IL NUOVO PIANO CASA DEL GOVERNO: REALTA’ O BLUFF?
SI PASSERA’ DALL’EDILIZIA SOVVENZIONATA A QUELLA AGEVOLATA… PROMESSI 20MILA NUOVI ALLOGGI ENTRO IL 2009…SI FARANNO COI 550 MILIONI DI EURO CHE PRODI AVREBBE DESTINATO ALL’EMERGENZA ABITATIVA E AGLI SFRATTATI…VI SPIEGHIAMO I RISCHI DELLA SOLITA POLITICA DELLE PROMESSE DIFFICILMENTE MANTENIBILI
Stavolta tocca al nuovo piano casa, uno dei punti del programma elettorale del Centrodestra e che aveva trovato il consenso degli elettori italiani. D’altronde chi non sarebbe favorevole a un serio piano che permettesse a tanti cittadini , giovani e meno giovani, di poter avere in proprietà o in affitto, a un equo prezzo, una casa dignitosa in cui vivere? Se si pensa che l’edilizia pubblica in Italia, negli ultimi dieci anni, ha prodotto la miseria di sole 1.900 case popolari, abbiamo un quadro esaustivo dell’impotenza dei vari Governi di fronte a una emergenza casa che invece si è fatta sempre più grave. Quindi il fatto che vi siano delle promesse e dei progetti non può che essere positivo, bisogna vedere però se questi progetti sono fattibili, con che soldi vengono finanziati e se mai si arriverà a tirare su dei muri. Altrimenti siamo alla solita politica degli annunci.
Ci limitiamo a esporre dati e fatti, ma non si può evitare di dire che questo piano presenti delle ambiguità non da poco. Partiamo dalle risorse, senza soldi non si fa nulla.Tremonti non ha stanziato un euro, si utilizzeranno i 550 milioni di euro allocati dal Governo Prodi, modificandone la destinazione. Il Centrosinistra aveva destinato quei soldi all’ampliamento dell’offerta di immobili pubblici in affitto, al fine di costruirne di nuovi e di riqualificarne altri in disuso.
Il Centrodestra non parla più di ampliare l’affitto sociale, ma genericamente di “incrementare il patrimonio abitativo attraverso l’offerta di abitazioni di edilizia residenziale”. Non si distingue tra pubblico e privato, tra affitto e proprietà .
In pratica si passa dall’edilizia sovvenzionata ( cioè le tradizionali case popolari) all’edilizia agevolata, cioè l’offerta, da parte di soggetti soprattutto privati, di alloggi in affitto o proprietà a famiglie a basso reddito, prevedendo contributi ai costruttori e sconti sui costi dei terreni. Se in concreto queste risorse saranno usate per mettere sul mercato nuove abitazioni in affitto o in proprietà , il decreto non lo dice, rinviando di 60 giorni il piano-casa vero e proprio. Si intuisce comunque la maggiore preferenza per la proprietà .
Per costruire 20mila nuovi alloggi già nel 2009, come garantisce Tremonti, si punterebbe sulla vendita agli attuali inquilini, di una fetta notevole di case popolari, con procedure semplificate e più veloci. In pratica è un invito a liquidare a prezzi molto bassi il patrimonio immobiliare degli Istituti autonomi di case popolari. Si profila una ennesima svendita, simile a quelle che si sono succedute negli ultimi 15 anni. Ma non sarà certo con quanto si ricaverà da queste cessioni a basso costo che si potranno risolvere i problemi abitativi delle famiglie più povere.
Pensate che per costruire una nuova casa popolare occorrerebbe venderne almeno quattro. Se ne deduce che anche se avessimo la bacchetta magica e vendessimo tutte le 12mila case popolari agli inquilini in un sol giorno ( mentre sappiamo che cosi non sarà …), da 12mila atti di vendita si ricaverebbero risorse per costruirne non più di 3mila e non certo nel 2009. A noi non piace l’organizzazione degli Istituti di case popolari: alloggi di qualità scadente, occupati da chi spesso non ne ha diritto, persino subaffitti… Invece che una riforma seria del settore, pare però che il Governo si indirizzi a liquidare tutto per favorire la proprietà a danno dell’affitto.
Siamo di fronte a una società con percorsi di vita sempre più instabili, sia attraverso la precarietà nel lavoro che nei legami familiari, a cui dovrebbe corrispondere un mercato efficiente dell’affitto per rispondere alle esigenze emergenti tra i cittadini. La classica famiglia con marito, moglie e due figli che entrano in una casa “per starci a vita” lascia ormai il posto ai single e agli immigrati che si spostano facilmente. Il decreto esclude gli immigrati che non abbiano almeno 10 anni di residenza in Italia e 5 nella regione in cui si avanza richiesta. Onestamente un conto è regolamentare la graduatoria, privilegiando gli Italiani, un’altra è escluderli completamente persino dal fondo sociale per l’affitto.
Non crediamo alla buona fede della Sinistra che alloggi popolari non ne ha certo costruiti e che bolla il piano come “ una truffa, l’ennesimo sostegno ai costruttori” che godrebbero indubbiamente di contributi statali per costruire edilizia residenziale, ma è indubbio che il piano casa di Tremonti si fondi sui soldi di Prodi da un lato e su un bluff dall’altro, con vendita figurativa dei 12mila alloggi attuali e potenziali ricavo di 3.000 nuovi ( su una promessa di 20mila).
Se si aggiunge che poco inciderebbe sulla disponibilità di immobili in affitto, non ci pare un programma su cui fare i salti di gioia. Fatto a costo zero, senza aggiungerci un euro, puntando solo sulla proprietà , con calcoli errati circa le richieste di affitto che provengono dal mercato… Tutto fuorchè un piano da accompagnare con squillo delle fanfare… attendiamo ora il progetto reale entro un paio di mesi per i necessari aggiustamenti in corsa.
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