INTERVISTA A CACCIARI: “ANNUNCITE? MATTEO NON SIA GENERICO. E BASTA GELATI E SECCHIATE D’ACQUAâ€
“FARE IL SIMPATICO FA PRESTO A STUFARE, PIU’ CONCRETEZZA E STILE”
«Ma cosa significa riforma della scuola? Come deve essere la scuola per Matteo Renzi? Francamente non si capisce. Una riforma si annuncia quando hai nero su bianco un disegno complessivo, un programma di sistema. Altrimenti rischi di fare annunci a vanvera… »
Massimo Cacciari non vuole accusare Matteo Renzi di «annuncite acuta», come fanno in molti.
Sottolinea che il Presidente del Consiglio «è pieno di buona volontà , ha molte energie e idee». Solo gli consiglia di «mettere un po’ di ordine tra i suoi vari fini. Essere meno generico e più concreto. E avere uno stile un po’ più da statista. Altro che secchiate d’acqua in testa e gelati in mano… Essere simpatico fa presto a stufare ».
Professor Cacciari, la scuola è una cosa molto seria, che tocca da vicino la vita delle famiglie. Cosa si aspetta lei dal Governo in questo campo?
«Bisogna ridurre drasticamente i tempi dello studio. Arrivare alla fine della scuola a 18 anni, non un secondo dopo. Per l’università puntare tutto sull’autonomia, abbandonando ogni mentalità centralistica. E eliminare il valore legale del titolo di studio».
Cercando di andare piano con gli annunci
«L’uomo politico si trova spesso per necessità a dover fare annunci. Questo può anche essere un fenomeno positivo. Un modo per indicare i programmi che si hanno in testa. Se ho un fine e lo indico non sono affetto da annuncite».
Quando si scivola, invece, nell’annuncite?
«Quando non esprimo coerenza. E faccio fuochi d’artificio. Se un giorno parlo di Jobs Act, quello dopo di riforma del Senato, l’altro ancora di riforma della scuola, senza un programma di sistema… »
Un po’ quello che sta facendo Renzi?
«Ma no, il suo problema è decidere da che parte cominciare a srotolare il gomitolo. Mettere un po’ di ordine. Avere metodo. Visto che di soldi non ce ne sono molti dovrebbe cominciare col semplificare le procedure. Per esempio semplificare la giustizia amministrativa, il pagamento delle tasse ».
Invece Renzi è partito dalle riforme istituzionali.
«Sì, mi è sembrata un po’ una mentalità alla Berlusconi. Come dire «non mi permettono di decidere ».
Professore è decisamente severo con Renzi. Finita anche per lei la luna di miele?
«Renzi va bene. Anche perchè, non dimentichiamolo, a lui sembra andare a pennello il soprannome “Tina” che davano al primo ministro inglese Margaret Thatcher ».
L’acronimo di «There is no alternative »(non ci sono alternative).
«Esatto. Ci piaccia a no».
Dica la verità non va matto per lo stile renziano?
«Prima di gettarsi il secchio di acqua gelata in testa avrebbe fatto bene a informarsi se lo avrebbero fatto anche gli altri capi di Stato, come Obama o la Merkel. Cominci ad avere anche lui un po’ di stile da statista».
Carlo Brambilla
(da “La Repubblica“)
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