IL CAVALIERE APRE LA CAMPAGNA ELETTORALE: “ORA COSTRINGIAMO IL PD A FARE LA CRISIâ€
AUMENTERANNO LE RICHIESTE AL GOVERNO IN MODO DA RENDERE IMPOSSIBILE LA LORO ACCETTAZIONE: PER RENDERE IMPOPOLARE IL PD CHE DEVE MEDIARE CON I VINCOLI EUROPEI
«Dobbiamo costringere il Pd ad aprire la crisi di governo ». Il piano di Berlusconi è chiaro e porta dritto alle elezioni anticipate.
E il video-messaggio diffuso ieri è solo il primo tassello dell’operazione, di fatto l’apertura della campagna elettorale di Forza Italia.
Certo, manca in quel testo, limato fino all’ultimo e di cui nessun ministro del Pdl era a conoscenza, un esplicito ultimatum al Pd.
Anzi, il Cavaliere è stato attento a tenere separata la questione della sua decadenza da senatore dalla durata dell’esecutivo.
Nessun ricatto – «accettate il ricorso alla Corte costituzionale oppure è crisi» – come da giorni minacciavano i vari Schifani, Brunetta, Bondi.
Anzi, lo psicodramma della giunta delle elezioni, che ha tenuto banco per tutta l’estate, sembra dimenticato, come se il leader forzista ormai si vedesse già fuori da palazzo Madama.
«Andrà ai servizi sociali – pronosticava ieri nel cortile di Montecitorio Michela Vittoria Brambilla – e ogni giorno ci sarà la fila delle televisioni per riprenderlo mentre aiuta qualche famiglia di bisognosi. Sarà un trionfo per lui e un boomerang pazzesco per chi pensava di umiliarlo».
Una delle ipotesi che di cui si sente parlare nel Pdl è che Berlusconi si rivolga ai radicali – con i quali marcia mano nella mano nella campagna di raccolta firme per i referendum – per l’affidamento ai servizi sociali.
L’offerta di Pannella è quella di prestare servizio nell’associazione “Non c’è pace senza giustizia” che si batte per i diritti umani nel mondo.
Di fatto ormai la legislatura corre su un piano inclinato. Perchè d’ora in avanti, anticipa chi ha lavorato al videomessaggio nell’ultima settimana, «ogni giorno salirà il tono delle richieste al governo. E non ci saranno più mediazioni».
Il tentativo è scoperto ed è la replica di quanto accaduto con l’esecutivo di Mario Monti: sfilarsi dall’abbraccio delle larghe intese e lasciare il Pd a difendere i provvedimenti più impopolari richiesti dall’Europa.
Un ministro del Pdl confida preoccupatissimo in serata lo stato d’animo delle colombe che restano come ostaggi nel governo: «Ci sentiamo sotto esame. È come se Berlusconi avesse impostato un conto alla rovescia di tre mesi. E, se falliamo sui provvedimenti economici, il governo salta e noi con lui».
Dopo il videomessaggio a palazzo Chigi è iniziata una processione di colombe per andare a parlare con Angelino Alfano e discutere del significato da dare alle parole del leader.
Ormai le comunicazioni tra il Cavaliere e i ministri del Pdl, tenuti all’oscuro del video, si sono rarefatte.
Oggi ci sarà l’inaugurazione della sede di Forza Italia, alla presenza di tutti i parlamentari del Pdl, ma sembra che non sarà concessa udienza privata ai ministri.
E’ come se Berlusconi se ne servisse alla stregua di scudi umani, pronto a sacrificarli se il Pd non dovesse ottemperare «alla lettera» ai diktatdel Pdl su Imu e Iva.
Lo stesso Enrico Letta, a cui si sono rivolti ieri i ministri pidiellini per capire la situazione, ha provato invano a rassicurarli: «State tranquilli e lavorate. Con Berlusconi ho un ottimo rapporto. Non so cosa dica a voi, ma a me.. «. E tuttavia nemmeno l’ottimismo di facciata del premier, che si tiene in contatto costante con fedele Confalonieri, è riuscito a scalfire il pessimismo diffuso tra le colombe. Tutto traballa.
La situazione è talmente precaria che Renato Brunetta ha rinnovato i contratti ai collaboratori del gruppo di Montecitorio solo fino a dicembre. «Berlusconi – ragiona Augusto Minzolini, uno degli ideologi della nuova fase – individua il punto di sopravvivenza del governo sui temi fiscali e vincola i ministri su questo».
È un cambio di prospettiva che comporta una progressiva riduzione degli spazi di agibilità politica di Enrico Letta.
Mentre dall’altra parte si prepara la macchina da guerra elettorale del Cavaliere.
Certo, non potrà essere candidato in prima persona per via dell’interdizione. Ma ormai è un dettaglio. Anche perchè a bordo campo si prepara la figlia Marina, sempre più presente.
L’erede ha un solo problema, confidato a un amico qualche tempo fa: «Non mi sento pronta a sfidare Renzi in tv».
Francesco Bei
(da “La Repubblica”)
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