IL PARTITO DEGLI “HONESTI†CHE VUOLE FARE LE BARRICATE PER DIFENDERE I BOTTEGAI EVASORI
SUI LIMITI AL CONTANTE RIVOLTA M5S CONTRO CONTE… NON PERCHE’ SERVA A POCO (IL CHE E’ VERO) MA PERCHE’ DEVONO COCCOLARE IL PROPRIO ELETTORATO
È una vera e propria rivolta interna quella che sta andando in scena in queste ore nel Movimento 5 stelle.
La furia pentastellata ha un obiettivo ben preciso: l’abbassamento della soglia di utilizzo del contante. E coinvolge pesantemente il premier Giuseppe Conte. “La misura sul contante è stata una mia proposta e senza la mia determinazione confesso che non sarebbe andata in porto”, ha detto il premier intervistato da Marco Travaglio.
Appena ieri i vertici 5 stelle domandavano provocatoriamente di chi fosse “la manina” che avesse inserito il calo del tetto da 3mila a mille euro nella legge di bilancio: “Noi non ne sapevamo niente”.
Le chat 5 stelle sono esplose. Non è la linea del Movimento, non lo è mai stata.
I parlamentari delle commissioni Bilancio e Finanze si sentono tra di loro. È Alessio Villarosa a dare voce alle perplessità diffuse: “Non ci sono stime che consentano di valutare l’efficacia della riduzione dell’utilizzo del contante — spiega il sottosegretario all’Economia – e non ha senso neanche questa fissazione sui Pos”.
A nessuno sono sfuggite le parole di Roberto Fico a Carta Bianca: “Non mi pare una discussione primaria, ci sono obiettivi più ambiziosi”, ha detto il presidente della Camera, solitamente restio a intervenire sui temi di stretta attualità politica.
Che qualcosa di non banale stava bollendo in pentola lo si è capito poco prima delle dieci del mattino, quando la comunicazione annuncia una diretta del capo politico di lì a poco. Nulla di strano, se non fosse che Luigi Di Maio è a Washington, e compare in diretta su Facebook quando l’orologio locale segna le 4 del mattino. Il leader non vuole alimentare uno scontro con il presidente del Consiglio, ma le preoccupazioni dei suoi sono anche le sue.
Parte dall’evasione fiscale, il leader 5 stelle, parla a suocera perchè nuora intenda: “Non esiste una legge di bilancio che fa la lotta all’evasione fiscale senza il carcere con pene severe ai grandi evasori, per noi è imprescindibile”.
È l’altro grande tema di insoddisfazione a 5 stelle, ma non il più cogente.
Le dichiarazioni vengono presentate così: “Dichiarazioni sui grandi evasori”. Ma il cuore è un altro. Eccolo: “Bisogna combattere contro la grande evasione, non contro il commerciante. Io non accetto che si criminalizzino certe categorie. Prima della multa sul Pos, bisogna abbassare le commissioni delle banche”.
A microfoni spenti, una fonte parlamentare spiega: “Se abbassi il tetto del contante e non lavori sulle commissioni chi ci guadagna? Le banche. Noi non faremo mai passare una cosa del genere”.
“Evasione di sussistenza”, arrivò a chiamarla l’allora viceministro dell’Economia Stefano Fassina. È quella che nè Di Maio nè i 5 stelle vogliono mettere all’indice. Con grande irritazione è stata accolta la risposta di Conte alla domanda sulle perplessità stellate: “Il nostro obiettivo è premiare i cittadini onesti e in questo modo far emergere automaticamente il sommerso, un principio che il Movimento 5 stelle ha
condiviso sin dall’inizio”. Come a dire: la strada è questa, adeguatevi.
O almeno è così che il messaggio è piombato nei corridoi di Camera e Senato. Destando sconcerto. Per questo gli occhi sono puntati su un eventuale secondo passaggio della manovra in Consiglio dei ministri. “Se sta roba non cambia — dice sprezzante un uomo di governo — in Parlamento faremo le barricate”.
(da agenzie)
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