LA CASTA CHE LAVORA POCO E GUADAGNA TROPPO: IL TASSO DI ASSENTEISMO DEI PARLAMENTARI ITALIANI E’ DIECI VOLTE QUELLO AMERICANO
SUL SITO OPENPOLIS L’INDICE DI PRODUTTIVITA’ DEI NOSTRI RAPPRESENTANTI RIVELA UNA PERCENTUALE DI ATTIVITA’ INQUIETANTE…. AGLI ULTIMI POSTI GHEDINI E ANGELUCCI (PDL) , CRISAFULLI E ZAVOLI (PD), BONINO (RADICALI), MARCAZZAN, GRASSANO, TEDESCO, GAGLIONE, NANIA, PISTORIO
La domanda non dovrebbe essere solo riferita all’ammontare dell’emolumento (nella Pubblica Amministrazione ce ne sono anche di molto più alti), ma se lo stipendio è troppo alto rispetto al lavoro svolto e perchè non sia modulato di conseguenza.
Il sito Openpolis ha introdotto, oltre al calcolo delle presenze, un indice di valutazione della produttività di deputati e senatori calcolato valutando l’attività svolta in parlamento, la tipologia degli atti presentati, il consenso ricevuto, l’iter dei lavori e la partecipazione in aula.
“Non intendiamo dire chi lavora e chi no — spiegano i ricercatori sul sito di Openpolis — ci concentriamo solo ed esclusivamente su quella parte del lavoro parlamentare volto alla proposta, discussione, elaborazione ed approvazione di atti legislativi e non”.
Dalla classifica emerge che il deputato più produttivo è Antonio Borghesi dell’Idv con un valore pari a 1035.
Il secondo è Pier Paolo Baretta del Pd (991,6).
Tra loro e i meno produttivi c’è un abisso.
Gli ultimi tre posti sono occupati da Pietro Marcazzan dell’Udc (14,1) subentrato in corso di legisaltura, il 15 settembre del 2010, poi Nicolò Ghedini del Pdl, (14,4) e Maurizio Grassano della Lega (19,6) anche lui entrato il 17giugno del 2010.
Per quanto riguarda Palazzo Madama i due più produttivi sono entrambi dell’Udc, Gianpiero D’Alia e Carlo Vizzini con, rispettivamente, 1199,7 il primo e 1032,6 il secondo.
Gli ultimi della classe sono invece Vladimiro Crisafulli del Pd, con una valutazione pari a 12,9, Alberto Tedesco ex Pd ora gruppo Misto (13,2) e Sergio Zavoli, sempre del Pd (15,6).
Dal conteggio sono escluse le attività istituzionali come quelle di presidenti di Commissione o capigruppo.
Analizzando invece il dato oggettivo delle presenze in aula il massimo assenteista di Montecitorio si conferma Antonio Gaglione, gruppo Misto, presente al 6,38% delle sedute.
Il secondo è ancora Niccolò Ghedini, (22,7%) poi Antonio Angelucci, del Pdl (28,58%).
Al Senato detiene il record di assenze la vicepresidente radicale Emma Bonino, (28,7%). Seguono Domenico Nania del Pdl (33,45%) e Giovanni Pistorio del gruppo Misto (34,20%).
I più presenti un deputato e un senatore del Pdl: Remigio Ceroni alla Camera (99,86%) e Cristiano De Eccher al Senato (99’92%).
Come riportato dai giornalisti Rizzo e Stella nel libro “Licenziare i padreterni”, il tasso di assenteismo medio italiano è circa del 30%, mentre al Senato americano è del 3,1%.
Per quanto riguarda la media delle ore lavorate in aula, escludendo quindi le Commissioni, in una settimana di attività intensa come quella tra l’11 e il 18 dicembre, con l’esame della Finanziaria, i deputati si sono riuniti in assemblea 30 ore e 10 minuti tra il 14 e il 16 dicembre mentre a Palazzo Madama ci sono state 14 ore e 28 minuti di seduta in tre giorni.
Il governo ha rimandato al Parlamento l’onere di occuparsi del taglio dei propri stipendi.
Se fossero modulati su presenze e produttività i doppiolavoristi non riceverebbero soldi dallo Stato mentre svolgono le loro attività e Antonio Gaglione sarebbe costretto a presentarsi in aula per ricevere lo stipendio.
Caterina Perniconi
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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