M5S IN CONFUSIONE: “IL KAMIKAZE DI NASSIRYA UNA VITTIMAâ€
BUFERA SULLA GRILLINA CORDA, DA CUI PRENDONO LE DISTANZE (SOLO ORA) I COMPAGNI DI PARTITO… E INTANTO CASALEGGIO DEMOLISCE IL REDDITO DI CITTADINANZA
Agitati sulla Tav, sconfortati dall’ultima di Casaleggio («La proposta sul reddito di cittadinanza non va bene, non depositate nulla, va cambiata ») i 5 stelle in Parlamento entrano in confusione su uno di quei temi che di solito riesce a metter d’accordo tutti: la commemorazione della strage di Nassiriya, l’attentato in cui il 12 novembre di 10 anni fa morirono 19 italiani.
Emanuela Corda, deputata sarda, prende la parola in aula per lamentare una dimenticanza: «Nessuno ricorda il giovane marocchino che si suicidò per portare a compimento quella strage: quando si parla di lui, se ne parla solo come di un assassino, e non anche come di una vittima, perchè anch’egli fu vittima oltre che carnefice».
Accenna all’ideologia criminale che lo ha spinto, la Corda. Alle colpe dell’occidente, nella guerra di Iraq. In aula nessuno sembra accorgersene.
L’unico a reagire è Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia: «I kamikaze erano assassini e basta», quasi urla.
Dal Senato reagisce Lorenzo Battista: «Mi dissocio nel modo più assoluto da queste parole, non trovo alcuna giustificazione. Allora l’11 settembre ricordiamo gli attentatori delle torri gemelle? ».
Lui è in commissione Difesa, ha visto il diluvio di commenti in Rete, si chiede: «Come faccio ora a incontrare un carabiniere?».
Lei scrive che è tutta una mistificazione dei partiti, ma poi pare sia a piangere nell’ufficio comunicazione di Montecitorio.
Su Facebook la ricoprono di insulti. A difenderla pensa il collega Alessandro Di Battista. Invita a comprendere il senso di quelle parole, il deputato romano.
Cita una lettera di Tiziano Terzani a Oriana Fallaci. Dice: «Che si crei un dibattito. I cittadini nelle istituzioni servono anche a questo, a portare dei ragionamenti diversi nei palazzi del potere».
Nel frattempo, la conferenza stampa con cui si sarebbe dovuta annunciare in pompa magna la proposta di legge sul reddito di cittadinanza viene annullata: «Bisogna aspettare. Meglio metterci sei mesi e farla bene», ha mandato a dire da Milano uno scontento Gianroberto Casaleggio.
«In campagna elettorale avevamo promesso 1000 euro, non 600. Vanno aboliti gli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione, per scardinare il sistema di potere che coinvolge governo, sindacati e grandi aziende».
I deputati in realtà hanno già presentato un emendamento alla stabilità . «Tanto non lo vota nessuno, serve solo a farne discutere », fanno sapere tranquilli da Milano.
La proposta resta quindi sul blog, aperta ai contributi degli iscritti, in attesa che assuma una forma che a Grillo e a Casaleggio piaccia di più.
Tanto fumo e poco arrosto.
Annalisa Cuzzocrea
(da “La Repubblica“)
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