LE ESCORT DEL CARROCCIO: UN ASSESSORE IL REGISTA DEL BUNGA BUNGA PADANO, ARRESTATO MENTRE GESTIVA IL REPARTO ORGE
SCOPPIA IN VENETO LA QUESTIONE MORALE NELLA LEGA E GOBBO PROPONE UNA COMMISSIONE PER VALUTARE I CANDIDATI LEGHISTI PRIMA DI METTERLI IN LISTA… PIOVONO CONDANNE SUI LEGHISTI: DALLA BANCAROTTA FRAUDOLENTA ALLE TANGENTI, DALL’USO PERSONALE DI AUTO BLU E TELEPASS ALLO SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE
“Troppi i parassiti che vivono sulle spalle di chi produce!”, s’indigna il militante leghista Gino Serugeri, da Brescia, sulla Padania, le cui pagine delle lettere secernono gli umori del popolo padano: ripetuti attacchi ai pm del caso Ruby (“magistratura eversiva!”), alla Corte costituzionale (“ha disposto che anche gli stranieri senza permesso di soggiorno possono usufruire dell’assegno di invalidità : è assurdo!” si lamenta Secondo Cagnoni di Cornale, e meno male “che dei 34 clandestini sbarcati sul litorale di Giarre 26 sono stati rimpatriati giustamenti con un volo charter”); alla sinistra (“Rosy Bindi è il solito vecchiume”); insomma, “la Lega è l’unico baluardo contro una società distorta”, come ricorda Marco Volpi da Riviera del Brenta (Venezia).
Ordine, suolo e fuori i negher.
Ma nel Nord Est — nel silenzio spesso come le nebbie di questi giorni — la Lega da mesi è dilaniata dalla questione morale, tanto che il leader locale Gianpaolo Gobbo, non sapendo più a che santo votarsi, ha proposto “l’istituzione in ogni provincia di una commissione che valuterà tutti i candidati prima di metterli in lista”.
L’ultimo incidente l’altro ieri: la condanna per bancarotta fraudolenta a 2 anni e 3 mesi (pena condonata) di Enrico Cavaliere, già parlamentare e presidente del Consiglio regionale veneto, per il buco milionario della società che doveva realizzare il megavillaggio “Skipper” in Croazia, detto anche “il paradiso di Bossi”.
È ormai una lunga serie: la settimana scorsa è finito ai domiciliari Giuseppe Barison, capogruppo della Lega a Zero Branco (Treviso), per una storia di tangenti, favori ed escort; a fine settembre era toccato a David Codognotto, ex assessore di San Michele al Tagliamento (Venezia) arrestato pure lui per mazzette; Edouard Ballaman, il presidente del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, andava in vacanza in autoblu; come il sindaco di Sommacampagna Gianluigi Soardi: sul Gargano con l’auto dell’Azienda trasporti di cui era presidente e il telepass aziendale spostato sul cruscotto della macchina della moglie.
Anche al Nord teniamo famiglia.
E Cesare Biasin, già sindaco di Silea, che avrebbe affittato tre suoi appartamenti alle prostitute?
I clienti citofonavano agli altri condomini: “E’ qui che esercitano le rumene?”, come ha raccontato Fabio Poloni de La Tribuna di Treviso.
Udine, Verona, Arzignano, Treviso: la geografia della corruzione leghista ormai è vasta quanto il suo impero.
Poi c’è lui, Alessandro Costa, il regista del bunga bunga padano.
Trentotto anni, vigile urbano, assessore alla sicurezza della Lega a Barbarano Vicentino, ad agosto era stato indagato per sfruttamento della prostituzione: le lucciole gli pagavano 150 euro per pubblicare le loro inserzioni sporcaccione sul suo sito.
“Dice di essere finito per errore in questa situazione, forse a causa del suo hobby per la fotografia che lo ha messo in contatto con alcune modelle…” tentò una poco convinta difesa il suo sindaco, Roberto Boaria.
Senonchè il partito lo aveva cacciato, il Comune lo aveva sospeso dal lavoro, e Costa invece di fare mea culpa s’era tenuta la seggiola di consigliere comunale e intanto aveva allargato la sua attività imprenditoriale alle gang bang, aprendo sul sito la sezione orge.
“Tieni presente che Padova è una miniera d’oro, coltivala!” spronava i suoi collaboratori sul territorio, come ha rivelato sul Mattino di Padova Enrico Ferro.
“Vedrai che se lavori bene di soldi ne fai talmente tanti che il normale lavoro passa in secondo piano”, incoraggiava le sue escort.
“Eravamo in nove, io un’altra donna e sette uomini” ha raccontato ai carabinieri una delle reclute della divisione orge, una bella signora padovana di 45 anni: “Beh, sì, sono stata un po’ birichina”.
Prendeva 700 euro, 100 per ogni partecipante al party.
E Costa s’intascava altri 500 euro da ciascun cliente: imprenditori, professionisti, medici.
Ora l’ex assessore alla sicurezza è in galera: i militari a fine gennaio lo hanno sorpreso al casello di Padova Ovest mentre incassava i pagamenti di tre ragazze da un suo agente.
La signora birichina sta cercando lavoro.
(da “Ritagli“)
Leave a Reply