LA FRASE COMPROMETTENTE DI BOSSI: “SE IL VOTO VA MALE, TUTTI NELLA LEGA CAPIRANNO CHE OCCORRE STARE CON BERLUSCONIâ€
IL SENATUR A MONACO DI BAVIERA: “DA SOLI ALLE URNE PER CONTARCI, COSI’ DOPO NON CI SARANNO PIU’ DUBBI”… SVELATA LA FARSA DELL’OPPOSIZIONE PATACCA DEI MARONIANI
«Se dovesse andare male? Almeno avremmo dimostrato la necessità dell’alleanza con Berlusconi».
Nella notte bavarese, Umberto Bossi lo dice.
Elena Artioli, leader leghista dell’Alto Adige nonchè sua interprete in terra di Germania, lo invita al silenzio: la stampa ascolta.
Ma il Senatur è di ottimo umore.
L’accordo firmato ieri mattina tra l’assessore lombardo Luciano Bresciani, suo fedelissimo, e il ministro della Sanità del land, Marcel Huber, è un pezzo pregiato della strategia leghista di Europa delle Regioni.
E, sorpresa, la birraia tedesca, Sara, lo ha riconosciuto: «Perchè noi siamo una forza popolare».
E così, il capo padano – qui tutti lo chiamano «Panzer Bossi» – si lascia andare a qualche considerazione più nostrana: «Berlusconi continua a dirmi che dobbiamo vederci per le amministrative. Ma quelle, ormai sono andate…».
Sulla corsa solitaria, nessun ripensamento.
Per «tre motivi. Il primo è che dobbiamo contarci. Vedere quanti siamo. Il secondo è che ormai alla gente è arrivato quel messaggio. Il terzo…».
Il Senatur – giacca blu, cravatta a righe sur tone e pochette verde che affiora a stento dal taschino – si prende un attimo.
Poi, la butta fuori: «Se andasse male, non ci saranno più dubbi sulla necessità dell’alleanza con Berlusconi».
Insomma, Umberto Bossi per la prima volta lo ammette.
Non ha mai condiviso la scelta dell’«amico Silvio» di porre fine al suo governo.
Ancor meno ha digerito la scelta di sostenere l’esecutivo degli «affamatori».
Eppure, non è mai stato convinto fino in fondo dell’opportunità di spezzare il rapporto con il Pdl per le elezioni nei municipi: la convinzione profonda di Bossi era, e resta, che da Berlusconi non si possa prescindere.
E allora, si superino le amministrative: se si vince, bene.
Se si perde, basta con gli schizzinosi: con la puzza sotto il naso rispetto al Cavaliere non si va da nessuna parte.
Certo: l’ex premier, dice Bossi, è «sottotono perchè non riesce a trovare l’idea giusta».
Ma lì, prima o poi, si dovrà tornare.
Intanto, guerra a Mario Monti. Con l’aiuto di un altro amico, Giulio Tremonti.
Entrerà nella Lega? «Vedremo, vedremo… per adesso lo teniamo un po’ lì…».
Di certo, non sembra un no.
Anche perchè con l’ex superministro all’economia, Umberto Bossi da tempo lavora al programma elettorale per le prossime politiche.
Ma perchè ora? Perchè così presto?
È guerra non convenzionale: «Perchè se noi presentiamo un programma forte, anche gli altri dovranno farlo». Dovranno rispondere a tono e spiegare i loro progetti per il dopo: «E quando i programmi elettorali ci saranno, Monti cade e si va alle urne».
E così, la campagna elettorale per le amministrative sarà assai politica: «Tra poco – annuncia Bossi – partiranno migliaia di gazebo in tutta la Padania. Raccoglieremo le firme per una serie di leggi di iniziativa popolare».
La prima, è la più nota: «Li martelleremo sulla riforma delle pensioni».
Ma il Carroccio aprirà almeno due nuovi fronti.
Parola di Bossi: «No ai mafiosi al nord, basta con i soggiorni obbligati».
E poi, dato che «le banche non danno più una lira a nessuno e l’economia muore», la Lega chiederà una legge per «separare le banche d’affari da quelle commerciali».
Marco Cremonesi
(da “Il Corriere della Sera”)
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