NEI FESTINI CON MINORENNI A VILLA INFERNO COINVOLTI, INSIEME AL CANDIDATO ALLE REGIONALI DELLA LEGA, UNA TRENTINA DI ESPONENTI “BENEâ€
QUESTE SAREBBERO LE “PERSONE PERBENE” CHE CITA SALVINI?
Non vi sarebbe stata nessuna costrizione da parte di nessuno nè tantomeno violenza sulle ragazze che partecipavano ai festini a base di sesso e droga a Villa Inferno a Bologna, è questa la tesi difensiva di Luca Cavazza, l’ex candidato alle regionali con la Lega in Emilia-Romagna finito agli arresti domiciliari con l’accusa di aver organizzato e partecipato, insieme ad altre sei persone, a una serie di festini con fiumi di droga e presenza di minorenni a cui sarebbero state chieste prestazioni sessuali in cambio di cocaina.
Cavazza dice “che non c’è stata nessuna costrizione, nessuna violenza fisica o psicologica. Ora valuteremo in base alla lettura delle carte se rispondere alle domande nell’interrogatorio di garanzia” ha spiegato infatti il suo legale, l’avocato Massimiliano Bacillieri che lo assiste insieme al collega Ercole Cavarretta.
Su di lui pende la pesantissima accusa di aver avuto “il compito di individuare giovani donne da avviare alla prostituzione, ovvero da condurre nei luoghi ove tale attività di prostituzione si consumava, in cambio di cocaina” così come scrive il Gip di Bologna, Letizia Magliaro, nell’ordinanza di custodia cautelare.
Per il giudice tale attività veniva svolta “con modalità quasi professionale da parte del Cavazza” usando i suoi luoghi abituali di ritrovo come l’ambiente sportivo dei tifosi della Virtus Bologna. Secondo l’accusa, la stessa 17enne da cui è partita l’inchiesta sarebbe stata avvicinata da Cavazza e reclutata a una partita di basket della Virtus Bologna. Per il Gip l’arresto di Cavazza è stato necessario in quanto “i continui contatti anche nell’ambiente sportivo dei tifosi della locale squadra di pallacanestro” e “la sua condizione di utilizzatore di sostanza stupefacente” lo ponevano “nella continuità di reiterare le condotte”.
Non solo Luca Cavazza e Davide Bacci: ci sono una trentina di persone presenti nelle carte giudiziarie sui festini con droga e sesso a Bologna in cui era presente una diciasettennte. E, spiega il Corriere, si tratta di immobiliaristi, manager, avvocati
La minorenne che con i suoi racconti ha dato la stura all’indagine sui festini di «Villa Inferno», la casa di Bacci a Pianoro con piscina e sauna ribattezzata così dagli stessi protagonisti delle orge, tiene infatti ora col fiato sospeso oltre una trentina di persone, i cui nomi pure compaiono nelle carte giudiziarie.
Le loro posizioni sono al vaglio degli inquirenti. E sono nomi piuttosto noti in città : immobiliaristi, manager, avvocati, figlie della buona borghesia bolognese, altri ultrà della Virtus, eppoi un tassista, un apprezzato dj, un pugno di escort parecchio gettonate e alcuni addetti alla sicurezza aziendale, oltre naturalmente ai pusher (italiani e albanesi) che rifornivano di cocaina le notti brave dei professionisti. «Villa Inferno», poi, non sarebbe nemmeno l’unica villa del piacere dove si concludevano le serate eleganti iniziate nei locali più chic di San Mamolo o della zona del Quadrilatero. Altre magioni del vizio sarebbero state individuate dagli investigatori
Durante i festini secondo il gip che ha condotto l’inchiesta Villa Inferno sono stati fatti anche video e foto: ci sono le immagini, scirve il gip «di un uomo e una donna che sniffano la cocaina sul fondoschiena della minorenne». Il materiale sarebbe poi stato caricato su siti porno. E sono propri
quei filmati che ora tengono in ansia quella trentina di nomi della buona borghesia bolognese e che documenterebbero gli incontri a base di sesso e droga.
(da agenzie)
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