L’AQUILA ANCORA TREMAVA E GIÀ VOLAVANO LE MAZZETTE
OTTO INDAGATI TRA CUI IL VICESINDACO CHE SI È DIMESSO… TANGENTI PER APPALTI E PERFINO SUI PONTILI… CINQUE CASETTE IN “REGALO” ALL’EX ASSESSORE
Case usate come tangenti. E poi soldi infilati tra i fogli di giornali, nelle bottiglie di grappa, persino mazzette previste “per contratto”, quando mancavano i soldi in contanti.
Se pensando alla ricostruzione, l’imprenditore Francesco Piscitelli rideva mentre L’Aquila crollava, la notte del 6 aprile 2009, altri hanno gioito quando la terra ha smesso di tremare e la costruzione è iniziata.
E questa volta si tratta di aquilani come Pierluigi Tancredi e Roberto Riga, il primo assessore del Pdl all’epoca del sisma, il secondo attuale vicesindaco della giunta di centrosinistra.
S’è dimesso ieri, Riga, dopo l’accusa di corruzione: “Mi tiro da parte dai miei ruoli — ha detto — perchè vorrei lasciare tranquilla l’amministrazione comunale, senza avere dubbi sulla propria attività . Confido nei pm, fornirò elementi per mettere in evidenza la mia estraneità ”.
Per il momento, la Procura sembra certa delle accuse scritte nell’ordinanza d’arresto firmata dal gip Giuseppe Romano Gargarella, su richiesta dei sostituti procuratori Antonietta Picardi e David Mancini, coordinati dal procuratore de L’Aquila Fausto Cardella. Le indagini condotte dalla squadra mobile, guidata da Marilio Grasso, ha portato a quattro arresti e otto indagati — a vario titolo — di corruzione, millantato credito, falsità materiale e ideologica e appropriazione indebita. Il dato più incredibile è che per alcuni degli indagati, secondo l’accusa, continuano a operare con società costituite appena un anno fa — nella ricostruzione.
Casette di sicurezza
La gola profonda dell’inchiesta, denominata “Do ut des”, è l’imprenditore veneto — anch’egli indagato — Daniele Lago. Tutto nasce dal momento in cui la sua azienda — Steda spa — viene accettata nelle procedure per la ricostruzione, ma con “riserva”.
A quel punto interviene Pasqualino Macera che promette un intervento risolutivo in cambio di una mazzetta.
Dice un testimone: “Ricordo che partimmo di pomeriggio e arrivammo verso le 17, le 18. Lago aveva con sè una valigetta ventiquattrore nera in pelle, con all’interno il denaro che era avvolto in un giornale. Quando siamo arrivati in hotel, abbiamo parcheggiato davanti all’ingresso. Non ricordo se Daniele aveva chiamato Macera prima di arrivare, ma ricordo che ci aspettava sulla porta d’ingresso dell’hotel. Siamo entrati, ci siamo seduti su dei divanetti che erano nella hall sul lato sinistro. Macera dopo i saluti, ci diceva che il problema delle altezze dei Map era insormontabile ma, ci disse anche testualmente ‘ho trovato il modo di convincerli’, riferendosi chiaramente al fatto che pagando si sarebbe risolto tutto”.
Conferma Lago: “Macera mi ha detto che i soldi andavano a tale De Bernadinis della Protezione Civile. Mi propose di accettare un suo assegno del controvalore di 60 mila euro, che io avrei potuto incassare ove non avessimo vinto l’appalto. Gli ho consegnato i soldi che erano contenuti in una copia del Sole 24 Ore. Ricordo che erano 120 pezzi da 500 euro. Preciso che quei soldi erano dei soldi miei personali…”. In realtà Macera millantava: De Bernardinis, in questa vicenda, non c’entra nulla. Ma i favori a Lago erano invece reali. Intervenne, nel favorire i vari appalti di Lago, l’ex assessore Tancredi che nel 2009, con Macera, creò una società — la Da.Ma Consulting srl, società creata appositamente il 22 ottobre 2009 — per giustificare formalmente i versamenti di denaro. Le somme pattuite erano 7.200 euro mensili per un intero anno, più le percentuali su ogni singolo lavoro procurato. Ma soprattutto, a saldo della pattuizione originaria, Lago consegnava a Tancredi cinque moduli abitativi da 40 mila euro l’uno per un totale di 200 mila euro.
Sindaci sotto controllo
Secondo l’accusa Tancredi esercitava una “pressione nei confronti dei sindaci dei comuni di Barisciano, Fagnano Alto e Pizzoli al fine di indurli a omettere qualsivoglia attività di contestazione formale o mediatica nei confronti della Steda Spa in relazione al rispetto dei tempi di consegna dei Map., preservando la Steda Spa dalle possibili penali per i ritardi nella consegna e da ulteriori danni di immagine”. I ritardi, infatti, si sarebbero tradotti in sanzioni economiche.
Il centro storico
Per l’accusa, la messa in sicurezza degli immobili del centro storico de L’Aquila, “si rivelerà per molte imprese — non ultima la Steda spa — un immenso business, nel quale la Pubblica amministrazione impiegherà oltre 200 milioni”.
Tra i lavori ottenuti da Lago c’è anche un appartamento per il quale, secondo l’accusa, l’imprenditore veneto aveva ottenuto rassicurazioni dal vicesindaco Riga.
Su indicazione di Tancredi, poi, Lago pagò un ‘contributo’ di 5 mila euro in favore del partito La Destra”. L’appalto venne però assegnato ad altra ditta.
Nel caso della messa in sicurezza di Palazzo Carli, si scopre persino l’appropriazione indebita per 1,268 milioni, per lavori mai realizzati.
Antonio Massari
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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