LA SCISSIONE ANIMALISTA, IL NUOVO PARTITO SPACCA DESTRA E SINISTRA
DIVERSE SIGLIE STORICHE ADERISCONO AL MOVIMENTO FONDATO DA BRAMBILLA E BERLUSCONI… GLI AMBIENTALISTI: “CI SIAMO FATTI SFILARE UN TEMA NOSTRO”… MA PER MOLTI “E’ SOLO UNO SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE E PER GARANTIRE QUALCHE POLTRONA IN PARLAMENTO”
Il lancio del nuovo partito in difesa degli animali di Michela Brambilla, fondato assieme al leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, ha creato scompiglio e aperto spaccature nel variegato mondo animalista.
Le associazioni sono divise, infatti, fra chi sostiene con entusiasmo l’iniziativa della deputata azzurra e chi invece la respinge come inopportuna se non addirittura dannosa per il volontariato.
Per quanto, poi, il “Movimento animalista” sia stato dipinto dai fondatori come una forza «trasversale» e «indipendente», il colore politico dell’iniziativa, promossa dal Cavaliere in persona, sembra difficile da confondere.
E allora la questione diventa anche stabilire se l’animalismo, e più in generale l’ambientalismo, in Italia guardi ancora a sinistra o se piuttosto, in questa fine legislatura, la destra stia riuscendo a cavalcare il tema con più abilità a fini elettorali. Perchè secondo le stime dei sondaggisti, il bacino di voti degli animalisti potrebbe avere un peso non trascurabile (dal 5% fino addirittura al 20%) nelle alleanze per le prossime elezioni.
«Di certo per il Pd l’animalismo è un’occasione mancata», afferma la giornalista e scrittrice impegnata per i diritti degli animali Margherita D’Amico: «Sui voti degli animalisti Matteo Renzi ci ha letteralmente sputato sopra, preferendo il consenso della lobby dei cacciatori».
Insomma per D’Amico il centrosinistra ha dato per scontato che «la sensibilità ambientalista fosse una sua proprietà , ma di fatto ora non è più così». Per la scrittrice presidenti ed esponenti di spicco delle associazioni dovrebbero pensarci bene prima di entrare nel partito della rossa amazzone berlusconiana: «Potrebbero appoggiare dall’esterno qualunque buona iniziativa politica a favore degli animali. Mi viene da pensare che l’unica aspirazione per qualcuno possa essere ottenere un seggio in Parlamento».
Contrario è anche Michele Visone, presidente di Assocanili: «Il movimento di Brambilla farà danni al vero volontariato, che ha tutt’altra identità e non usa gli animali come strumento politico di propaganda, facendosi fotografare con cuccioli in grembo. Lo sa che, quando studiamo lo stress animale, nove volte su dieci usiamo filmati o foto di cani in braccio a politici o persone famose?».
Per Visone, sarebbe stato più opportuno «fare una lista contro le false associazioni», che oggi controllano il 75% del business del randagismo. «Non serve un partito – conclude – ma stabilire regole chiare per affrontare problemi come il traffico illegale di animali o i canili lager».
Di diverso avviso è invece Carla Rocchi, presidente Enpa (Ente nazionale protezione animali) e parlamentare dei Verdi negli anni ’90: «Sono totalmente favorevole al movimento di Brambilla, finalmente si apre uno spazio nelle istituzioni per gli animali, vista la completa inerzia dei partiti da vent’anni a questa parte».
Quanto al posizionamento politico dell’animalismo, Rocchi non ha dubbi: «Non è di destra nè di sinistra. Del resto appena i Verdi si sono fatti etichettare a sinistra, sono finiti. A me basta che al prossimo giro chi è in Parlamento si confronti con qualcuno che metta temi animalisti in calendario».
Infine c’è chi per il momento sta a guardare. Come Stefano Fuccelli, presidente del Partito animalista europeo: «Finchè non vedo i nomi di chi c’è dentro, non mi esprimo sulla credibilità di questo nuovo soggetto politico. Non vorrei fosse il solito specchietto delle allodole in una campagna elettorale già iniziata».
(da “La Repubblica”)
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