NEI GRILLINI PROCESSO A DI MAIO: “AL VERTICE COI DEM VADA UN ALTRO”
GRILLO ATTACCA: “IL PATTO DEL NAZARENO? SALVACONDOTTO PER BERLUSCONI”
Sono le undici di sera, i deputati grillini sono riuniti ormai da un paio d’ore, hanno avuto tempo di discutere di vari provvedimenti in discussione.
Ma il vero cuore dell’incontro, la notte di martedì alla Camera, è la discussione su quello che scuote il Movimento e che, per la prima volta, vede accomunati nel malessere dissidenti e ortodossi.
Prendono la parola in tanti, ed è un coro di richieste di chiarimenti: toni pacati, ma contenuti sferzanti.
Perchè tutta la trattativa con il Pd la sta conducendo Di Maio?
Chi ha deciso di aprire ai dieci punti? «Non ne posso più di questi giochetti», interviene il dissidente Walter Rizzetto.
A difendere Di Maio si alza una sola voce, l’altro enfant prodige del Movimento, Alessandro Di Battista, che invita a fidarsi l’uno dell’altro.
Lui, il vicepresidente della Camera al centro delle polemiche, lascia sfogare tutti e ascolta.
Poi prende la parola, rassicura, spiega che la linea è stata decisa di concerto con Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio consultati al telefono.
E reagisce anche alle accuse di chi lo considera un po’ il «cocco» dei due fondatori: c’è chi li sente tutti i giorni, molto più di me, si difende.
Chi? Mistero.
Una difesa che ha convinto i colleghi infastiditi da tanto solitario protagonismo? «Mica tanto», sospira un dissidente.
Qualcuno, fra loro che per primi chiesero un confronto col Pd ma senza successo, sono oggi perplessi davanti a tanta inquietudine dei «lealisti» da sempre.
«Quando eravamo in due o tre a dire che il metodo non andava bene, eravamo noi a sbagliare…», ricorda Rizzetto. «Ma gli ortodossi lo capiscono ora che viene deciso tutto dall’alto?», sospira un’altra da sempre dialogante, Paola Pinna.
«Certo una cosa è la leadership di Casaleggio, che entrando nel Movimento uno può anche accettare, altra cosa quella di Di Maio: noi lo abbiamo votato vicepresidente della Camera, non segretario del partito», aggiunge.
Nel tardo pomeriggio, c’è un lungo colloquio, nel cortile di Montecitorio, tra Di Maio e Rizzetto.
Poi il vicepresidente sale al primo piano a incontrare i membri delle Commissioni affari costituzionali, e la voce che si diffonde è che, chissà , magari si potrebbe pure cambiare squadra in occasione del prossimo incontro col Pd, visto che uno vale uno.
Un incontro che comunque la settimana prossima dovrebbe tenersi, benchè, ha sottolineato il dem Guerini, dentro al perimetro del patto del Nazareno tra Pd e Forza Italia.
«Il problema è che nessuno conosce questo perimetro», attacca dal blog Beppe Grillo, che avanza «congetture» su cosa possa contenere, senza usare eufemismi: «Il patto è un salvacondotto per il c… di Berlusconi che in cambio garantisce il suo appoggio al governo e al disegno controriformista di Napolitano».
Tuttavia, l’apertura dei Cinque Stelle resta in piedi: scherza Di Maio, «aspettiamo il piccione viaggiatore del Pd…».
Francesca Schianchi
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