NON DICIAMO CAZZATE: GIORGIA MELONI, CON LA DC, NON C’ENTRA NIENTE
MARCELLO SORGI: “LA DC ERA STRETTAMENTE CONNATURATA AL SISTEMA PROPORZIONALE. PUR A VOCAZIONE MODERATA E ANTICOMUNISTA, AVEVA PIÙ DI UN TERZO DEI SUOI ESPONENTI AMICI DEL SUO MAGGIORE AVVERSARIO, CON IL QUALE TRATTAVA SE NON TUTTO, QUASI TUTTO” … “MELONI STA SOLO CERCANDO DI ACCRESCERE IL CONSENSO DEL SUO PARTITO TRA I MODERATI”
Le celebrazioni di una Meloni moderata, centrista, neo-popolare, in una parola
“democristiana” si moltiplicano, dopo l’intervento della premier al Meeting di Rimini. E soprattutto ad opera di ex-dc, come ad esempio Rotondi, da tempo schierato a destra ed oggi a suo agio nel confermare la sua scelta.
Che Meloni, tracciando un consuntivo di tre anni di governo, abbia anche descritto lo spostamento verso una collocazione più centrale, non v’è dubbio. E altrettanto che questo sia in un certo senso il percorso obbligato di leader che provenendo da atteggiamenti più radicali si rendono conto della necessaria scoloritura degli stessi nel servizio alle istituzioni.
Valeva a suo tempo per D’Alema e Berlusconi (che non si stancava di ricordare di aver fatto l’attacchino dei manifesti elettorali dc), e vale per Meloni, che a cominciare dalla politica estera […] s’è trovata a sostenere posizioni opposte a quelle di quando era semplicemente leader di FdI.
Ma di qui a dire che siamo in presenza, o di fronte all’annuncio di una rinascita della Dc, ne corre. Chi lo dice, o non si ricorda cos’era il partitone cattolico che governò l’Italia per quasi mezzo secolo, […] oppure (e non è il caso di Rotondi), si lascia prendere dalla nostalgia.
Innanzitutto, la Dc era strettamente connaturata al sistema proporzionale e all’epoca della partitocrazia, in cui il centro era uno solo, e non uno per ogni coalizione. Poi, pur essendo stata un partito a vocazione moderata e anticomunista (in un Paese in cui il Pci prendeva oltre dieci milioni di voti), aveva più di un terzo dei suoi esponenti amici del suo maggiore avversario, con il quale, dalla Costituzione in poi, trattava se non tutto, quasi tutto.
I suoi alleati socialisti e laici ne soffrivano; e Craxi, l’unico ad aver tentato di rompere il cerchio del “consociativismo”, anche lui finì come si sa. Meloni in altre parole sta solo cercando di accrescere il consenso, già largo del suo partito tra i moderati. L’unica cosa di cui un centrosinistra deciso davvero a competere per il governo, ma attestato su sponde estreme, dovrebbe seriamente preoccuparsi.
(da agenzie)
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