FAVIA A UN PASSO DALLA SCISSIONE: “IN MIGLIAIA ATTORNO A MEâ€
IL CONSIGLIERE REGIONALE CINQUESTELLE PROSSIMO ALLA CREAZIONE DI UN SUO PARTITO
“Intorno a me sta nascendo una corrente, me lo chiedono migliaia di persone”.
Giovanni Favia ricomincia da Galliera, sulla strada tra Bologna e Ferrara, teatro ieri della sua prima riapparizione pubblica dopo lo scandalo. L’attesa di sapere da che parte si girerà è però quasi finita.
Ormai l’enfant prodige del Movimento 5 Stelle è ad un passo dal rompere gli indugi. Farà rotta su Roma, sfidando il grande capo, il padre padrone.
Sia quello visibile che quello invisibile.
Dopo lo scandalo in diretta tv a “Piazza Pulita”, prima è venuto il lancio degli stracci dentro la casa comune, ed ora ci sono le dimostrazioni di solidarietà , che in privato piovono a centinaia, anche da parte di chi, ufficialmente, prende le distanze.
Con messaggi come: “Hai passato il Rubicone, adesso marcia su Roma”. I numeri parlano: i contatti della sua pagina Facebook sono passati da 10 a 14mila nel giro di una settimana.
Aperta un’inchiesta sulle minacce di morte
Il ritorno di Favia sul territorio è solo l’inizio della ripartenza. Il Movimento 5 Stelle di Galliera gli ha prima riconfermato l’invito a un’iniziativa sulle biomasse (in calendario da tempo), e ha poi accolto il reietto a braccia aperte.
Intanto, da Parma, il primo cittadino Federico Pizzarotti invita ad abbassare i toni nella rissa contro Favia, strizzando l’occhio al consigliere regionale finito nella tempesta.
“Questo clima è eccessivo, sicuramente non fa bene a nessuno. I toni sono troppo elevati. Tutti. Bisognerebbe capire chi li sta fomentando”.
Sull’appoggio incondizionato del suo braccio destro, l’epurato numero uno, Valentino Tavolazzi di Ferrara, poi, neanche a parlarne. “Grillo è proprietario del logo, non del Movimento. Nulla è perduto, tutto è rimediabile “, scriveva ieri su Facebook.
I corteggiamenti sono incalzanti.
Solo il Pdl spara a zero sul consigliere regionale, vittima di minacce di morte: “Chi si mette in un movimento di squadristi non può venirsi a lamentare delle cattive compagnie “, manda a dire l’onorevole Giuliano Cazzola.
Se il Pd (al netto dell’esternazione subito smentita di Pippo Civati) non sta allungando le mani, c’è chi assicura che anche la Lega Nord, oltre all’Idv, abbia fatto offerte a Favia, in vista di una possibile candidatura per il 2013, con il capogruppo in consiglio comunale Manes Bernardini come gran tessitore.
Ma lo stesso capogruppo del Carroccio vorrebbe farla passare come fantapolitica e assicura. “Non lo sento da due settimane”.
La corrente di Favia invece esiste.
Il consigliere regionale deve solo prenderla in mano, darle una voce, plasmarle una forma.
In tanti sottolineano come, dopo il comunicato della sfiducia di Grillo (“Io non caccio nessuno, ma Giovanni Favia non ha più la mia fiducia”), i commenti più votati, in fondo, stavano dalla sua parte.
E la scelta (quella tra il ritirarsi alzando le mani e occuparsi della sua salute, dello choc post fuori onda oppure gettarsi nella mischia) in fondo è già fatta.
Chi è vicino al ribelle assicura che ormai “Giovanni ha deciso di abbandonare i nani e le ballerine, di lasciare i cortigiani di Grillo al loro destino, e di giocarsi la partita più importante”. Ormai, la riconciliazione con il guru sembra impossibile.
Lo strappo è stato troppo netto, violento, eclatante per tornare indietro.
Questi pochi giorni sono sembrati, nella loro serrata cronistoria, addirittura mesi.
“Quelli sono così: appena alzi la testa e dici che non sei d’accordo ti fanno fuori”, spiegano dall’entourage.
Si susseguono giorni di attesa, ma non è un mistero che tutti ormai scommettano sulla discesa in campo. Le truppe sono pronte.
“In Emilia – confida il ribelle ai suoi -, la buona parte è con me, e la metà è pronta a uscire allo scoperto, sono io che li sto tenendo tutti fermi”.
Lo strumento, il server per la democrazia diretta, è già pronto.
“Finora è mancata la volontà politica di utilizzarlo, molti Movimenti in Italia lo usano già “. Intanto, sabato prossimo arriva Grillo.
E, tra i fedelissimi del blogger, c’è anche chi teme contestazioni. Questa volta interne.
Caterina Gusberti
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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