L’ITALIA DEI “VALORI PIGNORATIâ€: FANNO LA FESTA MA NON PAGANO IL CONTO
A NOLA L’IDV AVEVA ORGANIZZATO UNA FESTA IN DISCOTECA PER IL DOPO ELEZIONI.… I TITOLARI DEL “GLITTER” CHIEDONO ALL’ON. BARBATO (IDV) DI SALDARE IL CONTO DI 15.000 EURO, MA IL DEPUTATO NON PAGA… SIAMO AL PIGNORAMENTO SUL CONTO CORRENTE PARLAMENTARE
Facile ormai la battuta che circola in Parlamento sull’Italia dei Valori “pignorati”. La storia ha inizio dopo le elezioni 2008 che, nonostante la vittoria di Berlusconi, fanno segnare un ottimo risultato per l’Idv a Nola, comune dell’hinterland napoletano.
Il neodeputato Francesco Barbato decide di fare una festa di ringraziamento per la sua elezione. La serata si svolge presso la discoteca “Glitter”, l’ospite d’eccezione è il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro.
Per allietare i 1.500 partecipanti, ci sono anche i fuochi artificiali e un cabarettista.
Diciamo una cosa non troppo sobria, ma giustificabilissima per un neoeletto. I problemi nascono dopo, quando nonostante ripetuti inviti e sollecitazioni, l’on. Franco Barbato si rifiuta di pagare il conto di 15.000 euro pattuita per la festa.
L’epilogo pare ormai inevitabile, ovvero il pignoramento della somma di 20.000 euro ( lievitata per le spese) chiesta dai legali della discoteca presso il Banco di Napoli che storicamente detiene la filiale interna a Montecitorio.
La famosa agenzia 1 presso la Camera dei deputati dove vengono accreditate le indennità dei parlamentari.
Il classico pignoramento presso terzi, secondo il nostro codice di procedura penale, molto comune orami nella prassi del processo di esecuzione, ma insolito nella storia parlamentare.
Pare si fosse giunti all’arrivo di un ufficiale giudiziario per pignorare lo stipendio di un deputato.
Nel frattempo dovrà concludersi il processo di merito davanti al tribunale di Nola. Barbato potrebbe in teoria riuscire a dimostrare che non è tenuto a pagare quella somma, fermo restando che la festa c’è stata e la discoteca ha diritto ad essere pagata da qualcuno.
Definito il giudizio di merito, scatterà la richiesta di pignoramento.
L’on. Barbato non è al primo incidente di percorso. Qualche mese fa in Parlamento denunciò la mancata concessione della scorta e adeguata protezione a Gaetano Manna, presidente di una associazione attiva a Caserta e alla quale è stata affidata la gestione dei terreni confiscati al clan dei Nuvoletta.
Manna era definito “un prezioso testimone anticamorra” e per questo degno di tutela. A meno di un mese da quella dichiarazione solenne in aula, sta emergendo però un’altra verità .
Dalle relazioni dei carabinieri e da quella del magistrato anticamorra Cafiero de Raho, nell’ambito di un procedimento penale per 416-bis, risulta che Manna avesse nelle proprie disponibilità una Fiat 127 rossa di proprietà di un noto camorrista locale, un fatto denunciato anche dall’ex ministro Landolfi in un intervento alla Camera.
Resta comunque il fatto che, nonostante la scorsa estate i gestori della discoteca si fossero dichiarati disponibili, per chiudere il contenzioso, ad accettare anche una somma inferiore, l’on Barbato non abbia mai ritenuto di pagare il conto della discoteca in cui aveva voluto festeggiare la propria elezione.
E per un partito che fa della giustizia e dell’onestà un emblema, bacchettando gli altri, non ci pare che sia un gran bel biglietto da visita.
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