LA CAMERA SI SCOPRE STAKANOVISTA: “PIU’ BRAVI DI FRANCESI E TEDESCHIâ€
MA DELLE 6.018 PROPOSTE IN AULA, SOLO 34 SONO DIVENTATE LEGGE
Ah questa, poi: i parlamentari italiani sono dei gran sgobboni.
L’idea per cui i rappresentanti eletti meritano i titoli di scansafatiche, mangiapane a tradimento, dissipatori delle finanze pubbliche altro non sarebbe che il prodotto di un odioso luogo comune.
Al contrario, gli onorevoli ci danno dentro come i colleghi americani, più di quelli francesi, ai tedeschi gli fanno un mazzo così e si devono inchinare soltanto all’abnegazione degli inglesi, che in un quinquennio (2001-2006) si sono riuniti 939 volte contro le 757 degli italiani.
Come avrete intuito sono dati complicati, eppure definitivi per la prestigiosa provenienza: la Camera dei deputati medesima.
Incrociando qui e incrociando là , i tecnici di Montecitorio si sono accorti che la categoria in questione tira come una mandria di muli.
In una legislatura, i francesi mettono insieme 546 giorni di sedute contro le 678 messe assieme in Italia; nel periodo che va dal 2005 al 2009, i tedeschi si sono fermati 233, cioè un terzo di quanto accumulato dai nostri, e gli americani sono saliti fino a 678.
Fin qui, insomma, un trionfo.
Lo studio non dice quanto durino le sedute altrove (qui spesso capita che durino un quarto d’ora o mezzora o un’ora) nè quale sia la percentuale di presenza dei parlamentari. Non è un’insinuazione, sia chiaro.
Anche perchè il dossier fornisce subito un dato indicativo sul risultato di tanta fatica: nel 2012, fin qui, sono stati presentati 7 mila e 637 emendamenti (e cioè modifiche anche marginali di una legge), ne sono stati accolti 513 (meno del 7 per cento) e ne sono stati approvati 187 (meno del 2.5 per cento).
A questo punto siamo andati a controllare la più recente indagine pubblicata da Openpolis.it. È aggiornata al dicembre del 2010, cioè i primi venti mesi della legislatura, un periodo durante il quale Matteo Mecacci del Pd ha presentato 12 mila e 620 emendamenti, cioè 630 al mese, cioè più di venti al giorno, domeniche comprese; forse anche questi sono numeri che contribuiscono a considerare la produzione di emendamenti essenzialmente d’ostruzione.
Al Senato, Marco Perduca, pure del Pd, batte anche Mecacci: i suoi emendamenti erano prossimi ai quattordicimila.
Dunque, assaporata la dedizione alla causa dei nostri onorevoli, sempre tramite Openpolis.it si è in grado di verificare quanta ciccia fornisca.
Fra l’aprile del 2008 e il dicembre del 2010, i deputati hanno presentato la notevole quantità di 6 mila e 18 proposte di legge.
Ma quante chance ha un deputato di vedere la sua proposta votata e stampata sulla Gazzetta Ufficiale?
Circa una possibilità su duecento: delle seimila e 18 proposte in questione, sono diventate legge trentaquattro.
Ognuna ha abbisognato in media di un anno e un mese di tempo.
La più indiavolata è stata Gabriella Carlucci (ex Pdl, ora Udc) che ha redatto 95 proposte di legge (quasi cinque al mese) di cui 94 andate a vuoto.
Nello stesso periodo, il governo Berlusconi ha presentato 498 disegni di legge e ne ha portati a casa 163, un terzo; e gli sono serviti in media tre mesi e una settimana.
Ora le risultanze di Montecitorio confermano che lo stakanovismo dei parlamentari è perlomeno sterile: nel 2012 (e cioè in un periodo in cui la politica si è spogliata delle questioni centrali e complicate per delegarle ai tecnici) solamente undici delle cinquantacinque leggi votate sono di iniziativa parlamentare; in tutta la legislatura, 266 leggi su 332 sono di iniziativa governativa oppure sono conversioni di decreti legge (cioè usciti dal Consiglio dei ministri) e soltanto 66 partoriti dall’aula.
E così tutta questa buona volontà , accidenti, non viene premiata dai frutti.
Ma non basta.
C’è da aggiungere che – se i termini della questione sono questi – il Parlamento italiano fa molte sedute, rigorosamente contenute fra il martedì pomeriggio e il giovedì dopo pranzo, ma i parlamentari accumulano molte assenze.
Ancora da Openpolis.it: le assenze del Gruppo Misto sono al 30 per cento, quelle dell’Idv, dell’Udc e di Fli attorno al 20, quelle del Pd sono al 14, quelle del Pdl al 12, quelle della Lega al 6.
Secondo Openpolis, i deputati non si presentano in quindici occasioni su cento, e le deputate lo fanno nel tredici per cento dei casi.
Però, ecco, in giornate così si può persino dire che siamo più bravi di francesi e tedeschi.
Mattia Feltri
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