“L’IMU SULLA PRIMA CASA VA MANTENUTA”: IL RAPPORTO DEL FONDO MONETARIO SULL’ITALIA
IL FMI BOCCIA L’IPOTESI ABOLIZIONE… “DISOCCUPAZIONE GIOVANILE A LIVELLI INACCETTABILI”
«L’imposta sulla prima casa andrebbe mantenuta». La sentenza inappellabile di Kenneth Kang, assistant director del dipartimento europeo del Fondo monetario internazionale.
Secondo Kang l’Italia dovrebbe «rivedere il sistema catastale per andare nella direzione di un sistema più equo e giusto. Per questo incoraggio il governo a tale riforma».
«TERREMO CONTO»
«E’ una questione che stiamo valutando. Certamente terremo conto dell’opinione del Fmi. Ma l’obiettivo è trovare un consenso all’interno della coalizione», ha subito replicato il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni.
Il titolare del Tesoro ha chiarito che la missione del Fondo monetario internazionale «riconosce comunque i punti di forza dell’economia italiana nell’aver realizzato progressi significativi nel consolidamento fiscale, nella gestione della riforma delle pensioni e in altri campi come la solidità del sistema bancario».
LE STIME
«La crisi non è scongiurata del tutto e la disoccupazione resta ad un livello inaccettabile. Il percorso delle riforme deve avere la prioroità¡ per creare crescita e lavoro», ha aggiunto Aasim Husain del Fmi al termine della missione italiana. «I segni di stabilizzazione dell’economia ci sono ma gli investimenti e occupazione restano deboli. Nel 2013 stimiamo che il pil chiuda a -1,8». E ha alzato quelle per il 2014 dal +0,5% al +0,7%.
IL RAPPORTO
Nel testo si legge che la necessità di «un ribilanciamento del risanamento fiscale è assolutamente necessario per sostenere la crescita».
È necessario «modificare la composizione del risanamento attraverso tagli di spesa e minori tasse». Un efficace pagamento dei debiti della pubblica amministrazione «può ridurre le difficoltà del credito delle aziende».
LA DISOCCUPAZIONE
«Il livello di disoccupazione giovanile in Italia è inaccettabile», ha poi rilevato il fondo monetario. Che ha elaborato la sua ricetta, secondo la quale ci si dovrebbe «indirizzare verso un contratto unico, più flessibile per i nuovi lavoratori che gradualmente aumenta la protezione del posto di lavoro all’aumentare dell’età potrebbe ridurre il costo delle nuove assunzioni e sostenere l’apprendistato». Nell’Article IV si sottolinea che «incoraggiare aziende e lavoratori alla contrattazione di secondo livello consentirebbe di unire in modo migliore stipendi e produttività ».
(da “il Corriere della Sera“)
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