M5S PROCESSO A CRIMI, LA RETE IN RIVOLTA: “VATTENEâ€
LA CAPOGRUPPO TAVERNA FURIBONDA… SUL WEB 1.438 COMMENTI AL SUO POST CONTRO DI LUI: “VOLGARE”, “INCOMPETENTE”, “BERLUSCONIANO”…. “FACEVI MENO DANNI IN GIUNTA QUANDO NON CI ARRIVAVI PERCHE’ TI PERDEVI PER STRADA”
L’ira della capogruppo. Lui si giustifica: “Se lo diceva Crozza…”
Inseguito dai cronisti che gli chiedono conto di quel post offensivo — nei confronti di Silvio Berlusconi — scritto nel giorno in cui la giunta di cui fa parte vota sul destino del cavaliere, Vito Crimi sbuffa, allarga le braccia, diventa rosso: «Ma di cosa dovrei vergognarmi? Se l’avesse detto Crozza stareste tutti a ridere. Vi siete inventati una storia che non c’è».
Sarà .
Sarà stato davvero il collaboratore a scrivere su Facebook mentre lui era in camera di consiglio. Sarà stata una forzatura del centrodestra, quella di chiedere la sospensione della giunta.
Sarà stata scritta durante la seduta pubblica, quella battuta tutt’altro che elegante sull’età e le condizioni della prostata del leader del centrodestra.
Ma stavolta — a non capirlo — sono soprattutto i suoi.
Perchè al di là delle dietrologie sulla volontà dei 5 stelle di salvare Silvio Berlusconi per andare subito a elezioni, quel che filtra dal quartier generale di Milano e dal secondo piano di Palazzo Madama — è una solenne arrabbiatura.
Furibonda Paola Taverna — la nuova capogruppo — che nel pomeriggio ha ricevuto la telefonata indignata del presidente del Senato Piero Grasso, che era a pranzo col Papa ad Assisi: «Cosa state combinando? Dovete dire chiaramente chi ha scritto quel post».
Furibondi i colleghi: «Hai presente quando la tua squadra tira i rigori alla finale dei mondiali e la televisione si spegne perchè qualcuno ha staccato la corrente? », chiede in un tweet il deputato Walter Rizzetto.
E Lorenzo Battista — senatore — dice chiaro: «Crimi, facevi meno danni in giunta quando non ci arrivavi perchè ti perdevi per strada».
Una senatrice (ala “dissidenti”) propone le dimissioni dal Copasir, altra delicata commissione di cui il senatore fa parte.
Battista vuole «un chiarimento davanti all’assemblea».
Poi c’è la rete, che lo massacra: i commenti al suo post su Facebook — a sera sono 1438 — sono quasi tutti contro di lui.
Lo definiscono «volgare e incompetente », «berlusconiano a sua insaputa», lo insultano a loro volta, invocano le dimissioni.
La comunicazione cerca di prendere la situazione in mano. Uscito dalla giunta, Crimi sale al secondo piano: si chiude in un ufficio con Rocco Casalino, scrive solertemente quel che qualcuno gli detta dal vivavoce di un telefono: «È un attacco ignobile e vergognoso… volto a sollevare una cortina fumogena… prendo atto che la rete viene considerata un trastullo inutile, da inibire con leggi bavaglio liberticide».
Va a ripeterlo davanti alle telecamere. Tornato su, ai cronisti dice: «Ero appena rientrato da Washington, è il primo post che ho scritto… sì, potevo farlo domani, ma che importa? È una citazione di qualcosa che ha scritto un’altra persona, ha fatto ridere anche quelli della giunta prima che si scatenasse tutto questo».
Non riesce neanche lontanamente a concepire che, al di là del giorno, quelle frasi non sono adatte a un senatore della Repubblica.
Va via offeso: «Non ho violato nessuna regola, dovreste ringraziarmi perchè vi ho dato cosa scrivere nelle ore di black out della camera di consiglio, voglio vedere se avranno il coraggio di punirmi. Se puniscono me, è un problema per Internet, per tutti quelli che esprimono il loro pensiero».
Annalisa Cuzzocrea
(da “La Repubblica“)
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