mistero che questa sua iniziativa sia rivolta a offrire una via d’uscita dalla sconfitta subita sul Jobs Act e alle difficoltà che il sindacato sta vivendo.
Quello del 28 marzo sarà un appuntamento rilevante. Landini precisa che la Coalizione non deve cercare la prova della piazza a tutti i costi, non ora, e l’appuntamento, “Unions”, è stato già indetto dalla Fiom.
Lo scontro con Renzi, sarà evidente, come dimostra il nuovo attacco mosso ieri al premier e al Pd: “Nel silenzio si distruggono i diritti”.
Prima del 28, la coalizione si farà europea partecipando al Blockupy di Francoforte contro la Bce.
Il 21 marzo ci sarà invece la giornata per ricordare le vittime di tutte le mafie, promossa da Libera a Bologna.
Ma il primo vero appuntamento nazionale, una sorta di “Leopolda sociale” si svolgerà a metà aprile presso un albergo confiscato alle mafie nei pressi di Roma.
Sarà una grande assemblea con tavoli tematici e l’occasione, quindi, per mettere a punto programma e iniziative future.
Poi, propone Landini alla costituenda Coalizione, ci sarà il 25 aprile a Milano e il 2 giugno a Bologna, in difesa della Costituzione .
Infine, il radicamento territoriale. La proposta è di organizzare Coalizioni sociali a livello di base: si cita l’esempio del Fondo di solidarietà creato a Pomigliano ma anche Milano dove la festa della Fiom presso la fabbrica recuperata Rimaflow potrebbe divenire una festa della Coalizione sociale.
Salvatore Cannavò
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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