I VERDI SNOBBANO GRILLO: “NON SEI SINCEROâ€
GRILLO TEME, IN CASO DI VOTO CONTRARIO SUL WEB, DI RIMANERE ISOLATO E CONTATTA PERSINO I CONSERVATORI INGLESI
Dopo aver bastonato i Verdi per giorni, Beppe Grillo chiede ufficialmente un incontro agli ambientalisti europei.
La novità , però, è che gli ecologisti si accorgono del bluff e respingono al mittente la proposta: «Abbiamo dei dubbi, l’offerta di dialogo di Grillo è reale oppure una semplice copertura di una decisione ormai presa?».
Tutti hanno capito, insomma, che il Movimento viaggia spedito verso l’accordo con l’Ukip. E preferiscono non sprecare tempo.
Il patto con gli euroscettici britannici sarà sancito dal voto degli attivisti il prossimo 12 giungo con un referendum on line.
La proposta di un faccia a faccia con i Verdi arriva di buon mattino sul blog.
Tocca a Messora, in un post, riferire di aver cercato un contatto con il leader no global e ambientalista Josè Bovè.
Per questo, a sera, recapita alla segretaria generale del gruppo verde Vula Tsetsi la richiesta formale di un incontro.
Nel frattempo, però, i grillini sondano anche i Conservatori inglesi guidati dai tories di David Cameron.
I Verdi, però, non ci stanno. Divisi al loro interno sul “caso Beppe”, fanno il punto in un’accesa riunione a Bruxelles.
La delegazione tedesca è contraria e minaccia strappi, mentre gli ecologisti francesi premono per un accordo.
Non a caso Bovè confida al Fatto quotidiano : «L’incontro si tenga in streaming». A sera, comunque, arriva il brusco stop.
In casa pentastellata, intanto, si prepara un’autentica rivoluzione. È ormai quasi certo il reset dello staff della comunicazione della Camera e l’annuncio dei nuovi responsabili.
Solo un faccia a faccia tra Nicola Biondo e Gianroberto Casaleggio, previsto già oggi a Milano alla presenza dei capigruppo, può modificare i piani del quartier generale.
Al Senato, intanto, Claudio Messora lascia la poltrona di capo comunicazione, traslocando a Bruxelles per seguire i neo eletti.
Per i deputati, intanto, è il giorno dell’ennesima seduta di autocoscienza.
Disertato da mezzo gruppo parlamentare, il summit di Montecitorio segna l’ennesimo conflitto interno al Movimento.
I dissidenti storici, preso coraggio dopo lo shock elettorale, osano addirittura esplicitare il “problema Casaleggio”: «È lui che dipende da noi – chiedono all’unisono – o siamo noi che dipendiamo da lui per la comunicazione?».
La domanda sembra retorica. A un certo punto si affaccia pure Silvia Virgulti, la “tv coach” che criticò il cappellino di Casaleggio a In mezz’ora.
Non c’è Biondo, invece. Anche i moderati, esasperati da mesi di cerchio magico, mettono nero su bianco le proposte per cambiare radicalmente rotta.
«Smettiamola di salire sui tetti e di occupare i banchi del governo», si scaldano.
Lo scontro continua.
Tommaso Ciriaco
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