I FEDELISSIMI DI GRILLO CONTRO IL GURU E DI MAIO: “NON SI NEGOZIA CON IL PDâ€
INEDITO ASSE TRA VECCHI FALCHI E DISSIDENTI: IL CERCHIO MAGICO DI CASALEGGIO SOTTO ATTACCO, SCONTRO ALL’ASSEMBLEA DEI DEPUTATI
Neanche ventiquattr’ore dopo aver piegato la linea di Beppe Grillo, Luigi Di Maio è costretto a fare i conti con una clamorosa rivolta interna.
Per certi versi inedita, perchè contro la cabina di regia si saldano vecchi falchi e dissidenti della prima ora.
Qualcuno, in una giornata da brividi, dà forma alla rabbia scrivendo a Grillo.
«Questa trattativa con il Pd – si infuria – va fermata».
Nonostante il volere della Casaleggio associati, tantissimi parlamentari si oppongono al nuovo corso. Ce l’hanno anche con il guru, a causa dello strapotere garantito al cerchio magico.
La tensione, inevitabilmente, si sfoga in un’aspra assemblea iniziata a tarda sera.
E a complicare il quadro di un Movimento in profonda trasformazione arriva pure lo stop agli ambasciatori Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, imposto dalle commissioni affari costituzionali di Camera e Senato.
D’ora in avanti, insomma, le proposte al Pd andranno discusse assieme, perchè il tempo delle deleghe in bianco è scaduto.
«Caro Beppe, così davvero non va», è il senso delle mail spedite al leader. La sua linea è stata messa in discussione, ma il Fondatore comunque si mostra conciliante, ridimensionando il surreale cortocircuito politico a un errore di comunicazione.
Di Maio, intanto, fiuta la tempesta. E prima di presiedere con infaticabile lena l’Aula della Camera, anticipa l’affondo: «Molti mi chiedono chi abbia deciso il doppio turno di lista. Nessuno ha ancora deciso niente. Alla fine valiamo tutti “uno” e potremo votare sul portale». È tardi, però.
I componenti delle commissioni affari costituzionali chiedono a Toninelli di essere coinvolti, vogliono ponderare insieme le nuove mosse.
Un conto, d’altra parte, è intavolare un negoziato, altro sposare d’improvviso il doppio turno.
Giuseppe D’Ambrosio non nasconde le novità : «Abbiamo visto che nella trattativa si è un po’ travalicato. Se prima si discuteva da uno a dieci, ora siamo arrivati a quindici: mi riferisco alle risposte sul Senato e sul doppio turno. Ora è gusto fare una riunione delle commissioni. Poi si passerà dall’assemblea».
Tutto, insomma, sembra tornare in discussione. Il prossimo capogruppo, Andrea Cecconi, come sempre non si sottrae ai quesiti.
Anche i più scomodi: «Il Pd ci ha trattato a pesci in faccia, ma non siamo bambini dell’asilo idioti. La proposta l’abbiamo fatta. Adesso basta, rispondano ».
D’Ambrosio, poi, è ancora più netto: «Io non mi sarei proprio seduto perchè ci preso in giro. Ma ho rispettato la decisione».
La partita, allora, si complica, anche se Lorenzo Guerini annuncia nuove risposte ai grillini e un incontro la prossima settimana.
È l’intera pattuglia dei falchi della prima ora, in realtà , a mostrare segni di nervosismo. Non tanto Alessandro Di Battista – che pure è scomparso dal video e tace da tempo – quanto il board che ha guidato il Movimento nel primo anno in Parlamento.
L’ala romana di Paola Taverna e Roberta Lombardi, silente. Lo zoccolo duro siciliano e calabrese, rappresentato da Riccardo Nuti. Grillini storici come Laura Castelli.
E poi ci sono i dissidenti, esclusi da quel dialogo che pure avevano predicato per mesi. Walter Rizzetto osserva con un certo distacco il duello: «L’avevo detto che la linea andava discussa prima. Ora vedo una gran confusione, tanti “ortodossi” che non condividono il dialogo. Non so come se ne esce».
Toninelli, sfinito da un mese di lavoro intensissimo, non abbandona la speranza di una mediazione: «Le critiche di Colletti? Vabbè, per carità , è un tecnico e ha una sua opinione tecnica. Ci sta. Comunque ne discuteremo in assemblea».
L’unica cosa che non sembra gradire è la critica sul metodo: «La Rete ratificherà le proposte, le commissioni sono coinvolte. Che dobbiamo fare di più?».
Tutto, però, sembra in bilico: «Sulle soluzioni tecniche e sul doppio turno – giura Cecconi – tutto è ancora aperto. D’altra parte è una novità di ieri… ».
Tommaso Ciriaco
(da “La Repubblica”)
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