PANICO NELLE SACRESTIE: NON CI SONO PIÙ LE PERPETUE. IN GERMANIA SCOMPARE UFFICIALMENTE IL LAVORO DELLA DONNA DI SERVIZIO CHE SI OCCUPA DELLA CASA DEL PARROCO
SI È SCIOLTA DOPO MEZZO SECOLO L’ASSOCIAZIONE DI CATEGORIA CHE RAPPRESENTAVA IL MESTIERE, CHE PREVEDEVA PER LEGGE UNO STIPENDIO TRA I 1.900 E I 2.500 EURO AL MESE, PIÙ ASSICURAZIONI SOCIALI E CONTRIBUTI PENSIONISTICI… ERANO 20 MILA 50 ANNI FA, NE RIMANGONO MENO DI DUEMILA OGGI IN TUTTO IL TERRITORIO TEDESCO
In futuro i preti cattolici tedeschi dovranno imparare anche a cucinarsi da soli. Scompare in Germania un lavoro molto speciale: quello della Pfarrhaushälterin, la perpetua che si occupava per tutta la vita della casa del parroco. La Bundesverband, l’associazione federale di categoria che le rappresentava e regolava, ha confermato alla Süddeutsche Zeitung il suo scioglimento dopo mezzo secolo di vita.
Nei Land cattolici della Repubblica federale la perpetua è stato fino ad oggi un lavoro messo in regola, con uno stipendio tra i 1.900 e i 2.500 euro al mese, più le assicurazioni sociali e i contributi pensionistici.
Donne che vivevano sotto lo stesso tetto dei parroci, tenevano in ordine la casa, facevano la spesa, cucinavano, stiravano, tutto per lasciarli liberi di dedicarsi completamente alla cura delle anime.
Alcune facevano anche da segretarie e qualche volta li aiutavano nella messa.
Fondata nel 1971, la Bundesverband der Pfarrhaushälterinnen ha annunciato la fine delle sue attività. Eppure, quando nacque era stata salutata come un passo verso la modernità: quella che era stata da sempre un’attività pro bono, non pagata, spesso oggetto di sospetti e maldicenze, finalmente diventava un’attività riconosciuta, con tutti i diritti e le protezioni del leggendario welfare renano.
Ma di pari passo con la crisi delle vocazioni, è avanzata anche quella delle perpetue: erano 20 mila cinquant’anni fa, ne rimangono meno di 2 mila in tutta la Germania.
Sono anche cambiate le condizioni di lavoro: prevale il part time e le più giovani preferiscono non vivere più nella canonica
Anche i preti hanno altri stili di vita. Molti di quelli che prendono i voti, preferiscono vivere in co-living con altri colleghi, cucina e soggiorno in comune, alternandosi ai fornelli e alla pulizia.
Nella diocesi di Passau, perfino il vescovo vive in un appartamento condiviso. E spesso gli tocca anche portare giù la differenziata.
(da Corriere della Sera”)
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