LA SCORTA DI SCHIFANI NON E’ UNO SPRECO: RISCHIA DI FARSI MALE MENTRE SI PETTINA
POLEMICHE SULLE SCORTE: PROTEGGONO UOMINI DA CUI DOVREMMO ESSERE PROTETTI NOI…LAVORI USURANTI: LA SCORTA DI BRUNO VESPA DORME NEL PLASTICO DI UN ALBERGO…IL VOLONTARIATO SI MOBILITA, 390.000 ESODATI CHIEDONO: “LA FORNERO POSSIAMO SCORTARLA NOI?”
Brutte notizie: secondo le ultime statistiche soltanto un italiano su tre lavora stabilmente. Buone notizie: uno di quei tre fa la scorta a qualcuno, politico, ex politico, giornalista, e persino alla Santanchè.
“Il settore scorte è in espansione — dice un esperto di Moody’s — ed è l’unico settore che ancora tira in Italia”.
In molti casi si tratta di lavori umilianti e logoranti.
Qualche giorno fa, per esempio, sono stati definitivamente liberati gli otto uomini di scorta a Roberto Calderoli, e le loro testimonianze sono agghiaccianti: “Otto ore al giorno in compagnia di Calderoli — dice uno di loro — possono causare danni cerebrali irreversibili, guardate come è conciato Umberto Bossi!”.
Così, al costo esorbitante delle scorte (oltre un miliardo di euro l’anno), si aggiunge quello della riabilitazione a fine servizio.
Chi ha fatto la scorta a Sgarbi, per esempio, ha sentito più cazzate in due giorni che un intero staff di psichiatri in trent’anni di carriera, e sono cose che lasciano il segno. “Si tratta di una sindrome post traumatica simile a quella dei soldati in Iraq — dicono al Viminale —. Abbiamo visto uomini grandi e grossi tremare come foglie e piangere a dirotto e poi abbiamo capito il loro dramma: facevano la scorta a Sallusti e alla Santanchè, alcuni abbiamo dovuto abbatterli”.
Dopo il caso di Gianfranco Fini, la questione è diventata un caso nazionale.
Il presidente del Senato Schifani, per esempio, ha venti uomini di scorta, ma secondo fonti ufficiali non si tratta di una protezione esagerata: “Il presidente Schifani corre rischi enormi: potrebbe slogarsi una caviglia o tagliarsi un dito mentre affetta le carote, o persino ferirsi in testa mentre si pettina, e noi vigiliamo in modo ferreo su questi possibili attentati alla seconda carica dello Stato”.
Sulla questione delle scorte, comunque, si fa troppa facile demagogia.
Ristoratori, albergatori, gestori di stabilimenti balneari e di baite in montagna si ribellano alla riduzione delle scorte.
“Ma lo sa — dice accorato un oste di Ladispoli — che quando viene qui un politico prenota sessanta coperti e ventidue stanze? Volete rovinarci?”.
Alessandro Robecchi
(da “Il Misfatto”)
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