ITALIA VIVA COME SCELTA CIVICA, I MILITANTI DICONO SI’ A UNA STRATEGIA CENTRISTA E NO AI CINQUESTELLE
L’INDAGINE DELL’ISTITUTO CATTANEO SUI PARTECIPANTI ALLA LEOPOLDA RIVELA IL LORO IDENTIKIT: LAUREATI, LIBERALI ED EUROPEISTI
Italia viva, il nuovo partito lanciato da Matteo Renzi con la scissione dal Pd somiglia molto a una “Scelta Civica 2.0”, cioè il soggetto politico fondato da Mario Monti nel 2013.
Un partito “che ambisce, con risultati a due cifre, a proporsi come perno di una coalizione di moderati di centrosinistra e centrodestra”.
È la conclusione a cui giunge una indagine dell’Istituto Cattaneo sui partecipanti all’ultima Leopolda, dalla quale emerge anche con nettezza un no ad ogni alleanza stabile con 5 Stelle, una collocazione non definitiva nel centrosinistra, ma anche una divisione, generazionale, tra renziani più convinti e più incerti.
Dopo aver ricordato come lo stesso Renzi abbia “evocato come modello di riferimento il partito e la strategia seguita da Emmanuel Macron”, la ricerca coordinata da Salvatore Vassallo sottolinea che in effetti la composizione sociale della Leopolda “ha alcuni caratteri simili a quelli rilevati tra gli aderenti a En Marche”.
Ad esempio: il 60% degli intervistati ha una laurea, il 45% ha lavorato come dirigente, libero professioni o imprenditore. I partecipanti alla convention fiorentina sono per lo più ex iscritti al Pd e in quanto tali si definiscono “di centrosinistra”.
Ma approfondendo le opinioni su temi e alleanze prevalgono “le posizioni liberali, libertarie e fortemente favorevoli al rafforzamento dell’Unione europea” e l’idea che Italia viva debba avere “una strategia centrista”.
Dall’indagine emerge una divisione della platea della Leopolda tra partecipanti più giovani (under 45) e “già convinti” della proposta renziana e quelli “ancora incerti” e più maturi (over 45). Una netta maggioranza dei primi, di fronte alla alternativa “libertà -eguaglianza” (“i valori che secondo Norberto Bobbio sono propri, rispettivamente, della destra e della sinistra”) pensa che sia più importante la libertà . Tra gli incerti invece prevale leggermente l’eguaglianza.
L”aggettivo con cui si identificano di più i renziani convinti è liberale, anti-comunista, anti-sovranista e cattolico, mentre gli incerti si definiscono più socialdemocratici.
Questa differenza risalta anche nel giudizio sui governo precedenti: quello di Renzi è molto apprezzato tra i più convinti, quello di Gentiloni riscuote più successo tra gli indecisi. Lo stesso accade con i leader politici: Renzi è ovviamente apprezzatissimo, ma “i giudizi su Calenda, Zingaretti e Conte sono più favorevoli da parte degli indecisi”.
In tema di alleanze tutti escludono la possibilità di un accordo stabile con i 5 Stelle. E sorprende il fatto che solo una quota minoritaria, meno di un quarto, dei militanti vedono Italia viva stabilmente ancorata al centrosinistra. Ma qui si ripropongono con forza le differenze. Perchè pensa di restare nel centrosinistra meno del 10% dei “convinti giovani”, ma quasi il 40% degli incerti over 45. Così due terzi dei renziani convinti giovani vedono il nuovo partito come “cerniera di una coalizione ta centrodestra e centrosinistra”, ma la pensa così solo un terzo degli incerti over 45.
Questa linea di divisione che attraversa i militanti di Italia viva – sostiene il Cattaneo – “è un indizio del fatto che Renzi potrebbe prima o poi trovarsi a dover scegliere tra la componente liberale e centrista e quelli che lo osservano da posizioni più egualitarie”. In altre parole dovrà “convincere il segmento di elettori più legati alla tradizione socialdemocratica senza perdere il consenso dei suoi sostenitori più giovani e radicali. Inoltre “rimane aperto il quesito se l’ambizione di porsi come ago della bilancia tra destra e sinistra, non si traduca nella riproposizione della strada già tentata senza particolare successo da vari partiti, dall’Udc a Scelta civica”.
(da agenzie)
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