GRILLO SI BEVE MILANO: “NOI PRIMA FORZA POLITICA DEL PAESEâ€
“PARTITI ARRENDETEVI SIETE CIRCONDATI DAL POPOLO ITALIANO. USCITE CON LE MANI ALZATE: NESSUNO VI TOCCHERà€”
Nei giorni dei sondaggi vietati, la statua di Vittorio Emanuele II offre un’eloquente panoramica elettorale: piazza Duomo, alle sei di un pomeriggio gelato, è straripante. Ottantamila persone si scaldano gridando “Beppe, Beppe”.
Il servizio d’ordine si agita parecchio, troppa gente da gestire, la stampa che sgomita, teste che sbucano da tutte le parti attorno alle transenne.
Moltissimi fotografi si arrampicano sul monumento equestre, alle spalle di un palco “pagato niente”: “Domenica quello, faraonico, di Bersani è costato 18mila euro. Noi qui siamo tutti volontari”, raccontano.
Tre ragazzine saltano sul palco mentre cantano di energie rinnovabili, rispetto per le donne, evasione fiscale.
Intanto il camper di Grillo, stanco ma felice dopo le settanta date dello Tsunami tour, è sotto assedio: ci sono televisioni da mezzo mondo, giornalisti ma anche ragazzini con lo smart phone che vogliono fare una foto.
L’età media del pubblico è bassa, i giovani sotto i trent’anni sono la maggioranza. Quando Grillo sale sul palco, tre minuti prima dell’orario previsto, lo accoglie un applauso che non finisce più: “Bè c’è poca gente, speravo meglio. So che qui ci sono stati altri comizi, si sente un po’ odore di naftalina”, è solo la prima frecciatina al centrosinistra.
Subito cerca di stanarli. “Sono lì da qualche parte, i vecchi politici. Arrendetevi: siete circondati dal popolo italiano. Arrendetevi e vi prometto che non useremo violenza su di voi. Vi accarezzeremo come si fa con i malati di mente”.
Il consiglio, più volte ripetuto, è “andate a casa”.
Perchè un’epoca è finita, non è più tempo della politica per pochi che rubano tanto: ora è il momento di cambiare.
Anzi è già successo tutto, si tratta di certificare con il voto “una visione a due generazioni, non a due legislature”.
Il messaggio è chiaro.
Dopo le polemiche sull’annullamento dell’intervista a Sky, Grillo torna a parlare di televisione dalla piazza: “A quali domande dovrei rispondere? Dicono: chissà chi c’è dietro Grillo e Casaleggio? Dietro di me ci sono io e dietro Casaleggio c’è Casaleggio, due persone che cercano di fare qualcosa per gli altri. Una cosa che i politici non riescono a capire perchè non è nel loro Dna. Ma io sono qui perchè ho avuto più di quello che meritavo e voglio contraccambiare. Voglio essere utile”.
Le cinque stelle si sono moltiplicate.
Così tanto che non ci crede nemmeno lui. E quasi quasi tutte queste persone, queste aspettative, le responsabilità che ne possono derivare fanno paura: “Era imprevedibile questo, chi se lo aspettava? Siamo nati tre anni fa senza soldi, con i giornali e le televisioni contro. E adesso siamo la terza, anzi no la seconda, anzi no la prima forza politica del paese”.
Si vede che Grillo è allenato: va a braccio, il discorso non s’interrompe anche quando passa dal programma alla critica degli avversari (“il nano” e “Gargamella”, Berlusconi e Bersani).
“Il nano dice che la politica si fa per passione e non per opportunità : capite lui, lui l’ha detto. E poi che Pdl deve avere liste senza condannati. Ma allora chi si iscrive?”.
E poi: “Se qualcuno crede in Berlusconi allora questa sera deve andare a casa, aprire la lavatrice e parlare con Mastro Lindo”.
Ci ridarà l’Imu, il cavaliere: “Poi 4 milioni di posti di lavoro e ci metterà anche un set di pentole e un corredo di lenzuola”.
Una barzelletta che ha fatto troppi danni.
Arriva anche il turno della sinistra e delle banche: “Mps è il più grande scandalo finanziario di questo Paese. E non se ne parla più”.
Urla poco e dosa le parolacce, due o tre i vaffanculo registrati.
Non ne ha bisogno: parla di un paese spaventato e umiliato, di persone senza lavoro e senza più speranza: “Vengono da me e mi dicono: fai qualcosa, siamo disperati. Chi ha una moglie malata o un figlio disabile. Vedi gente con gli occhi bassi che si vergogna di andare alla Caritas a chiedere da mangiare”.
Massì, gli diano pure del populista: “Intanto però comincino a tagliare dall’alto, dal Presidente della Repubblica che ha tre Maserati a disposizione. Basta. Via”.
Applausi e cori, la gente urla “Tutti a casa”. I sacrifici sono inevitabili, “ma facciamoli tutti insieme. Prima di tagliare la sanità , la scuola, la ricerca, tagliamo i privilegi e gli F35, i fondi per le missioni di pace”.
Sul palco arriva l’amico di sempre Dario Fo, con l’immancabile sorriso. “Ricordo dopo la fine della guerra, una festa come questa. Allora noi siamo riusciti a ribaltare tutto. Fatelo voi, adesso. Tutti vogliono sapere che cosa è questa cosa straordinaria, non mollate per favore”.
Il comizio finisce così come era iniziato. Grillo saluta con una promessa: “Apriremo il Parlamento come una scatola di tonno, non hanno più scampo”.
Silvia Truzzi
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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