MASSIMO HALLECKER E ALTRI DUE INDAGATI PER CORRUZIONE IN FIERA MILANO ERANO IN FRATELLI D’ITALIA
SONO STATI CANDIDATI NEL PARTITO DI GIORGIA MELONI, DUE SONO STATI ANCHE ELETTI
Emerge un passato in Fratelli d’Italia per Massimo Hallecker e alcuni degli altri indagati dal Procuratore Aggiunto Maurizio Romanelli e dal Sostituito Paolo Storari nell’ambito dell’inchiesta per corruzione sugli appalti di Fiera Milano.
Su 12 soggetti coinvolti nell’inchiesta, infatti, sono ben 3 quelli che hanno un passato come attivisti e candidati nel partito guidato da Giorgia Meloni, compreso Massimo Hallecker.
Il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, su spinta della Procura della Repubblica, ha notificato nella giornata di ieri lunedì primo agosto un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per corruzione a Massimo Hallecker, ex senior buyer dell’ufficio Acquisti di Fiera Milano.
L’uomo, già dirigente nel gruppo immobiliare Percassi, era stato assunto da Fiera Milano (controllata dalla Regione Lombardia) nel 2017, quindi sotto la giunta guida da Roberto Maroni della Lega.
Un anno fa, però, era stato licenziato, dopo che l’attuale amministratore delegato e direttore generale della società, Luca Palermo, aveva denunciato gli illeciti da lui commessi e che oggi hanno portato a quest’inchiesta.
Oltre a Hallecker, risultano indagate anche altre 11 persone, fra cui Domenico Seidita di Idea servizi srl e Silvestro Riceputi, socio nel consorzio Comipas e in Sanigea srl. Tutti e tre risultano aver avuto un recente passato in Fratelli d’Italia.
Benché Hallecker risulti il perno del sistema corruttivo e ora sia il principale indagato nell’inchiesta, il suo passato in politica e, nello specifico, in Fratelli d’Italia è in realtà quello più deludente di tutti.
L’ex dirigente di Fiera Milano, ora finito agli arresti domiciliari, aveva infatti provato a farsi eleggere fra le fila di Fdi al Consiglio comunale di Cologno Monzese. Il partito della Meloni lo aveva candidato di buon grado, ma poi questo non era riuscito a ottenere abbastanza voti per essere eletto.
Erano invece riusciti a conquistare una poltrona, sempre grazie al partito della Meloni, in quello stesso consiglio comunale Seidita e Riceputi, anche loro attualmente indagati nell’inchiesta per corruzione.
Il primo si è, però, dovuto dimettere nel 2019. Il secondo è invece stato commissariato dallo stesso partito dopo essersi schierato contro l’approvazione del bilancio del Comune di Cologno Monzese (guidato dal leghista Angelo Rocchi), facendo cadere l’intera giunta.
(da agenzie)
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