FINI RITORNA IN CAMPO SU LA7 E CORREGGE IL TIRO: “LEGALITA’ E GIUSTIZIA SOCIALEâ€
“AVREI MESSO LA PATRIMONIALE, A DESTRA NON CI STANNO I MILIONARI”…”SI SONO PERSI DI VISTA I VALORI DEL CENTRODESTRA”…”IL TEMPO CI STA DANDO RAGIONE: LE COSE CHE AVEVAMO DENUNCIATO NEL PDL SI STANNO TUTTE AVVERANDO”… ”MENTRE SARKOZY E CAMERON ERANO IN LIBIA, BERLUSCONI ERA A PALAZZO GRAZIOLI RIUNITO CON I SUOI LEGALI”…”SALVACONDOTTO PER IL PREMIER? NON SIAMO AL MERCATO”…”I GIOVANI PRECARI VANNO AIUTATI A STABILIZZARSI”
Quello di Gianfranco Fini è un vero ritorno in campo.
È apparso così il presidente della Camera durante la trasmissione Otto e mezzo condotta da Lilli Gruber, puntata giustamente intitolata “Un anno dopo”.
E Fini parte proprio da quel momento ribadendo che le cose dette allora si sono dimostrate vere.
I principali punti di criticità messi in evidenza un anno addietro si sono rivelate aderenti alla realtà , soprattutto sull’esistenza di un governo a trazione leghista e sull’aver taciuto circa la gravissima situazione economica e occultata nonostante i diversi avvisi che giungevano da una parte della maggioranza e dal mondo economico.
Gli elettori di Silvio Berlusconi, ha spiegato, sono profondamente delusi «non solo per le tasse ma anche perchè sono stati persi di vista i valori del centrodestra».
Un Fini altrettanto soddisfatto sulle vicende giudiziarie di Berlusconi che coinvolgono anche Valter Lavitola, «soggetto che notoriamente di occupa di bassi servizi e che ha una frequentazione assidua con Berlusconi».
Anche questo, ha ribadito la terza carica dello Stato, dimostra «che il tempo ha dato ragione» e che questo è lo specchio di un Italia «fatta di faccendieri e donnine».
Su Berlusconi e i suoi fatti scottanti Fini ha confermato che l’Italia ha perso credibilità .
Un esempio concreto?
«Mentre Sarkozy e Cameron erano in Libia, il presidente del consiglio era a Palazzo Grazioli riunito con i suoi legali» per affrontare le vicende giudiziarie.
Su Futuro e libertà , che almeno nei sondaggi non gode di ottima salute, Fini ha ammesso che «qualche errore c’è stato», «c’è chi in Italia sostiene di essere infallibile, io no».
E parla anche di contenuti: nella manovra finanziaria, «fosse dipeso da me io la patrimoniale l’avrei messa perchè c’è da capire che il centrodestra non è una categoria di soli milionari e gli elettori avrebbero compreso e apprezzato la scelta di ricorrere a quel tipo di imposta.
Si è anche parlato di una possibile exit strategy per Berlusconi e su questo Fini ha smentito, seppure indirettamente, Italo Bocchino che giorni addietro in un’intervista aveva ipotizzato una sorta di perdono.
Non sono ipotizzabili, si comprende dalle parole del presidente della Camera, salvacondotti giudiziari e simili.
«Non siamo al mercato», queste le parole del leader di Montecitorio.
C’è, ancora attuale dopo Mirabello, il tema delle dimissioni dalla presidenza della Camera richieste da parte della base.
Secondo Fini sono soprattutto i giovani a chiederlo e, in un certo senso, questo è «un atto d’amore» di chi lo vorrebbe in campo.
Perchè è giusto che soprattutto i giovani siano «i protagonisti di un paese che pretende di cambiare».
Secondo Stefano Folli a Futuro e libertà manca una guida forte.
Il progetto di Fli è nell’ambito del Terzo polo e «vogliamo presentare all’Italia un altro tipo di paese».
Da parte del nuovo polo — spiega Fini — ci deve essere la capacità di presentare proposte convincenti, come quella fatta recentemente di rivedere il sistema pensionistico o quella di rendere più pesante la busta paga di un lavoratore a tempo determinato rispetto a chi ha la fortuna di un tempo indeterminato.
E ancora in tema di contenuti Gianfranco Fini è stato netto sulla riforma della legge elettorale per ridare il diritto di scelta agli italiani: «Ben venga il referendum».
Alla domanda sui probabili interlocutori Fini ha innanzitutto sgombrato il campo da equivoci invitando Angelino Alfano a dimostrare di essere il reale segretario del Pdl «e non la persona che Berlusconi ha pregato di occuparsi del partito».
Al di là di questo Fini ne fa unicamente una questione di argomenti: «Si dialoga con chi ha a cuore i valori della legalità e giustizia sociale».
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