MINORENNI DEVASTANO UNA SCUOLA … E I GENITORI MINACCIANO I CARABINIERI
OCCORRE RIPRISTINARE LA RESPONSABILITA’ DEI GENITORI DI FIGLI MINORENNI CHE COMMETTONO REATI… INVECE CHE SEGUIRLI PENSANO AI SOLDI, ALLA CARRIERA O AI CAZZI LORO? ALLORA, IN CASO DI ATTI VANDALICI DI BABY GANG, IN GALERA CI VADANO I GENITORI …PER I FIGLI, 6 MESI A SPACCARE LE PIETRE IN UNA STRUTTURA MINORILE… TANTE SCHIENE SI RADDRIZZEREBBERO
In pochi giorni, sulla Riviera ligure, peraltro una delle più tranquille rispetto a tante più “movimentate”, abbiamo dovuto leggere nei giornali locali di una scuola devastata a Spotorno, della ferrovia incendiata a colpi di molotov ad Albenga, di un treno danneggiato a Savona, di un appartamento violato ad Albisola, il tutto ad opera di ragazzini tra i 12 e i 16 anni. Alcuni dei tanti episodi di baby gang o criminalità minorile che ormai percorrono le città italiane.
Ci limitiamo a uno degli episodi sopra citati per trarne qualche conclusione. Siamo a Spotorno, provincia di Savona, domenica notte. Viene distrutta ogni cosa all’interno dell’istituto scolastico di via Verdi: vetri, arredi, fotocopiatrici, impianto hi-fi, specchi, oltre a lasciare graffiti e bestemmie sui muri. Vengono fermati mentre fuggono, con le suole delle scarpe ancora sporche della polvere bianca dell’estintore spruzzato ovunque, 5 minorenni: due di 12 anni, uno di 14 e due di quindici.
In piena notte vengono convocati i genitori per riconsegnare loro i figli teppisti e sapete qual è la loro reazione? Accuse e minacce ai carabinieri al grido di “ Come vi permettete di accusare i nostri figli?” e “ I nostri figli non sono dei barbari, pensate bene a quello di cui li accusate”.
Il comandante della Compagnia di Savona commenta amareggiato: “Sembrava quasi che in torto fossimo noi che siamo intervenuti per individuare i responsabili di un gesto vandalico biasimevole e grave. Non è la prima volta purtroppo che ci scontriamo con reazioni di genitori che invece che spalleggiare la giustizia, difendono i figli accusandoci di perseguitarli”.
Quei 5 minorenni dementi si erano anche firmati con la scritta “io sono un tecnofolle”. Nello slang, si fa riferimento al mito dell’extasy, della musica fuori controllo, della mancanza di regole, orari, rispetto.
Intanto sarebbe da chiedersi che ci facevano ragazzini di quella età in piena notte, liberi di fare mattina, senza alcun controllo dei genitori per i quali evidentemente “è normale” che rincasino all’alba. Da un lato 5 ragazzini coglioni, privi di controllo, dall’altro delle teste di cazzo di genitori, presi da altri pensieri vacanzieri che non sanno neanche cosa voglia dire generare ed educare dei figli. Uno spaccato di una non curanza genitoriale che ormai dilaga in Occidente.
Sempre domenica, a pochi chilometri di distanza. Un altro piccolo gruppo di minorenni tra i 13 e i 15 anni, ad Albenga, ha pensato bene di verificare l’effetto del lancio di varie bottiglie molotov rudimentali, da loro costruite, sulla linea ferroviaria e per poco non si sfiora la tragedia.
Anche in questo caso dove erano i genitori? Se non altro questi non hanno accusato i carabinieri … Il primo episodio peraltro si innesta in tanti altri fatti scolastici: una volta se un insegnante segnalava ai genitori un comportamento improprio del figlio, prima dei provvedimenti scolastici, ti prendevi una riga di sane sberle in casa. Ora se il docente convoca i genitori deve stare attento a non prendersi una querela. Siamo arrivati a questo, grazie alla cultura permissivista, tanto cara alla sinistra.
Per non apparire “reazionari” e “sorpassati”, tanti genitori hanno rinunciato al proprio ruolo educativo e di “autorità ”: i figli devono essere liberi di fare i cazzi che vogliono, anche di rincoglionirsi di pasticche, alcool e guida a folle velocità . E il proprio figlio è sempre “innocente”, “poverino non immaginava”, “è un bravo ragazzo”…
Certamente molti genitori sono colpevoli invece: pensano solo ai quattrini, alla carriera, alle loro stronzate, ad apparire, alla forma e non alla sostanza, non sanno essere di esempio, non trasmettono valori, ma solo conti in banca. Non sanno vietare, ma solo concedere, non amano dialogare, ma solo allungare i 50 euro per toglierseli dalle palle.
Una società decadente, dove la famiglia troppo spesso è solo un involucro formale, privo di anima, di sofferenza, di discussione, della capacità di “crescere insieme” ai propri figli.
Quanti reati minorili commessi da figli di famiglie medio alte, quanti frutto della noia e della mancanza di valori, quanti soprusi a danno dei più deboli e dei portatori di handicap.
Di fronte a questo quadro vomitevole, occorre da un lato recuperare dignità e senso della vita, restituire credibilità e autorità ai genitori e alla famiglia, ma anche dare esempi severi. Basta coi genitori “irresponsabili” del comportamento dei figli minorenni: in galera ci vadano anche i genitori, così passa loro la voglia di fottersene dei figli. E i figli si facciano 6 mesi in qualche struttura a spaccare pietre 12 ore al giorno, cosi se ne raddrizzano di schiene, vedrete.
Ai contadini di una volta che stavano 12 ore nei campi palle per la testa non ne venivano, non avevano “noia esistenziale”, dovevano pensare a sopravvivere, altro che telefonini di ultima generazione e abiti firmati.
Dopo sei mesi, con la schiena a pezzi, chi esce ci penserebbe venti volte prima di ricaderci, anche perchè la seconda volta dovrebbero essere 2 anni a spaccare pietre e spalare merda nelle stalle.
Per chi avesse perplessità su tale terapia, ricordo che nel primo Novecento, a Genova, vi era la nave scuola Garaventa, dove ai giovani “sbandati”, in un clima di disciplina ferrea, veniva insegnato anche un mestiere.
Ebbene, da lì sono usciti fior di uomini che ebbero poi successo nella vita… A 14 anni si può anche sbagliare, ma famiglia e Stato non possono essere perennemente latitanti.
Le regole della società civile sono fatte per essere rispettate: per la tutela e nell’interesse di tutti.