LA RABBIA DI SILVIO: “C’E’ ARIA DI IMBOSCATAâ€. PRONTO L’INTERVENTO IN TV
PREVISTO PER GIOVEDI UN INTERVENTO IN TV DEL CAVALIERE, MA NON ROMPERA’: I SONDAGGI CONSIGLIANO PRUDENZA
Gli ultimi giorni di silenzio. Silvio Berlusconi prepara il ritorno in scena che si consumerà teatralmente dopo il primo voto sulla decadenza di mercoledì in giunta al Senato.
Ma dopo quasi 45 giorni di eclissi, seguiti alla «piazza» del 4 agosto, la ricomparsa non sancirà l’apertura della crisi. «Non attendono altro che scaricare su di noi la responsabilità , è una trappola e non sono così sprovveduto da caderci» raccontava ieri il Cavaliere a chi lo ha sentito ancora dalla sua «clausura».
L’unica cosa certa ora è l’imminente lancio di Forza Italia. Destinato ad aprire una lunga, forse lunghissima campagna elettorale.
Le uscite di ieri del premier Letta non gli sono piaciute affatto, anche il leader come qualche “falco” ha parlato di «ricatto inaccettabile » (su Imu e intervento Ue sui conti italiani), di un presidente del Consiglio che sembra volersi tirare fuori dalla mischia, disinteressarsi dei destini di chi guida il partito che contribuisce a tenere in vita il governo.
E allora ce n’è abbastanza per reagire.
Il silenzio sarà rotto con molta probabilità da un intervento in tv (forse un talk-show) – spiega uno dei suoi consiglieri – ancora da definire.
Nelday after, giovedì o in quello stesso mercoledì sera. Dettagli.
Quel è che è scontato è che l’apparizione in video non coinciderà con il fatidico distacco della spina.
Non è ancora il momento, ripete l’ex premier che pure in privato non fa mistero del disinteresse per questo esecutivo.
Il pressing dei figli ha prodotto i suoi effetti. Solo non vuole restare pericolosamente col cerino in mano della crisi.
Anche perchè le elezioni in autunno, come gli hanno ripetuto tutti a eccezione di falchi alla Verdini, «sono ormai tramontate ».
E poi i sondaggi (oltre che l’andamento dei titoli Mediaset inBorsa) glielo sconsigliano.
Sta valutando allora se aprire piuttosto, a sorpresa, a un gesto di responsabilità , dichiarando di voler tenere in vita il governo «nonostante la persecuzione e il tentativo di farmi fuori, per il bene del Paese».
Almeno per qualche altro mese.
Del resto, le parole di ieri di Letta a Bari e poi a Chianciano, spiegano dirigenti del Pdl, lasciano già intendere che genere dicaccia al colpevole si scatenerebbe in caso di crisi.
Allora a Berlusconi «non resterà che prendere tempo e lo farà ancora una volta» spiega un amico della vecchia guardia che lo ha sentito fino a ieri.
Il primo obiettivo dunque sarà quello di «stanare i senatori del Pd» intenzionati a votargli contro in giunta: quel voto lo attenderà .
Poi prenderà la parola per difendersi e tirare le somme in aula, in una data ancora da definirsi nella prima decade di ottobre, quando l’assemblea di Palazzo Madama dovrà pronunciarsi in via definitiva sulla decadenza.
Fino ad allora, spiegano i suoi interlocutori quotidiani, il senatore in procinto di lasciare lo scranno non si dimetterà .
Lo potrebbe fare solo nell’imminenza della votazione (il precedente è di Previti) se il pallottoliere, come sembra, non lascerà scampo.
La strategia in ogni caso è quella di tenere alta la pressione sui democratici fino a mercoledì.
È l’ordine di scuderia al quale nessuno si sottrae nel partito.
E così, ieri non è stata solo Daniela Santanchè a metterein guardia Letta, accusandolo di passare «di ricatto in ricatto, dallo spread alla stabilità », ma anche esponenti più moderati come il ministro Lupi a parlare di toni «inaccettabili» o Mariastella Gelmini ad avvertire che «se lo eliminano, sarà un colpo mortale al governo».
Come pure Schifani, Alfano, Brunetta.
Tutti in ogni caso si tengono pronti per l’«evento» che si consumerà comunque a giorni, prima della fine di settembre: il lancio ufficiale di Forza Italia, dopo mesi di annunci.
Ora diventa una necessità farlo, per il capo, fare del movimento rinato il suo scudo personale. Nessuna kermesse in grande stile, anche lì sarà un «predellino 2» in stile berlusconiano.
Che non coinciderà tuttavia con lo sfogo delle prossima settimana in tv sulla vicenda giudiziaria e il voto del Senato.
Operazione comunque necessaria per tenere buoni i falchi del partito, dato che la crisi resterà congelata per qualche tempo, magari all’inverno.
Meno probabile la convocazione dell’assemblea dei gruppi parlamentari giovedì: Berlusconi dovrebbe comunicare decisioni finali e sarebbe prematuro. E poi non vuole rivederli. Perchè come racconta ancora l’amico di vecchia data, il Cavaliere «non ne può più della processione ad Arcore e delle telefonate di tutte le solite facce del partito per dargli consigli non richiesti ». Si è sfogato: «Lo fanno perchè pensano tutti che io sia politicamente già morto e cercano di capire che fare, ma dimostrerò ancora una volta che non è così».
Lui non si sente ancora decaduto dal Senato, figurarsi morto.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica”)
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