IL SINDACO SIAMO NOI
QUANDO PRENDERSELA CON CHI AMMINISTRA SPESSO E’ UN ALIBI PER NASCONDERE LE PROPRIE COLPE
Il sindaco siamo noi che abbandoniamo le lavatrici vecchie accanto ai cassonetti, e se fa caldo non li apriamo nemmeno per buttarci il sacchetto della spazzatura domestica, troppa fatica.
Il sindaco siamo noi che lasciamo l’auto in seconda fila, “che vuoi che sia è solo per dieci minuti”, e mille auto in seconda fila intasano il traffico che tanto odiamo, ma anche i polmoni nostri e dei nostri figli.
Il sindaco siamo noi che parcheggiamo all’angolo della strada perchè “sennò mi dice lei dove la lascio, non vede che non c’è un buco?”, e così ogni angolo diventa una gimcana per chi può usare le gambe, figuriamoci per chi sta in sedia a rotelle o per le mamme con la carrozzina.
Il sindaco siamo noi che suoniamo il clacson ogni dieci secondi per nervosismo e per stizza, aggiungendo all’inquinamento dell’aria quello acustico, ancora più cretino e inutile.
Il sindaco siamo noi che se col motorino non riusciamo a zigzagare tra le macchine allora passiamo sul marciapiede, e magari da un portone uscirà un bambino, ma non si ha tempo di pensarci quando abbiamo dentro la carogna di arrivare in fretta.
Il sindaco siamo noi che consideriamo preferenziali le corsie su cui preferiamo passare, non quelle dei mezzi pubblici e delle ambulanze.
Il sindaco siamo noi che pensiamo di avere il diritto di conquistare dieci metri all’incrocio perchè il semaforo è verde anche se davanti ci sono un milione di macchine ferme, e allora è ovvio che bloccheremo l’incrocio quando diventerà verde per gli altri, ma è troppo complicato capire che si può andare avanti solo quando dall’altra parte c’è abbastanza spazio.
Il sindaco siamo noi che non paghiamo l’autobus “tanto non passa mai il controllore”, e ogni biglietto non pagato sarà una ragione economica in più perchè gli autobus rotti non vengano aggiustati, e si sa che le rimesse sono piene di mezzi fermi.
Il sindaco siamo noi che se prendiamo una sacrosanta multa la prima cosa che facciamo è cercare qualche amico o parente che lavora alla polizia municipale per farcela togliere.
Il sindaco siamo noi che pisciamo sui muri e buttiamo le bottiglie vuote di birra per terra a ogni festa di quartiere, ritrovo pubblico, spettacolo all’aperto, corteo di destra o di sinistra che sia.
Il sindaco siamo noi che consideriamo lunare l’ipotesi di raccogliere le cacche dei nostri cani e quindi trasformiamo i marciapiedi in merdai.
Il sindaco siamo noi che paghiamo il parcheggiatore abusivo padrone della piazza, “non si sa mai, non vorrei che se non lo pago poi mi riga la macchina”, e ogni piazza è un’orgia di lamiera, di sfondo i palazzi del Cinquecento ma in mezzo solo macchine.
Il sindaco siamo noi che siamo riusciti a mandare in vacca anche il car sharing lasciando a chi viene dopo macchine col serbatoio vuoto, vandalizzate per sfizio, o prive di qualche pezzo che poi me lo rivendo a mio cugino che fa il meccanico.
Il sindaco siamo noi, ciascuno di noi.
E finchè non lo capiamo potremo eleggere al Campidoglio anche Gesù Cristo, ma non se ne esce.
(da “gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it“)
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